STEM a Urbino: la Chimica e la prospettiva di un lavoro nell’industria
Alessia Menghini ha quasi finito i suoi studi a Urbino. Nel percorso tracciato con la Chimica c'è un futuro in una professione del settore STEM
DISCIPLINE STEM
Alessia Menghini è studentessa di Chimica e tecnologia farmaceutiche all’Università di Urbino. Proprio in questi mesi è impegnata in una tesi sperimentale di laurea: “Una tesi in microbiologia, nello specifico” racconta “dove sono state studiate le proprietà antibatteriche di una sostanza sintetica sviluppata in laboratorio”.
La scelta di Chimica per Alessia non è stata casuale, ma maturata durante gli ultimi anni delle superiori: “Ho scelto di iscrivermi a questa facoltà dopo aver frequentato una scuola superiore ad indirizzo chimico, che mi ha permesso di appassionarmi sempre di più a queste materie e a questo mondo”. Ma è nata anche da un’altra necessità, quella di ottimizzare i tempi di studio: “Essendo una facoltà quinquennale la mia è stata una scelta fatta sia di pancia che di testa, per evitare poi di ritrovarmi a metà del percorso insoddisfatta” racconta. “Tra le varie facoltà scientifiche ho scelto proprio questa perché le prospettive lavorative mi affascinavano di più rispetto alle altre”.
STEM LAVORO
Eppure è proprio sul link col mondo del lavoro che l’Ateneo si dimostra più carente: “l’Università non ci ha dato modo di relazionarci con le aziende” spiega Alessia “anzi, non avendo a disposizione laboratori all’avanguardia ci ritroviamo ad imparare ad usare macchinari che per le aziende sono considerati obsoleti, quindi a fine percorso ci ritroviamo carichi di nozioni, ma poco pratici”.
Sulle lacune pratiche lasciate dall’Università, Alessia torna spesso, anche solo per esprimere il desiderio di colmarle con altra formazione ed esperienza. Ma in generale, il percorso universitario vissuto in questi anni ha luci ed ombre, che Alessia riassume con grande chiarezza: “La cosa che più mi è piaciuta di questo percorso è stata il fatto di avere un rapporto diretto con i docenti, e questo credo che sia il punto di forza delle facoltà non troppo numerose, che ti permettono di relazionarti con loro recandoti semplicemente in facoltà senza dover aspettare giorni o prendere appuntamenti”.
E poi c’è il rovescio della medaglia: “La cosa che invece mi è piaciuta di meno è stata la scarsa preparazione al mondo lavorativo, perché a parte un tirocinio obbligatorio che tra l’altro viene fatto nel 90% dei casi all’interno delle farmacie, non vi è nessun contatto con le industrie e con tutto il loro mondo”.
Il futuro lavorativo, Alessia lo vede così: “Tra dieci anni mi auguro di essere ben integrata nel mondo del lavoro, magari con un ruolo di rilievo dove posso dare il mio contributo” racconta “e soprattutto mi auguro di avere un lavoro che mi permetta di continuare ad ampliare la mia formazione e che sia il più dinamico possibile”. Consiglierebbe questo corso di studi? Tutto sommato sì: “Lo consiglierei. Non è un percorso semplice, ma con un po’ di determinazione può dare grandi risultati”.
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