TIPOLOGIA B 1: "SAGGIO BREVE" o "ARTICOLO DI GIORNALE"

1° prova maturità 2004: lo svolgimento della traccia della Tipologia B indirizzo artistico letterario

TIPOLOGIA B 1:

L'amicizia


Tipologia B

1. L'amicizia


Capita spesso di sentir dire che senza l'amore non ci sarebbe arte. Se questo è vero, è ancora più vero che non ci sarebbe l'arte senza l'amicizia. E' un discorso, questo, che viene molto prima dell'aspetto contenutistico delle singole opere: si può dire, anzi, che l'amiciza nell'arte è un fatto genetico. La dimensione primitiva delle forme artistiche era essenzialmente performativa: l'arte è nata di fatto per essere condivisa, per essere goduta in tanti. La natura riflessiva e chiusa in sè che il consumo di opere d'arte ha assunto in seguito, e mantiene ancora oggi nella maggior parte dei casi, è una derivazione della originaria "comunitarietà" connessa al fatto artistico. Tantissima poesia classica, per esempio, nasce per venire declamata in occasioni conviviali. Così gli stessi epigrammi licenziosi di Mariziale, che oggi noi studiamo sui libri, non avrebbereo avuto senso per chi li ha scritti se non recitati di fronte ai compagni di bagordi.
Da qui è chiaro che il contesto influenza il testo: la poesia di Marziale, scritta per gli amici, parla degli amici, e i suoi temi preferiti sono quelli che sappiamo (la festa, il vino, le donne). Ma, al di là di questa parentela siamese tra arte e amicizia, il nostro è un tema che ritroviamo di continuo in tutta la storia del pensiero umano. A noi che abbiamo studiato gli stilnovisti a scuola viene immediatamente in mente l'incipit dantesco dalle Rime "Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io". Un caso eccellente di quell'amicizia fra artisti - amicizia vera - che si trasfonde nelle opere con altrettanto ecellenti risultati. Di casi simili ce ne sarebbero da citare moltissimi: i decadentisti francesi, i nostri scapigliati, gli scrittori della beat generation. Tutti artisti che, nella loro epoca e nel loro contesto geografico, "facevano gruppo" e avevano l'abitudine di costellare le loro opere di accenni - impliciti e non - alle figure degli amici (che brutto dire colleghi!).
Opere di questo tipo ci interessano anche perchè assumono un vero e proprio valore testimoniale: succede cioè di riconoscere nell'opera di un artista, spesso celato dietro un personaggio, la figura di un amico anch'egli artista.Il famoso dipinto di Courbet Lo studio del pittore, per esempio, oltre ad essere un'opera d'arte, è una vera foto di gruppo (che, per la cronaca, ci "fa vedere" Baudelaire emozionandoci molto di più che se leggessimo una biografia del poeta).Certo, moltissime opere contemplano l'amicizia unicamente quale motivo ispiratore, e noi ne godiamo senza dover necessariamente problematizzare il rapporto del testo con la realtà effettiva dell'autore. Il romanzo di formazione, per dirne una, è quasi per definizione romanzo di amicizie. Così nei classici, dal Werther al Rosso e il Nero, dall'Educazione sentimentale al Torless, a Bel-ami, fino ai contemporanei. Il Giovane Holden, On the Road, Narciso e Boccadoro sono l'equivalente aggiornato e molto "di consumo" del bildungromasn in senso classico: eppure anche a un confronto superficiale ci accorgiamo subito che - se cambiano i temi, gli ambienti e il peso della scrittura - le emozioni sono sempre le stesse.
Cioè, sono sempre le stesse le immagini di noi che riconosciamo nei personaggi. Si continua a essere amici, oggi come duecento anni fa (e presumibilmente come duemila anni fa), sostanzialmente per gli stessi motivi: perchè non è umano crescere da soli, si cresce sempre attraverso l'altro. In un'oscillazione continua, tra identificazione nell'amico e ostilità, tra desiderio di primeggiare e desiderio di annullarsi nell'altro, di lasciarsene assorbire.Qui siamo proprio sul confine liminare dell'amicizia: dove l'amicizia, cioè, tende a sfumare in un rapporto morboso, oppure a prendere i connotati dell'innamoramento.Sulla parziale congruenza, nei loro bordi esterni, tra amicizia e amore, già aveva rifletutto Svevo scrivendo da qualche parte "io non riesco a essere amico delle persone brutte". Che già di per sè dice tutto.
Ma basterebbe, a questo proposito, citare un solo film, famosissimo, che si pone proprio questa domanda (come amore e amicizia si distinguono) e, giustamente, non dà risposta: Jules e Jim di Truffaut. Film nel quale ci pare di vedere in trasparenza un libro assai più anziano, Le affinità elettive, che si poneva anni prima la stesa domanda e, guarda caso, (non) dava la stessa risposta. Oppure, abbiamo detto, in un rapporto di amicizia può prevalere quell'ansia di annullamento che ci spinge a lasciarci schiacciare, umiliare dall'altro. E' un altro tema antico, ed è antico perchè è vero: quasi mai le amicizie sono paritare. Anzi, si può dire che prorio nell'asimmetira, che è un'asimmetira che spesso e volentieri cambia segno, sta il motore che la spinge in avanti.Amicizie malate, quelle cioè che estremizzano questa diversità di fondo, sono quelle del bambino protagonista di Agostino di Moravia, oppure quella tra tra il freak e lo studioso in Elephant Man di David Lynch. E si potrebbe continuare. Ma fare elenchi non ci interessa più di tanto. E' importante sottolineare piuttosto che tra le multiformi espressioni che l'amicizia ha avuto in arte nel corso delle storia, non tutte ne rintracciano l'essenza nei sentimenti condivisione, generosità. L'amicizia ha molte forme, alcune anche liminari e disturbanti, e proprio in questi casi, ci pare, l'arte riesce a darne le realizzazioni migliori.

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