"Bamboccioni" e genitori, regole per una convivenza pacifica
Di Dott.ssa Anna Zanon.Vivere con i propri genitori: i consigli dello psicologo per una convivenza pacifica
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BAMBOCCIONI - È un dato di fatto: in Italia si esce di casa sempre più tardi.
Quasi un trentenne su due vive ancora con i genitori, ma la percentuale di adulti che abitano con la famiglia d'origine è elevata anche per quanto riguarda la fascia d'età sui 35-40 anni.
Non sempre la scelta di vivere con i genitori è data da un grande attaccamento alla famiglia, molte volte questa coabitazione è una scelta forzata dettata dalle difficoltà economiche e lavorative.
ABITARE CON I GENITORI - Molti trentenni dipendono ancora dai genitori sia dal punto di vista affettivo che da quello pratico ed economico. Se fra genitori e figli non c'è un buon rapporto, la coabitazione forzata rischia di essere difficile e di portare ad un esasperazione dei conflitti che risalgono all'adolescenza e che non sono mai stati risolti.
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LE DINAMICHE DEL RAPPORTO GENITORE/FIGLIO ADULTO - Nel prossimo paragrafo descriverò brevemente due tipici problemi che possono insorgere nella coabitazione fra genitore e figlio adulto, specie se quest'ultimo non è indipendente dal punto di vista economico. Naturalmente non è possibile analizzare in modo approfondito una tematica così complessa come la relazione genitore-figlio, per cui ci limiteremo a trattare in modo divulgativo alcune tipiche dinamiche psicologiche che possono caratterizzare una situazione familiare conflittuale.
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IL GENITORE ANSIOSO E IPERPROTETTIVO - I tuoi genitori e in particolare tua madre, non hanno ancora capito che sei adulto da un bel pezzo. Ai loro occhi rimani un tenero dodicenne di cui occuparsi, ma ancora di più di cui preoccuparsi. Sono pieni di premure e di attenzioni per te, però, sono un po' soffocanti. Ogni dettaglio della tua vita li interessa strettamente: ti consigliano come tagliarti i capelli e vestirti, vanno in ansia per pochi minuti di ritardo e si preoccupano se a pranzo mangi un po' meno del solito.
LE RAGIONI PSICOLOGICHE DI QUESTO COMPORTAMENTO - Per un genitore non è sempre facile accettare che il figlio cresca e che la relazione cambi, diventando più aperta e meno esclusiva. Per una madre (o un padre) che ha fatto del figlio l'unica ragione di vita, questo passaggio comporta una forte sofferenza. E allora il genitore si difende da questa sofferenza sentita come intollerabile, continuando a percepire il figlio ormai adulto come un bambino bisognoso e vulnerabile, incapace di difendersi dai pericoli del mondo esterno. Madri e padri di questo genere si rifiutano sia pure inconsciamente di ammettere che il figlio è cresciuto perché farlo significherebbe accettare che il figlio abbia il diritto di staccarsi dalla famiglia per farsi la sua vita.
Per un genitore come quello descritto, tu sarai sempre un bambino almeno fin tanto che non andrai ad abitare per conto tuo o fino al giorno in cui non ti sposerai.
Inutile pretendere che questo tipo di genitore cambi, ma è importante per il tuo (e il suo) benessere psicologico che impari a dargli dei limiti ben precisi.
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IL GENITORE IPERCRITICO - Questo tipo di genitore ha su di te delle aspettative ben precise e si sente frustrato e deluso se tu non le realizzi.
PERCHE' SI COMPORTA COSI' - Forse ti sembrerà strano, ma gli atteggiamenti di critica spietata nei confronti dei figli nascono da un ipercoinvolgimento affettivo nei loro confronti. Questo tipo genitore ha delle grandi aspettative su di te: vuole realizzarsi mediante i tuoi successi. Sogna che tu riesca dove magari lui o lei hanno fallito o che tu porti avanti quello che lui ha iniziato. La sua autostima dipende da quanto successo tu riesci ad avere nella vita, solo se tu eccelli si sente appagato come genitore. Allo stesso tempo, è un tipo ansioso che vive le tue piccole sconfitte con eccessiva apprensione e che non tollera di vederti in difficoltà. La sua rabbia nei tuoi confronti nasce dal fatto che si sente impotente di fronte ai problemi che stai attraversando: quando ti rimprovera è convinto di spronarti e di scuoterti. Questo tipo di genitore ha, però, un lato positivo non trascurabile: di solito non è possessivo ed è quindi più facile staccarsi da lui senza sensi di colpa.
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GENITORI DIFFICILI, COME PRENDERLI PER IL VERSO GIUSTO - Quando la relazione con un genitore è così tesa e conflittuale come quella descritta negli esempi precedenti, non è facile sviluppare l'autostima necessaria per riuscire nella vita.
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ESCI DAL RUOLO DI FIGLIO - Uno dei problemi che sorgono in una relazione genitore-figlio difficile come quelle descritte sopra, è che i genitori non vedono i figli come individui autonomi e con il diritto di avere propria vita, ma come estensioni di se stessi. Ovviamente tu non puoi cambiare i tuoi genitori, ma puoi cambiare il tuo modo di relazionarti a loro: non più da figlio ma da persona adulta. Ma attenzione, non si può essere adulti solo quando fa comodo!
Molti trentenni vorrebbero essere trattati in modo consono alla loro età anagrafica quando, di fatto, si comportano con i genitori come degli adolescenti maleducati e viziati. Se vuoi che i tuoi genitori ti rispettino di più, comincia a condividere con loro doveri e responsabilità. Dopotutto se tu abitassi con un amico, non potresti prendere che lui raccolga le cose che tu lasci in giro, che lui cucini i tuoi pasti o che ti mantenga: saresti costretto a fare la tua parte.
Se i tuoi genitori appartengono al tipo iperprottettivo potrebbero scoraggiare queste iniziative e sentirsi un po' sminuiti nel loro ruolo: una madre di questo genere trova il suo appagamento nell'accudire il più possibile il figlio. Ma è importante per il tuo (e il suo) benessere psicologico che tu ti sforzi di comportarti in modo più indipendente. Dopotutto acquisire le abilità necessarie a gestire una casa e uno stipendio, ti sarà molto utile quando finalmente abiterai per conto tuo o ti farai la tua famiglia.
IMPARA A DARE DEI LIMITI - Sei vuoi sopravvivere ad un genitore intrusivo e controllante devi imparare a dargli dei limiti, a discutere con lui delle tue esigenze e a comunicargli chiaramente quali dei suoi comportamenti ti feriscono o ti infastidiscono. Questo non è sempre facile. Di fronte ad un genitore che piange o urla, si finisce spesso per comportarsi come adolescenti arrabbiati e scontrosi. Per evitare l'ennesima lite, si finisce per chiudersi in un ostinato mutismo o si raccontano delle bugie, oppure, per reazione, si diventa offensivi, mentre magari i veri problemi non vengono affrontati. Per comunicare efficacemente, è importante affrontare le questioni spinose in modo sereno ma assertivo.
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RIDUCI I MOTIVI DI ATTRITO - Un pizzico di educazione e di diplomazia possono fare dei miracoli anche nelle situazioni più difficili. Se è giusto impuntarsi sulle questioni importanti che ti riguardano, anche a costo di affrontare un bel conflitto, è saggio essere flessibili sulle questioni di marginale importanza.
