Gli Arabi, la nascita e la diffusione dell’Islam
Indice
1Fondazione dell’Islam e prime conquiste arabe
All’inizio del VII secolo, Maometto (nome italianizzato di Muhammad) iniziò la sua predicazione a La Mecca e fondò una nuova religione monoteista: l’Islam.
In quel momento la penisola arabica era poco urbanizzata, la popolazione che l’abitava era organizzata in clan tribali e principalmente dedita alla pastorizia e alle attività commerciali. La penisola era infatti un luogo di transito delle merci fra l’Asia e il Mediterraneo. La Mecca era il centro commerciale più importante ed era dominata dal clan dei Qurayshiti, che avevano eletto la Ka’ba a luogo di culto di tutte le divinità della penisola e meta di pellegrinaggio. Nella penisola arabica convivevano diverse religioni, politeismi e animismi, insieme ad alcune comunità cristiane ed ebraiche.
In questo contesto, quando Maometto propose un nuovo monoteismo e un atto di sottomissione ad Allah come unico Dio, non fu bene accolto dall’oligarchia meccana, interessata a mantenere immutata la situazione politico-religiosa della città.
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Insieme ai suoi primi seguaci, nel 622 Muhammad si spostò dunque a Yathrib (poi rinominata Medina). Lì il Profeta divenne un vero e proprio capo politico e si costituì il primo nucleo della comunità islamica (la umma).
In seguito Muhammad tornò a La Mecca. Nel 624 la sostituì a Gerusalemme come punto di orientamento per la preghiera. Anche lì, dopo qualche anno di conflitti e di trattative diplomatiche con i clan locali, la maggior parte delle tribù si convertì all’Islam.
Da quel momento in poi, la diffusione del nuovo monoteismo e le conquiste territoriali degli Arabi sono state rapide e molto vaste. Alla morte di Muhammad nel 632, l’Islam riuniva ormai gli Arabi in una fede religiosa comune e in una comunità politicamente coesa.
Negli anni immediatamente successivi alla morte del Profeta, la guida della comunità islamica fu assunta da quattro califfi che, succedendo rapidamente l’uno all’altro, iniziarono la costruzione di quello che sarebbe diventato un grande impero islamico, esteso dalla Persia alla penisola iberica.
Le prime conquiste arabe determinarono la fine dell’indebolito impero persiano guidato dalla dinastia sasanide e un radicale ridimensionamento dell’impero bizantino, che perse l’Egitto e la Siria.
La rapidità e l’efficacia dell’espansione islamica ha alcune ragioni storiche principali:
- l’esercito arabo erano ben organizzato, diversi dei suoi generali avevano combattuto e si erano formati negli eserciti di Bisanzio e dell’impero sasanide;
- l’impero persiano e quello bizantino erano deboli e divisi;
- alcune delle popolazioni che vivevano sotto i precedenti imperi, stanche della pressione fiscale, accolsero gli Arabi come liberatori.
All’inizio dell’espansione, gli Arabi mantennero nei territori conquistati l’organizzazione amministrativa e fiscale ereditata dagli imperi precedenti. Cristiani ed ebrei poterono conservare le proprie tradizioni religiose, in cambio del pagamento di un’imposta. All’inizio, gli Arabi costituivano un’élite militare, parzialmente separata dal resto della società.
Abbastanza rapidamente, però, iniziò un processo di assimilazione reciproca fra i nuovi venuti e le popolazioni locali. Nell’VIII secolo, i non arabi convertiti all’Islam furono ammessi nell’esercito. Contemporaneamente, le milizie arabe iniziavano a stabilirsi nelle province. La lingua araba si diffondeva come lingua comune e la nuova religione, abbracciata dalla maggior parte dei locali, costituiva un elemento centrale dell’unità politica e culturale del nuovo impero.
Anche quando successivamente l’impero islamico perse la sua unità politica, si andava ormai costituendo una civiltà islamica, con una cultura, una lingua e delle tradizioni comuni.
1.1I 5 precetti dell’Islam
I cinque precetti sono obblighi religiosi e sociali che ogni fedele è tenuto a rispettare:
- la testimonianza della fede, che consiste in una frase da pronunciare ogni giorno e che dà prova della consapevolezza del fedele;
- la preghiera, che va recitata 5 volte al giorno cioè, all'alba, a mezzogiorno, a metà pomeriggio, al tramonto e di notte;
- fare l'elemosina che è anche un dovere sociale per contribuire ad appianare le ingiustizie; dato che ogni cosa appartiene a Dio, una quota di quello che non serve per vivere (pertanto valutato come ricchezza) va dato annualmente ai poveri;
- digiunare nel mese di Ramadan, tranne i malati e le donne durante il ciclo, mentre per i bambini si osserva un digiuno per mezza giornata;
- Il pellegrinaggio alla Mecca da compiere almeno una volta nella vita.
