Punti di forza e di debolezza di un'azienda

Individuazione ed analisi dei punti di forza e di debolezza e la definizione degli obiettivi per la pianificazione strategica aziendale

Punti di forza e di debolezza di un'azienda
getty-images

PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA DI UN'AZIENDA

Punti di forza e di debolezza di un'azienda
Fonte: getty-images

Individuazione ed analisi dei punti di forza e di debolezza. I punti di forza come si può ben capire sono quegli aspetti in cui la nostra impresa è migliore rispetto alle concorrenti, mentre i punti di debolezza sono gli aspetti in cui la concorrenza è migliore.

L'analisi dei punti di forza e di debolezza diventa molto complessa se si prendono in considerazione molti elementi di confronto, il che di fatto però ne riduce la vera efficacia, perchè l'analisi dei punti di forza e di debolezza sia efficace bisogna che con essa riusciamo ad evidenziare gli aspetti fondamentali, che rivestono una grande importanza, in cui noi siamo migliori degli altri o gli altri migliori di noi.

Per questo motivo di solito si prendono in considerazione solo i fattori chiave del prodotto e dell'impresa, tralasciando gli elementi di confronto secondari. Una lista di elementi chiave in cui dobbiamo vedere se siamo migliori o peggiori della concorrenza può essere, a titolo indicativo, la seguente:

  • il costo di produzione;
  • il prezzo di vendita;
  • la qualità del prodotto;
  • l'immagine del prodotto e dell'impresa;
  • l'efficienza del canale distributivo;
  • la fidelizzazione del cliente;
  • la capacità di adattamento e di sviluppo tecnologico.

Ovviamente non sono solo questi, ma certamente questi sono tra i più importanti, che già ci permettono di individuare i punti di forza e di debolezza fondamentali e nel caso di punti di debolezza, di prendere i necessari provvedimenti per farli diventare punti di forza.

DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI

Una volta che abbiamo studiato attentamente la situazione esterna ed esterna all'impresa e i punti di forza e di debolezza, dobbiamo iniziare a pensare agli obiettivi.

Gli obiettivi sono di lungo e di breve periodo e gli obiettivi di breve devono essere intesi come degli obiettivi intermedi che devono essere raggiunti per conseguire l'obiettivo di lungo.

Gli obiettivi del lungo periodo che tutte le imprese dovrebbero desiderare di raggiungere sono:

  • massimizzazione della redditività del capitale investito (ROI);
  • sopravvivenza sul mercato e massimizzazione della quota di mercato detenuta dall'impresa.

Gli obiettivi di lungo periodo però non è detto che siano solo questi, infatti a seconda dell'imprenditore, può darsi ad esempio che un obiettivo di lungo periodo sia quello di creare una rete di dipendenti che siano motivati e legati alla direzione da rapporti di complicità e di stima, oppure di migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti o di diminuire le emissioni inquinanti della sua attività.

D'altra parte, non è detto nemmeno che ci siano questi due obiettivi principali: un gruppo di persone può anche decidere di dare vita a un'attività con lo scopo di guadagnare quanto più possibile nel breve disinteressandosi dei dipendenti e delle strategie di lungo salvo poi capitolare di fronte alla maggiore efficienza di quelle imprese che rinunciando a dei grandi guadagni immediati sono riuscite a organizzare meglio la loro attività.

Spesso gli obiettivi di lungo periodo vengono visti come un circolo vizioso positivo, cioè il raggiungimento di alcuni obiettivi in via automatica porta al raggiungimento degli altri.

Ad esempio, se l'imprenditore riesce a soddisfare la clientela e quindi essere competitivo e allo stesso tempo riesce ad attirare forza lavoro e capitali (per la sua serietà, per le sue capacità umane e professionali), è molto probabile che dal raggiungimento di questi due obiettivi dipenda il benessere dell'azienda e quindi il suo sviluppo, ma un'azienda che si sviluppa a sua volta incrementa la sua competitività e attrae sia forza lavoro che capitali, ma attirando forza lavoro e capitali e aumentando la competitività si riesce a migliorare ancora la situazione dell'impresa che continua a svilupparsi e così via in un circolo che non finisce mai.

Come già accennato, gli obiettivi di lungo periodo vengono raggiunti ponendo degli obiettivi intermedi, che sono detti anche strumentali (perché sono lo strumento che permette di raggiungere l'obiettivo generale).

Gli obiettivi intermedi sono elaborati con riferimento alla varie aree di gestione prese singolarmente. Quindi per definire gli obiettivi intermedi, si divide l'attività dell'impresa nelle sue diverse aree (produzione, commercializzazione, amministrazione, marketing, ricerca e sviluppo, etc.) e per ogni area si vanno a definire gli obiettivi specifici che si vogliono raggiungere che ovviamente cambiano da area ad area.

Poi in genere si creano anche delle finte aree, cioè delle aree cosiddette sociali ("relazioni con il personale" e "relazioni con l'esterno" sono le più comuni) e anche per ognuna di queste si stabiliscono gli obiettivi che si vogliono raggiungere (incremento dell'occupazione, miglioramento delle condizioni di lavoro dei dipendenti, applicazione di dispositivi anti-inquinamento, etc.).

Ovviamente anche qui sta alla discrezione dell'imprenditore: un'area come il marketing ad esempio se non gli si dà importanza la si può mettere sotto l'area amministrativa o commerciale e definire obiettivi comuni, oppure le aree sociali se non ci interessano le condizioni di lavoro dei dipendenti o l'inquinamento dell'ambiente le possiamo del tutto togliere e così abbiamo qualche obiettivo di meno da raggiungere.

Soggettivo è anche, ovviamente, il numero e il tipo di obiettivi che si intende raggiungere all'interno di ogni area. Quello che è uguale per tutti, lo ricordiamo, è lo scopo: si divide l'attività in aree e si individuano obiettivi specifici area per area con il solo scopo di raggiungere l'obiettivo generale di lungo periodo attraverso il raggiungimento dei vari obiettivi intermedi nelle varie aree.

Percorsi per una buona pianificazione strategica:

Un consiglio in più