Le avanguardie letterarie del Novecento: riassunto
Breve riassunto sulle avanguardie letterarie del 900: Dadaismo, Futurismo, Crepuscolari, Vociani. (Marinetti, Palazzeschi, Gozzano, Sbarbaro, Rebora
Indice
Le avanguardie letterarie del Novecento
Le avanguardie letterarie del Novecento sono movimenti intellettuali e artistici totalizzanti, nati in risposta ai movimenti del Decadentismo e del Naturalismo con lo scopo di ricercare un nuovo tipo di arte.
Gli artisti d’avanguardia negano i valori tradizionali della società di massa, e sostengono invece un'arte nuova, capace di rompere con il passato ed esprimere le emozioni dell'inconscio. Un'arte, inoltre, proiettata al futuro, alla modernità e alla velocità.
Il disprezzo della massa e la ricerca, tuttavia, del suo consenso, è la principale motivazione dell'insuccesso di questi movimenti: la contraddizione che portano in sé è troppo evidente.
I movimenti d'avanguardia
I principali movimenti d’avanguardia sono:
- l’Espressionismo
- il Futurismo
- il Dadaismo
- il Surrealismo.
Dadaismo
Il Dadaismo è un movimento che denuncia la distruzione delle strutture sociali e nasce nel 1916 a Zurigo da Tristan Tzara, che ne è fondatore e maggiore esponente.
Questo movimento, che deriva dalla parola russa Dada, il cui significato è nulla, si basa sulla concezione del nichilismo. Il suo scopo è la distruzione dell’espressione linguistica, dalla sintassi al lessico, fino ad ottenere il nulla.
Futurismo
Il Futurismo nasce a Parigi il 20 febbraio 1909, quando Filippo Tommaso Marinetti pubblica su Le Figaro il primo Manifesto futurista e si considera concluso solo con la morte del suo fondatore nel 1944.
Questo movimento propone il rinnovamento di ogni cosa ed esalta il progresso ad ogni costo: culto della macchina e della velocità, della violenza e della guerra sono alla base del movimento, che rifiuta completamente la tradizione.
Infatti Il futurismo propone, provocatoriamente, la distruzione di Musei, Biblioteche e Accademie che custodiscono la cultura del passato, della tradizione.
I poeti che aderiscono a questo movimento sono Martinetti, Palazzeschi, Govonio, Buzzi e Cavacchioli.
Crepuscolarismo
Il Crepuscolarismo una fase che ha interessato soprattutto la poesia tra il 1903 e il 1911.
La poetica crepuscolare si trova facilmente in autori quali Corazzino, Moretti, Govoni, Palazzeschi e Gozzano.
Guido Gozzano è in particolare uno dei principali esponenti. La sua poetica si rivolge a temi di vita borghese ed esprime la realtà della quotidianità e la realtà dell’animo umano.
Per Gozzano l’arte sostituisce la vita: la funzione dell’arte, in sostanza, è quella di compensare i malesseri della vita. La poesia ora non eleva più il poeta distinguendolo dalla massa, ma ne esprime le nuove caratteristiche. La letteratura ha senso solo se esprime la consapevolezza della sua inutilità.
I Vociani
Sono detto Vociani tutti quei poeti che collaborarono con la rivista fiorentina La Voce.
Questi poeti non basano la loro esistenza su una poetica definita, ma su principi di rinnovamento della poesia. Tali poeti si propongono come ricercatori di nuovi valori spirituali e sociali.
I principali esponenti sono Piero Jahier, Giovanni Boine, Camillo Sbarbaro e Clemente Rebora.
Gli artisti
Di seguito faremo una piccola carrettala dei principali esponenti di ciascun movimento, secondo quanto specificato sopra. In particolare:
- Futurismo: Filippo Tommaso Marinetti e Aldo Palazzeschi
- Crepuscolarismo: Guido Gozzano
- Vociani: Camillo Sbarbaro e Clemente Rebora
Filippo Tommaso Marinetti
Marinetti nasce nel 1876 da una ricca famiglia di origine ligure ad Alessandria d’Egitto, e vive tra Parigi e Milano, dove fonda la rivista Poesia.
Principale esponente del Futurismo, ne pubblica il Manifesto nel 1909. Si avvicina al movimento fascista dal quale riceve nel 1929 la nomina ad Accademico d’Italia.
Muore a Como nel 1944.
