Analisi del Cantico del gallo silvestre di Leopardi
Il Cantico del gallo silvestre: analisi e significato del cantico inserito nelle Operette morali di Giacomo Leopardi
CANTICO DEL GALLO SILVESTRE: ANALISI
Il Cantico del gallo silvestre è stato scritto da Leopardi nel 1824 a Recanati. Il cantico appartiene alla raccolta delle Operette morali.
L'opera è suddivisa in due parti e la prima funge da introduzione; un preambolo nella quale Leopardi afferma di aver trovato un cantico scritto in una lingua orientale e di averlo tradotto dal verso in prosa perché era difficile da tradurre in italiano.
Dopo il proemio cominciano la parole del gallo: “su mortali destatevi” che indicano il sonno degli esseri viventi.
Con queste parole vuole ridare energia alla vita degli uomini che è simile alla morte anche se la morte è eterna.
Elemento nuovo: non solo le creature vanno verso la morte ma anche l’universo invecchia e la sua morte sarà caratterizzata da un silenzio nudo e da una quiete altissima che riempiranno lo spazio immenso (La parte finale dell’operetta presenta elementi che ricordano l’Infinito).
Aggettivi: “nudo” attribuito all’anima, “vita nuda” che non esiste più. Questi aggettivi vengono usati per esprimere la fine dell’universo, la morte è l’ultima destinazione della vita umana e rappresenta la personificazione del gallo silvestre, animale misterioso che sta sulla terra coi piedi e tocca il cielo con la cresta e il becco.
Gallo gigante a uso della ragione. Il Gallo è colossale come la natura nell’islandese come a indicare qualcosa di inspiegabile e di misterioso.
Su mortali destatevi: voce che suona come un risveglio dal sonno per cominciare la vita quasi per ammonire l’uomo che il risveglio dal sonno è un momento difficile, un momento in cui l’uomo si riconsegna nelle mani dell’infelicità.
A tutti il risvegliarsi è danno e converrebbe prolungare il sonno. Si ritorna nella infelicità. Cederà per ammonire l’uomo che il risveglio dal sonno è un momento in cui l’uomo si riconsegna nelle mani dell’infelicità (vivere come stato violento).
Nel Dialogo della Natura e di un Islandese si affronta il tema della natura il cui scopo è quello di mantenere perpetuo il ritmo dell’universo.
Nel cantico la finalità dell’essere delle cose è la morte e si ha un contrasto perché il desiderio dell’uomo va verso la felicità. Ma nessuna cosa è felice.
Sono presenti alcuni concetti della vita: vita come pena e patimento. L’uomo si ingegna per sottrarsi al dolore e sopravvivere nella speranza che si riesca a risolvere la negatività della vita.