Strage di Capaci, il 23 maggio #PalermoChiamaItalia

Per il XXVII anniversario della Strage di Capaci, a Palermo tornano la Nave e le Piazze della Legalità. L'iniziativa del MIUR per ricordare le vittime della mafia

Strage di Capaci, il 23 maggio #PalermoChiamaItalia
ansa

STRAGE DI CAPACI E VIA D'AMELIO

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, simboli della lotta alla mafia
Fonte: ansa

Il 1992 è stato un anno cruciale per la storia d'Italia. Il 23 maggio alle 17:58 l'auto su cui era in viaggio il giudice Giovanni Falcone con la sua scorta è stata fatta esplodere sull'autostrada A29, proprio in prossimità del punto che darà il nome all'evento di cui quest'anno ricorre il 26° anniversario: la Strage di Capaci. Pochi mesi dopo, il 19 luglio, perderà la vita in un altro attentato anche un altro giudice, Paolo Borsellino: è la Strage di via d'Amelio.

Il 23 maggio di quest'anno Palermo ricorderà le vittime della mafia con una serie di eventi patrocinati dal MIUR che vanno sotto il nome di #PalermoChiamaItalia.

ANNIVERSARIO STRAGE DI CAPACI: INIZIATIVE DEL MIUR

Centinaia di alunni delle scuole siciliane il 23 maggio accoglieranno al Porto di Palermo la Nave della Legalità, che avrà a bordo studenti provenienti da tutta Italia. Insieme si sposteranno verso i vari punti della città sedi delle iniziative:

  • L’Aula Bunker, luogo simbolo del Maxiprocesso a Cosa Nostra, nel carcere dell'Ucciardone di Palermo, dove si terrà il momento istituzionale della manifestazione;
  • Piazza Magione, piazza simbolica della città di Palermo nel quartiere Kalsa, che ospiterà oltre 7.000 studentesse e studenti, associazioni operanti nel campo della legalità e del sociale e Forze dell’ordine che svolgeranno attività educative e laboratoriali per i giovani e per i cittadini presenti;
  • Le scuole di Palermo, che proporranno iniziative sui temi della legalità.

Partiranno poi due cortei, uno da Via D’Amelio e uno dall’Aula Bunker, che confluiranno all’Albero Falcone, dove si terrà la cerimonia e alle 17:58, ora della strage di Capaci, verrà eseguito “Il silenzio” in onore delle vittime.

MIUR E LOTTA ALLA MAFIA

"L’educazione alla cittadinanza attiva e alla legalità è una spinta trasversale in tutta l’attività formativa del nostro sistema d’istruzione" ha dichiarato la ministra Valeria Fedeli a febbraio durante la presentazione delle iniziative del MIUR: "Il 23 maggio non è una manifestazione puntuale, una commemorazione vuota e rituale. È parte di un percorso di conoscenza e di mobilitazione civile che si perpetua e che rinnoviamo ogni anno. E ogni giorno".

Un modo quindi per riflettere sulle azioni quotidiane che influiscono nella lotta alla mafia: "Vogliamo che le nuove generazioni capiscano di essere parte in causa e parte attiva nella lotta alle mafie e alla criminalità organizzata" continua la Ministra "che i piccoli gesti quotidiani e i semplici atti di una vita vissuta nella legalità e nel rispetto sono fondamentali per costruire società giuste e libere". 

Per sensibilizzare ulteriormente gli studenti è stato lanciato un concorso al quale hanno partecipato oltre 700 scuole italiane: “Angeli custodi: l’esempio del coraggio, il valore della memoria”, rivolto a studentesse e studenti delle istituzioni scolastiche italiane di ogni ordine e grado, statali e paritarie. Maria Falcone, presentando il concorso promosso dalla sua Fondazione, aveva dichiarato: "L’intento del bando di concorso è quello di supportare il percorso di crescita di studentesse e studenti nel solco di donne e uomini che hanno sacrificato la loro vita per i loro ideali di libertà e democrazia".

La premiazione dei vincitori avverrà il 23 maggio.

“La vera battaglia contro la mafia non è solo la battaglia contro un’organizzazione criminale particolarmente pervasiva è la battaglia per riaffermare i nostri diritti e le nostre libertà" aveva sostenuto Franco Gabrielli presentando le iniziative lo scorso febbraio, "Perché a volte pensiamo che i diritti e le libertà possano essere limitati soltanto da un oppressore straniero o da un’occupazione armata, ma ci sono forme di dipendenza e di soggezione molto più subdole e molto più invasive ma non per questo meno preoccupanti per la democrazia". E ha proseguito: "Credo che il modo migliore di ricordare chi è morto nel nome di questi ideali e per questi valori, perché erano dei grandi giudici e dei grandi poliziotti, sia quello di avere coscienza di tutto questo. E siete proprio voi che frequentate il mondo della scuola che potete onorarli al meglio.” 

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