Aldo Palazzeschi
Palazzeschi nasce a Firenze nel 1885. Dopo il diploma in ragioneria frequenta l’istituto superiore di economia e commercio a Venezia. Collabora con Lacerba e La Voce. Combatte nella prima guerra mondiale, e l’esperienza gli ispirerà Vita militare.
Nel 1957 l’accademia dei Lincei gli conferisce il premio Internazionale Feltrinelli. Nel 1960 l'Università di Padova gli conferisce una laurea Honoris Causa.
Le raccolte più importanti sono I cavalli Bianchi, Lanterna, Poemi, L’incendiario.
Tra i romanzi: Il codice di Perelà, Le sorelle Materassi.
Palazzeschi si avvicina, in un primo moment, al crepuscolarismo, per poi aderire al movimento futurista.
Al crepuscolarismo lo accomuna il rifiuto del poeta Vate, ma lo distingue l’atmosfera vitale e gioiosa creata nelle sue poesie. Questo si traduce in una regressione all’infanzia.
Con il movimento futurista condivide invece la necessità di rinnovare la cultura ed i costumi.
La sua poesia esprime la dimensione divertente e trasgressiva dell’arte.
Lasciatemi divertire è una poesia che fa parte della raccolta L’incendiario e si contrappone a Lasciatemi sognare, come un gioco propositivo e pieno di vita. Il poeta qui propone parole senza alcun significato chiedendo di non essere giudicato male per questo.
Guido Gozzano
Gozzano nasce nel 1883, frequenta il liceo e si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza. Nel 1907 pubblica la sua prima raccolta, La via del rifugio, e successivamente I colloqui.
La tubercolosi lo segue fin da giovane. Tuttavia si trova spesso a viaggiare molto collaborare con riviste e giornali. Nel 1912 a causa di un peggioramento intraprende un viaggio in India. Muore il 9 agosto 1916 a Torino.
Tra le opere principali c'è La signorina Felicita ovvero la Felicità, che fa parte del poemetto pubblicato sulla “Nuova Antologia” nel marzo 1909. La poesia racconta dell’idilio tra il poeta e una giovane donna né bella né colta, di nome Felicita. Ed è proprio questa caratteristica della donna semplice ed ingenua ad attrarre il poeta. Il rapporto tra i due non potrà comunque continuare per la differenza sociale che li divide e perché Gozzano non si può abbandonare a questi sentimenti.
I sentimenti espressi nella poesia, come succede nelle opere di Gozzano, vengono frenati dall’ironia, che aiuta anche a mantenere il distacco del poeta dalla realtà.
Camillo Sbarbaro
Sbarbaro nasce a Santa Margherita Ligure nel 1888. Dopo gli studi liceali, lavora in un’industria siderurgica di Savona e poi all’Ilva di Genova. Combatte nella Prima guerra mondiale e comincia a dare lezioni di latino e di greco, collaborando con alcune riviste. Si trasferisce con la sorella e si dedica allo studio dei licheni ottenendo notevoli risultati. Muore a Savona nel 1967.
Sbarbaro affronta tematiche comuni al movimento degli Espressionisti. La figura del poeta nelle sue opere non è quella del poeta vate, ma quella dell’uomo di massa.
In Taci anima stanca di godere, pubblicata sulla rivista “La Riviera Ligure” nel 1913 e parte della raccolta Pianissimo, Sbarbaro parla con la propria anima, silenziosa e incapace di reagire alle emozioni: né felicità, né ira, né speranza o preoccupazioni. Non è capace neppure di provare sofferenza, e non gli resta che guardare se stesso senza provare nulla.
Clemente Rebora
Rebora nasce a Milano nel 1885, e dopo gli studi classici si laurea in Lettere. Combatte anche lui nella Prima guerra mondiale, ma nel 1915 viene congedato in seguito ad uno choc nervoso provocato dallo scoppio ravvicinato di una bomba. Ricorderà la sua esperienza militare in alcune poesie scritte tra il 1913-1918.
Riprende l’insegnamento e nel 1929 si converte al cattolicesimo. Nel 1936 viene ordinato sacerdote. Dedica il resto della vita all’attività religiosa fino alla morte nel 1957 a Stresa.
Anche Rebora come Sbarbaro vive la poesia in una realtà alienata, ma cerca di darle un ordine. In Viatico la poesia è inserita nel contesto della Prima guerra mondiale, e racconta il tormento e la disperazione che la vita militare in una guerra, porta a provare.
Ascolta il podcast sulla poesia del Novecento
Una breve lezione sui principali movimenti poetici del Novecento:
Ascolta su Spreaker.Avanguardie letterarie e artistiche: approfondimenti
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