Accademia militare: come funziona l’Università delle Forze Armate

Stai pensando di prendere la laurea nelle Forze Armate? Ecco cosa devi sapere sul concorso e i requisiti per entrare nelle Accademie Militari. Come funziona

Accademia militare: come funziona l’Università delle Forze Armate
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ACCADEMIA MILITARE: COS'È

Un momento della regata dell'Accademia Navale di Livorno
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Chi ha intenzione di frequentare l’Università dopo le superiori, ha un’alternativa agli atenei tradizionali: l’Accademia militare. Si tratta di un’università vera e propria, a numero chiuso e alla quale si accede tramite concorso dopo un test di selezione particolarmente complesso. Comprende sia corsi teorici tradizionali tenuti presso atenei italiani convenzionati, sia altri specificatamente militari, esercitazioni pratiche e discipline di tipo ginnico. Al termine, forma professionisti con un’occupazione sicura e, cosa più importante, frequentarla dà diritto a un piccolo stipendio mensile. Certo, essere ammessi non è affatto cosa facile, e per frequentarla ci vuole una certa disciplina, passione per il mondo militare e tanta forza di volontà.

Sono 341 i posti complessivi messi a concorso per i ragazzi che vogliano entrare a far parte di una delle Accademie militari delle Forze Armate, ovvero Aeronautica, Marina, Esercito e Carabinieri. Diplomandi e diplomati di ogni indirizzo di scuola superiore possono fare domanda fino al 28 gennaio 2019 per entrare in una delle tre branche della Difesa, consapevoli di dover affrontare dei test di selezione ben più duri di quelli di qualsiasi altro ateneo. Il numero chiuso per le Forze Armate comprende infatti, oltre a una prova scritta di preselezione, anche prove di efficienza fisica, una prova scritta di composizione italiana, accertamenti psicofisici e attitudinali, una prova orale sulle materie indicate nel bando, una facoltativa di lingua straniera e infine un tirocinio, che serve a saggiare per un periodo ridotto di tempo – circa un mese –  la vita dell’Accademia, e al termine del quale si viene valutati idonei o meno di proseguire il percorso.

Difficoltà del genere spaventerebbero la maggior parte dei giovani, eppure sono sempre di più i ragazzi che fanno richiesta di accesso alle Accademie militari: per farsi un’idea, solo lo scorso anno l’Accademia di Modena ha registrato 8000 domande a fronte di 140 posti. 5000 per circa 100 posti sono invece i numeri delle richieste arrivate all’Accademia Aeronautica di Pozzuoli, più di 5600 per 115 posti quelle arrivate all’Accademia navale di Livorno. E il trend è stabile o in lieve crescita, anche fra le donne, che in ciascuna Accademia coprono ogni anno, in media,  circa un quarto dei posti a disposizione.

LE DONNE NELLE FORZE ARMATE

Le frecce tricolori, la Pattuglia acrobatica nazionale dell'Aeronautica
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“Le frequentanti dell’accademia di Modena sono circa il 18% del totale, e ci aspettiamo che a breve diventino il 20%” racconta il Tenente Colonnello dell’Esercito Bruno Billi, aggiungendo che non si registrano presso l’Accademia di Modena preferenze di indirizzo di studi in base al sesso. Diverso il discorso per l’Accademia Aeronautica, dove al momento dell’iscrizione si nota una predilezione da parte delle donne per alcuni tipi di ruolo: “Corpo Sanitario ruolo normale, laurea in medicina, o Corpo Commissariato ruolo normale, laurea in giurisprudenza”, fanno sapere dalla Sezione Pubblica Informazione e Comunicazione del Comando Scuole AM/3^ Regione Aerea.

“Sia gli uomini che le donne seguono lo stesso percorso di studio in Accademia e formativo/professionale al termine della stessa” spiega invece il Capitano di Corvetta Rino Gentile, dell’Accademia Navale di Livorno.

“Unica eccezione riguarda il percorso professionale che interessa le Forze Speciali, gli Incursori, che non può essere intrapreso da personale di sesso femminile”. Eterogenea quindi la richiesta al momento dell’ingresso in Accademia, anche perché “all’interno della Forza Armata il personale femminile svolge tutte le mansioni alla pari dei colleghi uomini, tranne che nelle specialità incursori e palombari. Stesse selezioni, stessi corsi addestrativi e stesse possibilità di impiego e di raggiungimento del grado apicale”.

ACCADEMIA MILITARE: COME FUNZIONA

Fare l’Università nelle Forze Armate porta al conseguimento di un titolo di studi a tutti gli effetti pari a quello che si consegue nelle università tradizionali, soprattutto perché parte dei corsi si svolge proprio all’interno degli atenei (“Federico II” di Napoli per l’Aeronautica; Università di Pisa, Venezia Ca’ Foscari, Tuscia e Lumsa per la Marina; Bologna, Ozzano dell’Emilia, Torino e Unimore per l’Esercito). La differenza sta piuttosto nella didattica: “c’è una parte di studio relativo a materie militari, tra cui ad esempio topografia e cartografia, e anche una componente di educazione fisica” spiega Billi. La laurea in Medicina e Chirurgia, inoltre, segue un iter leggermente diverso rispetto a quello tradizionale: “Dopo la laurea in Medicina di sei anni si presta servizio presso i reparti operativi, dopodiché si va in specializzazione. Al termine del percorso si diventa medico militare”.

