"Bamboccioni" e genitori, regole per una convivenza pacifica

Vivere con i propri genitori: i consigli dello psicologo per una convivenza pacifica

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BAMBOCCIONI - È un dato di fatto: in Italia si esce di casa sempre più tardi. Quasi un trentenne su due vive ancora con i genitori, ma la percentuale di adulti che abitano con la famiglia d'origine è elevata anche per quanto riguarda la fascia d'età sui 35-40 anni.
Non sempre la scelta di vivere con i genitori è data da un grande attaccamento alla famiglia, molte volte questa coabitazione è una scelta forzata dettata dalle difficoltà economiche e lavorative.

ABITARE CON I GENITORI - Molti trentenni dipendono ancora dai genitori sia dal punto di vista affettivo che da quello pratico ed economico. Se fra genitori e figli non c'è un buon rapporto, la coabitazione forzata rischia di essere difficile e di portare ad un esasperazione dei conflitti che risalgono all'adolescenza e che non sono mai stati risolti.

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LE DINAMICHE DEL RAPPORTO GENITORE/FIGLIO ADULTO - Nel prossimo paragrafo descriverò brevemente due tipici problemi che possono insorgere nella coabitazione fra genitore e figlio adulto, specie se quest'ultimo non è indipendente dal punto di vista economico. Naturalmente non è possibile analizzare in modo approfondito una tematica così complessa come la relazione genitore-figlio, per cui ci limiteremo a trattare in modo divulgativo alcune tipiche dinamiche psicologiche che possono caratterizzare una situazione familiare conflittuale.

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IL GENITORE ANSIOSO E IPERPROTETTIVO - I tuoi genitori e in particolare tua madre, non hanno ancora capito che sei adulto da un bel pezzo. Ai loro occhi rimani un tenero dodicenne di cui occuparsi, ma ancora di più di cui preoccuparsi. Sono pieni di premure e di attenzioni per te, però, sono un po' soffocanti. Ogni dettaglio della tua vita li interessa strettamente: ti consigliano come tagliarti i capelli e vestirti, vanno in ansia per pochi minuti di ritardo e si preoccupano se a pranzo mangi un po' meno del solito. Le tue uscite sono vissute con grande apprensione, tua madre ti aspetta alzato e ogni volta è un terzo grado: con chi esci, a che ora torni, dove vai, che cosa fai. Se sei donna non ti è lecito avere una tua vita sessuale: devi inventare scuse ogni volta che dormi fuori e non ti è permesso di andare in vacanza con il fidanzato. Nei casi peggiori questo tipo di genitore, convinto di agire per il tuo bene e nell'intento di proteggerti da chissà quali pericoli, diventa invadente e intrusivo: ascolta le tue telefonate, legge la tua posta, controlla nel tuo portafoglio quanto soldi spendi, si intromette nella tua vita sentimentale e nelle tue amicizie.

LE RAGIONI PSICOLOGICHE DI QUESTO COMPORTAMENTO - Per un genitore non è sempre facile accettare che il figlio cresca e che la relazione cambi, diventando più aperta e meno esclusiva. Per una madre (o un padre) che ha fatto del figlio l'unica ragione di vita, questo passaggio comporta una forte sofferenza. E allora il genitore si difende da questa sofferenza sentita come intollerabile, continuando a percepire il figlio ormai adulto come un bambino bisognoso e vulnerabile, incapace di difendersi dai pericoli del mondo esterno.

Madri e padri di questo genere si rifiutano sia pure inconsciamente di ammettere che il figlio è cresciuto perché farlo significherebbe accettare che il figlio abbia il diritto di staccarsi dalla famiglia per farsi la sua vita.

Per un genitore come quello descritto, tu sarai sempre un bambino almeno fin tanto che non andrai ad abitare per conto tuo o fino al giorno in cui non ti sposerai.

Inutile pretendere che questo tipo di genitore cambi, ma è importante per il tuo (e il suo) benessere psicologico che impari a dargli dei limiti ben precisi.

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IL GENITORE IPERCRITICO - Questo tipo di genitore ha su di te delle aspettative ben precise e si sente frustrato e deluso se tu non le realizzi. Più di ogni altra cosa vorrebbe vederti "sistemato" e fa una malattia del tuo stato di precarietà lavorativo e sentimentale. Non perde l'occasione di ricordati che lui o lei alla tua età erano già sistemati e ti fa prediche estenuanti sul tuo lassismo e sulla tua irresponsabilità. Ti confronta in continuazione con parenti e conoscenti, tutti più realizzati di te. Ti aiuta, ma allo stesso tempo ti fa pesare l'aiuto economico e pratico che ti ha dato. Nei casi Peggiori, ti aggredisce verbalmente nei periodi di difficoltà, dando dei giudizi pesanti e offensivi nei tuoi confronti e facendoti sentire un completo fallimento.