2Dinastia omayyade (660-750) e dinastia abbaside (750-945)
Facciamo un passo indietro e torniamo al VII secolo, all’inizio della storia del califfato. Durante il regno dei primi quattro califfi, il governo delle province fu affidato a dei governatori (emiri), assistiti da un corpo di guardia e da un giudice. Tramite gli emiri, i califfi mantennero un saldo governo centrale del potere. La carica divenne ereditaria e con Othman (644-656) iniziò la dinastia del clan degli Omayyadi (660-750).
Sotto gli Omayyadi, gli Arabi continuarono l’espansione conquistando l’Africa settentrionale e la penisola iberica, spesso trovando una buona accoglienza da parte della popolazione locale. Trasferirono la capitale a Damasco e attaccarono Costantinopoli, ma furono sconfitti dai bizantini nel 678. Sotto la dinastia Omayyade, gli Arabi arrivarono fino all’Indo.
Con il supporto degli Sciiti, a metà dell’VIII secolo gli Abbasidi si impadronirono del potere, uccidendo l’ultimo califfo omayyade. Nel 762, il califfo Al-Mansur fondò Baghdad, facendone la capitale di un impero riorganizzato sul modello della monarchia assoluta orientale. Il potere effettivo venne concentrandosi nelle mani dei funzionari, che riuscirono a rendere anche le proprie cariche ereditarie, fondando dinastie. La composizione dell’esercito era nuovamente mutata: i soldati erano allora per lo più mercenari, soprattutto turchi. Con gli Abbasidi, Baghdad divenne un centro culturale fiorente, dove si incontrano medici, filosofi e scienziati provenienti da ogni dove.
3I regni islamici in Egitto e nella penisola iberica
Sotto la dinastia abbaside, in particolare dal X secolo, si svilupparono forti spinte autonomistiche, di origine etnica o incentivate da governatori locali a causa di rivalità politiche. Il titolo di califfo venne rivendicato sia dalla dinastia sciita dei Fatimiti che controllava l’Africa settentrionale e la Palestina, sia dall’emiro di Cordova, ultimo erede degli Omayyadi. L’impero si divise in diversi califfati. La dinastia abbaside riuscì a mantenere il potere a Baghdad fino al 1258, data della conquista mongola.
La parte centro-meridionale della penisola iberica – chiamata al-Andalus – divenne un emirato indipendente nel 756 e un califfato nel 929. Il governo islamico condusse una politica di tolleranza e integrazione nei confronti di ebrei e cristiani. Il regno raggiunse un altissimo livello di sviluppo economico e culturale.
Nel 997, il califfato di Cordova conquistò Santiago de Compostela e successivamente sottrasse ai Fatimiti i territori berberi dell’Africa settentrionale. All’inizio dell’XI secolo, però, il califfato si frammentò, dividendosi in una serie emirati e principati più piccoli. Al-Andalus sarà riunita alla fine dell’XI dagli Almoravidi, una dinastia berbera che si era già imposta in Marocco. Fra XI e XII secolo, nella penisola iberica si intensificarono i conflitti con i regni cristiani del nord, che approfittando della debolezza del califfato si espandevano conquistando una sempre maggior porzione dei suoi territori.
Nello stesso periodo, i Fatimiti istituivano un califfato autonomo in Egitto. Il Cairo, fondata nel 969, divenne rapidamente il più grande centro commerciale dell’epoca. In seguito, gli stessi Fatimiti conquistarono tutto il Maghreb e la Sicilia, giovandosi sempre della pacifica convivenza con i cristiani e gli ebrei.
4La Sicilia islamica
La conquista della Sicilia fu particolarmente lenta. Dopo lo sbarco a Mazara e la vittoria contro i Bizantini vicino a Corleone, l’esercito islamico composto di Arabi, Berberi e Andalusi si diresse verso Siracusa, che avrebbe resistito per decenni alla conquista. Nell’831 cadde anche Palermo, che in poco tempo sarebbe diventata una delle grandi metropoli dell’Islam. Le ultime città bizantine dell’isola furono conquistate nel 965.
Costituitasi come emirato indipendente sotto la dinastia dei Kalbiti, la Sicilia visse un secolo di prosperità e benessere. L’agricoltura si sviluppò non solo attorno alle città principali ma in tutta l’isola, permettendo esportazioni verso le coste africane. Furono introdotti gli agrumi, la palma e il papiro, con la conseguente nascita di industrie di varia natura, promosse e gestite direttamente dallo stato. L’isola rimase sotto il governo islamico fino all’arrivo dei Normanni nell’XI secolo.
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Domande & Risposte
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Chi fu il fondatore dell'Islam?
Maometto.
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Chi ha scritto il Corano e in quale lingua?
Le parole della rivelazione sono state imparate a memoria dai musulmani e poi messe per iscritto, in arabo letterario, dagli scribi.
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Cosa significa il nome del profeta Maometto?
Il nome Maometto, in arabo Muhammad, significa “il lodato”.
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Dove si trovavano i regni islamici?
Egitto, Penisola Iberica, Penisola Araba, Nordafrica.