La battaglia delle Termopili: riassunto dei fatti e storia del re spartano Leonida
La Battaglia delle Termopili: riassunto, eventi e cronologia di uno degli episodi più famosi della seconda guerra persiana. La storia dei 300 spartani
Indice
La Seconda guerra persiana
La Battaglia delle Termopili è una delle battaglie più famose delle storia, anche grazie alla fama derivata dalle sue riletture moderne - su tutte, la graphic novel 300 di Frank Miller e il successivo adattamento cinematografico di Zack Snyder. Il motivo principale della sua notorietà, tuttavia, risiede nella battaglia stessa: un evento che ha fatto della strategia militare il suo punto fondante, mostrando che un esercito, seppure in inferiorità numerica rilevante, può ottenere uno straordinario successo sul campo di battaglia se sa volgere a suo vantaggio gli eventi e sfruttare al meglio il territorio.
Erodoto, Termopili
Tutto ciò che sappiamo della battaglia delle Termopili viene dalle pagine di Erodoto, e parzialmente da quelle di Diodoro Siculo. Il racconto della successiva battaglia di Salamina viene invece da Eschilo, nei suoi Persiani.
L'antefatto della battaglia delle Termopili ha origine nella vittoria dei greci sui persiani nella precedente guerra del 490 a.C., quando Atene aveva trionfato sull'esercito di Dario I nella battaglia di Maratona. Il figlio di Dario, Serse, radunato un enorme esercito e un'imponente flotta, aveva deciso di attaccare nuovamente la Grecia dieci anni dopo, in quella che fu definita la Seconda guerra persiana.
Il generale ateniese Temistocle propose un piano di azione collettivo per fermare l'avanzata persiana: bloccare l'esercito di Serse presso il passo delle Termopili e la flotta presso lo stretto di Capo Artemisio, in modo da poter avere il tempo di organizzare un'offensiva. Fra gli alleati cui Temistocle chiese sostegno, c'era anche la Sparta di Leonida I, all'epoca impegnata nelle Carnee, una festa religiosa per tutta la durata della quale era impedito ai soldati di impegnarsi in azioni militari.
La gravità della situazione ebbe però la meglio sulla tradizione religiosa: Leonida radunò complessivamente circa 7000 uomini tra spartani e soldati delle città alleate - il numero è stato ricostruito dagli storici a partire da Erodoto e incrociando le altre fonti, ma è tuttora indicativo - prendendo con sé 299 uomini della sua personale guardia reale, assicurandosi di scegliere quelli che avessero figli, per assicurarne la discendenza in caso di morte. Erodoto racconta infatti che prima di partire Leonida consultà l'Oracolo di Delfi, che vaticinò la sua morte. Partì, scrive, con la certezza di andare incontro alla morte.
Leonida pose se stesso e i suoi uomini a guardia dello stretto, posizionando 1000 focesi sopra il passo, a difesa di eventuali attacchi dalle retrovie.
La battaglia vera e propria iniziò il quinto giorno: Serse attese infatti per quattro giorni una resa dei greci, che però non arrivò. Quando il primo attacco fu sferrato dagli arcieri, non andò a segno: gli scudi protessero i soldati greci dalle frecce. Nel successivo corpo a corpo, poi, i greci ebbero la meglio: l'incredibile superiorità numerica dei Persiani non poté nulla contro la conformazione del territorio, che costrinse l'esercito di Serse a scontrarsi con quello di Leonida utilizzando solo pochi soldati alla volta.
È qui che emerge l'importanza della tattica militare all'interno della battaglia delle Termopili: gli opliti spartani erano meglio addestrati dei personali in quel tipo di scontro.
La formazione a falange, che garantiva la protezione dei compagni vicini attraverso la vicinanza degli scudi, e l'uso delle lance che consentivano di colpire a distanza, furono vincenti. I greci combattevano a turno in prima linea, riposandosi nelle retrovie quando a combattere erano i compagni. Le perdite in campo persiano, racconta Erodoto, furono enormi, nonostante si partisse da un numero di soldati sicuramente superiore ai 150.000.
Erodoto racconta che la battaglia delle per tre giorni. I primi due l'esercito di Serse tentò diversi attacchi, utilizzando persino un corpo speciale di soldati scelti, i cosiddetti Immortali, ma senza alcun successo. La svolta arrivò, secondo le fonti, il terzo giorno: il greco Efialte, sotto grossa ricompensa, si offrì di rivelare a Serse un passaggio per cogliere alle spalle gli spartani, proprio attraverso quel passo che Leonida aveva messo i Focesi a presidiare.
Il passo portò effettivamente i soldati persiani alle spalle del terreno dove si stava svolgendo la battaglia, e a poco valse la presenza del contingente greco, che si ritirò sulle montagne: i persiani accerchiarono l'esercito di Leonida, che combatté fino all'ultimo per bloccare quanto più possibile i Persiani e dare agli alleati il tempo di organizzare l'attacco.
Termopili, monumento a Leonida
Quando la flotta ateniese di Temistocle ricevette la notizia della sconfitta delle Termopili, ordinò il ritiro da capo Artemisio a Salamina. I Persiani avanzarono verso Atene - precedentemente evacuata - e la saccheggiarono. La battaglia di Salamina, tuttavia, segnò una nuova sconfitta persiana, che portò Serse a ripiegare in patria con un esercito dimezzato. Il generale Mardonio, che rimase in Grecia per completarne la conquista, registrò l'ultima e definitiva sconfitta nella Battaglia di Platea l'anno successivo.
Ancora oggi il sacrificio di Leonida e degli spartani è considerato un simbolo di resistenza e coraggio. Negli anni '50 alle Termopili fu eretto un monumento a Leonida a firma di Vássos Faliréas. L'iscrizione in greco dice "Vieni a prenderle!", riferendosi alla risposta che Leonida diede a Serse - secondo le fonti - alla richiesta di cedere le armi.
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