Gli anni per il conseguimento del titolo quindi non sono esattamente undici, ma qualcuno in più. Anche per questo, in tutte le Forze Armate è richiesta una ferma di diversi anni. “Gli allievi delle accademie militari all'atto dell'ammissione ai corsi sono vincolati a una ferma di tre anni” spiegano dall’Aeronautica. “All'atto dell'ammissione al terzo anno di corso i frequentatori dei corsi normali dell'Accademia Aeronautica sono vincolati a una ferma di nove anni che assorbe quella da espletare”. Ferma che aumenta a seconda del corso di laurea: dieci anni per i corsi quinquennali, undici per i corsi della durata di sei anni, sedici per gli appartenenti al ruolo naviganti dell’Aeronautica.

Fondamentale nella didattica delle Accademie militari è l’addestramento che affianca lo studio teorico. È durante la pratica che si forma parte della professionalità dell’ufficiale, che durante la sua carriera sarà chiamato a guidare gruppi di persone, prendere decisioni ed esserne responsabile: “Scegliere di entrare a far parte della Marina Militare significa innanzitutto scegliere di dedicare se stessi ad un percorso accademico che oltre la dimensione intellettuale, dà impulso a quella caratteriale, fisica e comportamentale” spiega Gentile. Una dimensione che oltre alla teoria accademica conta anche su altri valori: “il valore del gioco di squadra, dello spirito di equipaggio, ed il senso di responsabilità individuale e collettiva” da impiegare sia in Marina che al servizio dello Stato.

ACCADEMIA MILITARE MODENA

Un gruppo di cadetti dell'Accademia di Modena
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La differenza più visibile tra l’università tradizionale e l’Accademia militare, dunque, è riassunta nella giornata tipo dello studente dell’Accademia militare.

All’Accademia di Modena la sveglia è alle 6:30; segue un breve tempo per vestirsi e fare colazione, e alle 8 c’è già l’alzabandiera. In mattinata si hanno tre ore di lezioni di carattere universitario o sportivo, una breve pausa e altre tre ore di lezione. Dopo il pranzo, intorno alle 14, si ha ancora lezione fino alle 17, dopodiché si ha un periodo di studio obbligatorio oppure lezioni di carattere militare. Si cena alle 19:30, poi si ha a disposizione il proprio telefono per venti o trenta minuti: per il resto della giornata deve restare spento e in stanza. In serata si hanno altre attività, o studio, o lezioni più leggere. Alle 23 si va a letto e la mattina dopo ci si alza di nuovo alla stessa ora, pronti per ricominciare un’altra giornata.

Di fronte a un impegno del genere, in quanti decidono di tornare alla vita civile prima del termine del percorso? “Dopo i primi due anni in genere non si abbandona” spiega il tenente Colonnello Billi “questo può succedere durante il periodo del tirocinio, perché qualcuno si rende conto di non essere pronto per un tipo di vita in cui ogni momento della giornata è scadenzato”. La motivazione diventa allora fondamentale: “I fattori sono tanti. C’è una vita scadenzata dalla sveglia al silenzio, la lontananza da casa. Essere fuorisede potrebbe dare un certo grado di autonomia, ma qui è diverso” spiega ancora. Inoltre “i primi due anni servono per diventare sottotenente, ma per ottenere l’agognata stelletta sono necessari i restanti anni”. Va da sé che per chi sceglie la vita dell’Accademia, quella stelletta, che segna il passaggio da sottufficiale ad ufficiale, diventa preziosissima. E fortemente desiderata, al punto da continuare il percorso fino ad ottenerla.

ACCADEMIA MILITARE, REQUISITI

Certo, accettare una vita di tipo militare significa fare molte rinunce. Ma in tanti ritengono che ne valga la pena, soprattutto perché mensilmente si riceve un piccolo stipendio e le tasse universitarie sono assorbite dalla Forza Armata: in sostanza, non sono previste, per la laurea, spese a carico delle famiglie degli studenti. Può essere questa una motivazione sufficiente a dedicarsi in modo così totale a una causa? “Certamente gli aspetti di carattere economico rappresentano una componente motivazionale importante per coloro i quali fanno questa scelta. E questo è quanto emerge sia nei colloqui individuali svolti con i candidati che nei tirocini psico-attitudinali effettuati nel corso degli anni” spiegano dall’Aeronautica. Ma specificano anche che “È, inoltre, evidente che chi si avvicina al mondo militare è altrettanto consapevole che la scelta di indossare una uniforme non è solo una professione, ma una vera e propria passione e scelta di vita nel mettersi al servizio della collettività e del Paese”. D’accordo anche il Tenente Colonnello Billi: “Se un ragazzo sceglie l’Accademia solo per lo stipendio o la pergamena, non supera il tirocinio.

Per fare questo tipo di vita ci vuole passione, proprio come per ogni professione che si sceglie. Due anni di accademia, sei a Modena, portano a differenze radicali rispetto a chi non sceglie questo percorso”.

ACCADEMIA MILITARE, CONCORSO

Il bando per entrare nelle Accademie militari delle quattro forze armate è uscito a inizio gennaio, e c’è tempo fino a fine mese per fare domanda. Al termine del percorso l’occupazione è certa, perché i concorsi delle forze armate sono banditi sulla base dei posti che ciascuna branca prevede di dover ripianare negli anni, creando dei percorsi ad hoc per formare professionisti specializzati in un determinato settore di impiego e inserirli nell’organico al termine della preparazione.

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