PERCHE' SI COMPORTA COSI' - Forse ti sembrerà strano, ma gli atteggiamenti di critica spietata nei confronti dei figli nascono da un ipercoinvolgimento affettivo nei loro confronti. Questo tipo genitore ha delle grandi aspettative su di te: vuole realizzarsi mediante i tuoi successi. Sogna che tu riesca dove magari lui o lei hanno fallito o che tu porti avanti quello che lui ha iniziato. La sua autostima dipende da quanto successo tu riesci ad avere nella vita, solo se tu eccelli si sente appagato come genitore. Allo stesso tempo, è un tipo ansioso che vive le tue piccole sconfitte con eccessiva apprensione e che non tollera di vederti in difficoltà. La sua rabbia nei tuoi confronti nasce dal fatto che si sente impotente di fronte ai problemi che stai attraversando: quando ti rimprovera è convinto di spronarti e di scuoterti. Questo tipo di genitore ha, però, un lato positivo non trascurabile: di solito non è possessivo ed è quindi più facile staccarsi da lui senza sensi di colpa.

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GENITORI DIFFICILI, COME PRENDERLI PER IL VERSO GIUSTO - Quando la relazione con un genitore è così tesa e conflittuale come quella descritta negli esempi precedenti, non è facile sviluppare l'autostima necessaria per riuscire nella vita. Eppure per il tuo benessere psicologico dovresti cercare di andare ad abitare da solo il prima possibile e vedrai che anche la relazione con i tuoi genitori migliorerà notevolmente. Ma se non ti è ancora possibile andare ad abitare per conto tuo perchè dipendi ancora dai tuoi genitori dal punto di vista pratico ed economico, puoi far molto per cambiare la tua situazione in famiglia.

Il miglior consiglio che posso darti in proposito è quello di fare lo sforzo di uscire dal ruolo di figlio (cioè di bambino a cui tutto è dovuto) per entrare nel ruolo di persona adulta, capace di prendersi le sue responsabilità. Se riuscirai a fare questo, la relazione con i tuoi diventerà più chiara, paritaria e quindi più facile.

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ESCI DAL RUOLO DI FIGLIO - Uno dei problemi che sorgono in una relazione genitore-figlio difficile come quelle descritte sopra, è che i genitori non vedono i figli come individui autonomi e con il diritto di avere propria vita, ma come estensioni di se stessi. Ovviamente tu non puoi cambiare i tuoi genitori, ma puoi cambiare il tuo modo di relazionarti a loro: non più da figlio ma da persona adulta. Ma attenzione, non si può essere adulti solo quando fa comodo!

Molti trentenni vorrebbero essere trattati in modo consono alla loro età anagrafica quando, di fatto, si comportano con i genitori come degli adolescenti maleducati e viziati. Se vuoi che i tuoi genitori ti rispettino di più, comincia a condividere con loro doveri e responsabilità. Dopotutto se tu abitassi con un amico, non potresti prendere che lui raccolga le cose che tu lasci in giro, che lui cucini i tuoi pasti o che ti mantenga: saresti costretto a fare la tua parte. La coabitazione con i tuoi genitori sarà più semplice e serena se anche tu darai il tuo contributo all'andamento della famiglia: per esempio, tenendo in ordine la tua camera, partecipando alle pulizie di casa, aiutando in giardino, imparando a cucinare, ecc. E' anche importante dare un supporto economico: forse non avrai un vero lavoro, ma potresti almeno pagare qualche bolletta.

Se i tuoi genitori appartengono al tipo iperprottettivo potrebbero scoraggiare queste iniziative e sentirsi un po' sminuiti nel loro ruolo: una madre di questo genere trova il suo appagamento nell'accudire il più possibile il figlio. Ma è importante per il tuo (e il suo) benessere psicologico che tu ti sforzi di comportarti in modo più indipendente. Dopotutto acquisire le abilità necessarie a gestire una casa e uno stipendio, ti sarà molto utile quando finalmente abiterai per conto tuo o ti farai la tua famiglia.

IMPARA A DARE DEI LIMITI - Sei vuoi sopravvivere ad un genitore intrusivo e controllante devi imparare a dargli dei limiti, a discutere con lui delle tue esigenze e a comunicargli chiaramente quali dei suoi comportamenti ti feriscono o ti infastidiscono. Questo non è sempre facile. Di fronte ad un genitore che piange o urla, si finisce spesso per comportarsi come adolescenti arrabbiati e scontrosi. Per evitare l'ennesima lite, si finisce per chiudersi in un ostinato mutismo o si raccontano delle bugie, oppure, per reazione, si diventa offensivi, mentre magari i veri problemi non vengono affrontati. Per comunicare efficacemente, è importante affrontare le questioni spinose in modo sereno ma assertivo.

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RIDUCI I MOTIVI DI ATTRITO - Un pizzico di educazione e di diplomazia possono fare dei miracoli anche nelle situazioni più difficili. Se è giusto impuntarsi sulle questioni importanti che ti riguardano, anche a costo di affrontare un bel conflitto, è saggio essere flessibili sulle questioni di marginale importanza. Cerca di evitare il più possibile quei comportamenti che possono dare fastidio ai tuoi genitori. Tua madre non sopporta il fumo? E tu non fumare in casa, anche se fumi nella tua stanza. Tuo padre è un maniaco della puntualità svizzera? Cerca di arrivare puntuale a cena e avvisa se sei in ritardo. Il vostro rapporto è già teso così com'è senza bisogno di esasperarlo ulteriormente!

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