Arte egizia: caratteristiche e significato di statue e pitture. Cronologia e stile dell'architettura
Indice
1Introduzione
L’arte egizia è uno dei fenomeni più singolari e originali di tutta la storia dell’arte. Per circa tre millenni, dal 2800 a.C. fino alla conquista romana, l’arte egizia mantenne costanti, indipendenti e riconoscibili i propri tratti distintivi.
L’apparente e impressionante immutabilità stilistica dell’arte egizia stimolò la lettura superficiale di un’arte chiusa in un non-sviluppo. Bisogna infatti ricordare che i reperti archeologici giunti fino a noi restituiscono solo parzialmente la complessità della cultura egizia.
2Principi e canoni
Per comprendere l’arte dell’Antico Egitto è necessario conoscere le loro credenze mitologiche e simboliche . Infatti, la loro concezione del mondo era strettamente legata al contesto fisico presieduto dal grande fiume Nilo; non a caso ogni aspetto della loro vita si collega all’elemento acquatico.
L’Antico Egitto era guidato dal faraone, figura centrale per la cultura egizia: non a caso le maggiori testimonianze artistiche di questa civiltà hanno a che fare con la sua immagine.
Gli egizi ritenevano che l’arte avesse un potere magico: infatti la loro ricerca dell’immortalità si concretizzava attraverso l’immagine e il simbolo, rappresentati secondo modelli tradizionali e spesso collocati in spazi pubblici o nelle aree sepolcrali.
2.1Il ruolo dell'arte
L’arte egizia assolveva due funzioni principali: celebrativa e religiosa. Non si conoscono i nomi degli artisti del periodo, dunque si farà riferimento ai sovrani responsabili delle opere artistiche.
Il genere del ritratto rappresentava una forma artistica attraverso cui gli uomini sfuggivano alla morte terrena. Fu praticato soprattutto attraverso i ritratti scultorei e le maschere funerarie. Anche il rito della mummificazione permetteva la conservazione dell’immagine.
L’arte egizia si caratterizza principalmente per:
- La gerarchizzazione delle figure e la sovrapposizione dei piani;
- La bidimensionalità e la ieraticità;
- L’idealizzazione delle forme e il loro significato spirituale.
La scrittura geroglifica è strettamente collegata all’arte figurativa monumentale dell’Antico Egitto e si trova spesso sui papiri , sulle pareti dei templi e sugli steli. Si tratta di simboli che indicano sia il suono sia il significato legato al mondo delle divinità sacre.
2.2Periodizzazioni
L’inizio della civiltà egizia si fa risalire all’evento dell’unificazione dei due Regni, durante l’età del re Menes (IV Millennio a.C.–3125 a.C.), con capitale la città di Tini. La storia di questa civiltà è divisa in cinque fasi intervallate da “periodi intermedi”.
Noto anche come età arcaica, questo è il periodo storico più antico della civiltà egizia. Quando il potere politico si consolidò, nacque la figura del faraone. Di questo periodo si conservano statue di piccole dimensioni, in pietra e argilla, e le prime tracce di rilievi e di forme architettoniche, come le piramidi.
Nel corso del Medio Regno la pittura egizia acquistò un cromatismo più acceso, mentre le masse si dotarono di una maggiore tridimensionalità. Si diffuse la tomba rupestre, una forma di sepoltura differente e concepita per essere visitata all’interno.
La forte politica d’espansione verso la Siria portò al fiorire delle arti decorative: lo testimoniano le ceramiche smaltate e le statue di legno, avorio e metallo. Durante il regno di Ramses II (1303-1212 a.C.) si incentivò lo sviluppo delle arti: furono realizzate costruzioni colossali e nacque il cosiddetto “gusto ramesside”.
Le difficoltà economiche e politiche del periodo causarono un rallentamento nello sviluppo delle arti che rimasero legate ai modelli figurativi di Ramses II. Questo stile iniziò a essere percepito come ridondante e ripetitivo, e venne riportato a forme più arcaicizzanti.
Una nuova fase storica e culturale della civiltà egizia ebbe inizio con l’arrivo dei Greci di Alessandro Magno (356-323 a.C.) nel IV secolo a.C., sebbene ci furono alcune resistenze tra le due civiltà. L’arte egizia di questo periodo diventò più sensuale e legata ai modelli tratti dalla natura; i Ritratti del Fayyum ne sono un esempio.
3Pittura
3.1Caratteristiche
La pittura egizia aveva una funzione religiosa e solitamente veniva realizzata lungo le pareti delle aree sepolcrali e dei templi, oppure sui sarcofagi. Veniva utilizzata soprattutto la pittura a tempera.
Le figure sono poste su registri sovrapposti secondo una visione bidimensionale. I colori sono convenzionali e privi di chiaroscuro. Le forme sono essenziali e chiare. Prima di iniziare a dipingere sul muro, l’artista riportava il cartone preparatorio sulla parete.
