L'amicizia tra Italo Svevo e James Joyce: riassunto
Breve riassunto sull'amicizia tra Italo Svevo e James Joyce: come nasce il rapporto fra i due scrittori del Novecento
Italo Svevo e James Joyce
Italo Svevo e James Joyce si conobbero a Trieste nel 1906 e nacque tra loro una stretta amicizia, che era anche scambio di esperienze letterarie.
L'amicizia tra Svevo e Joyce nacque da circostanze del tutto casuali. Infatti Joyce, esule dalla sua Irlanda, insegnava a Trieste presso la Berlitz School, e Svevo prese da lui lezioni di inglese, lingua di cui aveva bisogno per i suoi viaggi e le esigenze commerciali della fabbrica di vernici del suocero in cui lavorava.
Per Joyce “fu un sollievo immenso, nella noia mortale dell'insegnamento, trovare almeno un alunno con cui poter conversare”. Quelle lezioni si trasformarono ben presto in discussioni letterarie. Pertanto, durante le visite a casa di Svevo, lo scrittore irlandese non disdegnò di parlare dei suoi progetti letterari e Svevo ben presto potè così leggere e ammirare alcune sue opere.
In quello stesso autunno anche Svevo sottopose al giudizio di Joyce i suoi primi due romanzi: Una vita e Senilità, pubblicati senza successo alcuni anni prima.
Amicizia fra Svevo e Joyce
Joyce li apprezzò tanto da incitare il triestino a proseguire nella scrittura letteraria.
Fu probabilmente grazie agli incoraggiamenti di Joyce che Svevo portò a termine La coscieza di Zeno e che reagì all'indifferenza con cui l'universo letterario italiano accolse anche il suo terzo romanzo. Convinto della bontà della sua opera, spedì una copia all'amico che la guerra aveva costretto a soggiornare in Francia. Questi fece conoscere l'opera ai suoi amici francesi i quali, anche sulla base della pubblicità dell'inglese, rimasero affascinati da quest'ultima opera e ne proposero a Svevo una pubblicazione in francese.
Ascolta su Spreaker.Nel giro di pochi mesi il nome di Svevo cominciò a circolare sempre più frequentemente nei circoli culturali francesi e europei.
L'amicizia tra i due scrittori è testimoniata anche dagli scambi epistolari. Nelle lettere a Svevo, Joyce usava una sorta di gergo composto da italiano, inglese, dialetto triestino.
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