Aspettando Godot: riassunto e significato
Riassunto e significato di Aspettando Godot di Samuel Beckett, l'opera teatrale che in lingua originale è conosciuta come Attendant Godot
Indice
Aspettando Godot
Opera teatrale composta da Samuel Beckett, Aspettando Godot, o meglio Attendant Godot, in quanto originariamente era un'opera in lingua francese, successivamente tradotta in inglese dallo stesso autore, si inserisce in modo perfetto nel filone del teatro dell'assurdo, implicando situazioni insensate, trama sterile, messaggi di difficile ricezione da parte del pubblico.
La storia, ambientata in uno spazio surreale, che non consente il riconoscimento e la collocazione delle scene in ambito geografico definito, si incentra sulle figure di Vladimiro ed Estragone.
I due protagonisti sono probabilmente due senzatetto. I due discorrono attorno a svariati argomenti e spesso scadono nella banalità, contribuendo notevolmente ad annoiare lo spettatore, che si sente quasi preso in giro dall'autore per ciò che gli viene posto di fronte.
I dialoghi dei due personaggi principali ruotano, come già detto, intorno ad argomenti di varia natura che denotano la mancanza di punti fermi e di certezze nei confronti della vita, e una fiducia nell'esistenza che se anche ci fosse stata in un tempo lontano, ormai non è che polvere.
Vladimiro ed Estragone apparentemente possono ingannare lo spettatore: sembrano due amici di lunga data, ma la realtà consiste non nell'affetto, ma nella "necessità" intesa come complementarità delle due anime: in numerosi punti dell'opera in questione compaiono indizi che inducono a pensare che i due abbiano bisogno l'uno dell'altro per vivere. Quando Vladimiro sveglia Estragone e quest'ultimo riferisce di aver sognato qualcosa, ad esempio, Vladimiro non vuole sapere cosa Estragone abbia sognato: ciò dimostra che i due in realtà non provano affatto l'uno per l'altro un sincero sentimento di amicizia.
Aspettando Godot di Samuel Beckett: trama
Vladimiro ed Estragone aspettano per l'intera durata dell'opera Godot, ma lo spettatore è confuso dall'impossibilità di comprendere la reale entità di questo personaggio, che, secondo i canoni del teatro classico, potremmo definire "muto".
Samuel Beckett alla domanda "Chi è Godot?" rispondeva: "Se l'avessi saputo l'avrei descritto nell'opera", denotando quindi la soggettività dell'interpretazione del personaggio.
Godot può essere inteso a seconda della sensibilità e dell'animo dello spettatore in vari modi: può essere una divinità, un vecchio amico, un padrone, o anche l'unica opportunità della loro vita.
Godot inteso come l'unica opportunità della vita dei due "amici" può significare che l'uomo aspetta per tutta la vita qualcosa che possa dare un senso alla propria vita, qualcosa che possa salvarci dalla disperazione (nonostante si parli spesso di suicidio, i due protagonisti non giungono mai a questo atto estremo), e la totale insensatezza e monotonia dell'opera può metaforicamente indicare la vita, nella visione più analitica e pessimistica.
Nel primo atto compaiono inoltre due nuovi personaggi: Pozzo e Lucky, due entità che incarnano rispettivamente il capitalista e il proletariato sfruttato. Gli atteggiamenti di Pozzo, uomo borioso e altezzoso rappresentano il modo di pensare di una classe sociale abituata a governare, ad avere ricchezze e servi, e ciò è dimostrato dagli ordini impartiti a Lucky, membro del proletariato che ha servito per tutta la vita il padrone e la sua famiglia, e si ritrova vecchio, e, nonostante le sue condizioni, sfruttato.
La trama subisce un'improvviso evolversi quando arriva un ragazzo, che presumibilmente lavora al servizio di Godot. Volendo vedere l'opera in chiave cristiana, potrebbe essere un angelo, poiché dà ai protagonisti una speranza di vedere Godot, ma allo stesso tempo li intristisce informandoli che quel giorno non sarebbe potuto arrivare da loro.
In seguito a ragionamenti e dialoghi di varia natura, alla fine del secondo atto ritroviamo il ragazzo che informa i due vagabondi che Godot non li verrà a trovare nemmeno quel giorno, e che dovranno aspettare ancora: così si conclude l'opera di Beckett, con i due protagonisti che aspettano Godot.
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