3.2Opere
Le pitture a tempera (1350 a.C. circa) provenienti dalla tomba di Nebamon, conservate presso il British Museum di Londra e ad Avignone, vennero realizzate durante il periodo del Nuovo Regno.
La scena della caccia e il giardino ideale sintetizzano gli elementi della concezione primordiale del cosmo e accompagnano il defunto nel suo viaggio oltre la morte. La ricerca di forme idealizzate e standardizzate allontana la scena dalla resa realistica.
Il Libro dei morti di Hunefer (XIII secolo a.C. circa) fu prodotto sotto il periodo del Nuovo Regno e ad oggi è conservato presso il British Museum di Londra.
La scena, eseguita su papiro e legata alla vita oltre la morte, rappresenta il giudizio delle divinità, quali Osiride, Anubi e Thot, imposto alle azioni dei defunti.
3.3I colori che usavano gli egizi
Nella pittura egizia, i colori erano spesso realizzati utilizzando pigmenti naturali ottenuti da minerali e terre:
- Il nero era in genere ottenuto dal carbone, più raramente dall'ossido di manganese, veniva estratto nella penisola del Sinai.
- Il calcare o il gesso triturati, invece, servivano per ottenere il colore bianco.
- Dalle terre colorate o dall'ossido di ferro naturale si ottenevano la maggioranza dei pigmenti in polvere: l'ocra gialla dall'ossido di ferro idratato e quella rossa dall'ossido di ferro.
- Inoltre, la mescolanza di minerali con i pigmenti bianchi permetteva di ottenere una grande varietà di sfumature, dal giallo, rosso fino al marrone.
- Il blu e il verde, invece, si ricavavano rispettivamente dall'azzurrite e dalla malachite, due minerali.
4Scultura
4.1Caratteristiche
La statuaria egizia è in rapporto all’architettura. La richiesta di sculture monumentali proveniva soprattutto dal faraone e la sua corte. La pietra aveva un forte significato simbolico legato all’immortalità dell’effigiato. Durante il regno di Ramses II, la domanda di sculture subì una democratizzazione che comportò un aumento sensibile delle opere.
Nel corso del Medio Regno si diffuse la “statua cubo”, con l’effigiato rappresentato accovacciato. Più diffuse sono le naofore, cioè statue sedute o in piedi che reggono un naos, un’edicola con statuette di divinità. Le fattezze potevano essere idealizzate oppure realistiche. Progressivamente le sculture assunsero dimensioni sempre più monumentali.
4.2Opere
Micerino e la moglie (2520ca a.C.) è un gruppo scultoreo realizzato in basalto negli anni dell’Antico Regno, oggi conservato presso il Museum of Fine Arts di Boston. Raffigura il sovrano Micerino (2532-2503 a.C.) insieme a sua moglie.
La scultura faceva parte di un corteo funerario lapideo ed è legata all’ambito devozionale. Micerino, che porge una gamba verso avanti, dimostra la sua superiorità sociale, mentre la moglie lo abbraccia al suo fianco.
Il Busto di Nefertiti (1345ca a.C.) è conservato presso il Neues Museum of Berlino. Fu realizzato nel corso del Nuovo Regno e rappresenta il ritratto della regina Nefertiti (1370-1330 a.C.) la quale, tra il 1353 e 1336 a.C., regnò insieme al marito Akhenaton (1372-1336 a.C.).
Il Busto di Nefertiti, in pietra calcarea e gesso, incarna il canone egizio di bellezza femminile attraverso la fisionomia esile e i tratti eleganti del volto, che sono enfatizzati dal cromatismo pittorico.
5Architettura
L’attività edilizia nell’Antico Egitto si manifestò all’interno delle città, dove le abitazioni in mattoni crudi venivano costruite. Le architetture egizie monumentali, realizzate in pietra, erano legate alle funzioni sacre e funerarie: si tratta di templi e di sepolcri che omaggiano la vita ultraterrena.
5.1Opere
La Piramide di Chèope (XXVI secolo a.C), anche conosciuta come Piramide di Giza, è una delle più antiche piramidi dell’Antico Egitto, nonché una delle sette meraviglie del mondo antico. Situata nella città del Cairo, la piramide faceva parte della necropoli di Giza.
La piramide svolgeva la funzione di tempio funerario, dunque era un luogo sacro. Al suo interno si nascondono cunicoli e tunnel che ospitano le antiche tombe dei faraoni.
Il Tempio di Luxor (XIV secolo a.C.) è uno dei più noti complessi templari dell’Antico Egitto, situato nella Valle dei Re presso l’antica città di Tebe, oggi non più esistente. Frutto dell’unione di due luoghi sacri, l’area fu ampliata durante i regni di Tutankhamun (1341- 1323 a.C.) e di Ramses II.
Percorrendo a nord il Viale delle Sfingi si arriva alla porta trionfale che dà accesso all’area monumentale. Il Tempio si sviluppa in una sequenza di cortili e luoghi di culto, ognuno dedicato a una divinità egizia. In origine l’area era interamente decorata da obelischi e sculture apotropaiche e simboliche.