Dopo la laurea? Faccio l'avvocato

Lo sbocco naturale dopo la laurea in giurisprudenza

Dopo la laurea? Faccio l'avvocato

L'avvocato è un libero professionista che svolge attività giudiziale (difesa e rappresentanza in giudizio) e stragiudiziale (consulenze periodiche, stesura di pareri, arbitrati, redazione di contratti particolarmente complessi).

Per accedere a questa professione è necessario compiere la pratica forense per due anni presso uno studio legale; per chi frequenterà anche la Scuola di Specializzazione il periodo di pratica si riduce a un solo anno.

La via più semplice per trovare uno studio legale presso cui praticare il tirocinio, in mancanza di contatti personali con l'ambiente, è rivolgersi al Consiglio dell'Ordine Forense della propria città (la pratica deve svolgersi nella città di residenza del praticante). La pratica è gratuita ed è nella discrezionalità dello studio assegnare al praticante un "rimborso spese". Compiuta la pratica, per diventare avvocato occorre sostenere il relativo esame di Stato.
L'esame per l'iscrizione negli albi degli avvocati deve essere tenuto nella sede di Corte d'appello nel cui distretto si è effettuata la pratica; la domanda di ammissione agli esami deve essere presentata, di solito, entro il 10 novembre.
L'esame ha carattere teorico-pratico ed è scritto e orale.

Le prove scritte sono tre. Esse vengono svolte su temi formulati dal Ministero della giustizia ed hanno per oggetto:

1. la redazione di un parere motivato, da scegliersi tra due questioni in materia regolata dal codice civile;

2. la redazione di un parere motivato, da scegliersi tra due questioni in materia regolata dal codice penale;

3. la redazione di un atto giudiziario che postuli conoscenze di diritto sostanziale e di diritto processuale, su un quesito proposto, in materia scelta dal candidato tra il diritto privato, il diritto penale ed il diritto amministrativo.

Le prove orali consistono:
1. nella discussione, dopo una succinta illustrazione delle prove scritte, di brevi questioni relative a cinque materie, di cui almeno una di diritto processuale, scelte preventivamente dal candidato, tra le seguenti: diritto costituzionale, diritto civile, diritto commerciale, diritto del lavoro, diritto penale, diritto amministrativo, diritto tributario, diritto processuale civile, diritto processuale penale, diritto internazionale privato, diritto ecclesiastico;

2. nella dimostrazione di conoscenza dell'ordinamento forense e dei diritti e doveri dell'avvocato.

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