Come ogni anno il 17 novembre gli studenti di tutto il mondo scendono in piazza per la giornata internazionale di mobilitazione studentesca L'obiettivo è chiaro: ribadire l'urgenza di una scuola realmente pubblica ed aperta a tutti.
Dalle piazze di tutta Italia: "200.000 studenti per il diritto allo studio"
Secondo una prima stima fornita da associazioni e collettivi le 100 manifestazioni odierne in tutta Italia nella giornata della mobilitazione internazionale per il diritto allo studio hanno portato in piazza almeno 200.000 studenti.
"La nostra protesta non è solo rivolta contro il governo – spiega la Rete della Conoscenza - denunciamo le politiche di disinvestimento che da oltre dieci anni vengono portate avanti"
Massiccia la presenza soprattutto nella capitale, dove il corteo degli studenti universitari è confluito con quello degli studenti delle scuole superiori in Piazza della Repubblica. In testa al corteo lo striscione "Governo precario, generazione di precari. Vediamo chi cade". Gli studenti dei licei occupati hanno bloccato il Lungotevere all'incrocio con viale Trastevere. Il traffico in questa zona della capitale è in tilt.
A Torino invece gli studenti hanno optato per una mossa a sorpresa. Con una variazione dal percorso prestabilito un gruppo si è staccato e ha proseguito in direzione della stazione di Porta Nuova; gli studenti si sono seduti in centinaia sui binari dove hanno anche acceso alcuni fumogeni. Leivi disagi per il traffico ferroviario.
Momenti di tensione in alcune città
Ad Ancona ci sono stati alcuni momenti di tensione. Un gruppo di studenti delle superiori ha cercato di entrare in massa nella sede dell'Ufficio scolastico regionale, dove in teoria solo una piccola delegazione doveva incontrare il vice dirigente. Ma agenti della Questura, in tenuta antisommossa, hanno respinto il tentativo di sfondamento, subito rientrato. Situazione tornata in pochi minuti alla normalità.
Le manifestazioni si sono però svolte quasi ovunque senza problemi. A Pisa attimi di confusione quando nei pressi della sede di Confindustria alcuni studenti medi hanno tentato di forzare il blocco della polizia per raggiungere la sede, uscendo così dal percorso autorizzato. Uova e pomodori lanciate contro la facciata di una banca. Due contusi, prima che la situazione tornasse alla normalità.
Brutto episodio durante il corteo di Milano. Alcuni studenti incappucciati hanno scritto insulti sulle vetrine delle banche presenti lungo il percorso. Una vetrina è stata danneggiata: gli studenti hanno usato una mazza per colpire le vetrate.
Le altre città
A Padova il corteo studentesco è partito alle ore 9.00 da Piazza Altenore con circa 3000 partecipanti del mondo della formazione, studenti medi, universitari, dottorandi e ricercatori dietro lo striscione unitario 'Riprendiamoci il futuro il sapere è un bene comune'. Gli studenti dell sindacato studentesco di Padova ASU sono chiari nelle loro richieste: "Chiediamo alla Regione la copertura totale delle borse per l'Anno Accademico 2010/2011, l'Istituzione di un fondo per l'edilizia universitaria, la Cancellazione del limite del 3% per le Borse per gli studenti immigrati. Accesso a internet per le residenze universitarie e apertura estiva delle residenze per i fuori sede."
Sono tre le città del Friulia Venezia Giulia interessate dalla protesta. A Udine un corteo di varie centinaia di studenti si è radunato stamattina a piazza primo maggio e a Gorizia gli studenti delle scuole hanno dato vita ad una "giornata di controinformazione". Ma il centro propulsore della protesta è Trieste, dove nell'ultima settimana tutte le scuole sono state occupate.
Anche in Sicilia corteo con migliaia di giovani, studenti medi e universitari. In Sicilia praticamente tutte le province vedono oggi svolgersi numerose iniziative studentesche . Gli studenti hanno dato vita a cortei da Palermo (da piazza Politeama), a Trapani, Messina, Catania, Siracusa.
A Palermo gli universitari con lo striscione "Riprendiamoci il futuro contro i tagli e il ddl Gelmini" hanno indossato maschere bianche a testimoniare "l'invisibilità in cui è relegato il mondo dell'università nei piani del governo".
Sono ben undici città interessate dalla protesta studentesca oggi in Puglia, nelle province di Bari, Lecce, Foggia e Taranto. Nella giornata mondiale di mobilitazione studentesca, la Rete della Conoscenza Puglia "aprirà una fase di informazione e rivendicazione per politiche forti in tema di welfare studentesco e cittadinanza". L'interlocutore con cui vogliono confrontarsi gli studenti è è la Regione "che ha ridotto i fondi per il diritto allo studio e non ha ancora approvato i regolamenti attuativi della Legge Regionale per il Diritto allo Studio, lasciandola di fatto inapplicato."
A Bari c'è ancora tensione per l'aggressione neofascista subita dai ragazzi del collettivo Link, presi a sprangate domenica notte mentre attaccavano volantini nei pressi dell'università. Dalle organizzazioni studentesche di destra una precisazione. "Nessun iscritto a Casa Pound e Blocco studentesco ha preso parte all'aggressione ai danni di un rappresentante dell'associazione studentesca Link" chiarisce Giuseppe Alberga, rappresentante provinciale del movimento.
A Firenze sindacato e studenti assieme in corteo. 5.000 manifestanti. In testa al corteo un cartello trafitto da un grande coltello con la scritta 'Patto sociale, profitto per i padroni, sfruttamento e repressione per tutti gli altri'.
Cagliari, Siniscola, Olbia, Sassari, Oristano, Nuoro: sono queste le città sarde dove stamattina gli studenti non sono entrati a scuola. Nel capoluogo regionale, al termine del corteo, partito da piazza del carmine, si terrà una lezione in piazza tenuta dai ricercatori universitari precari. Nella regione l'Unione degli Studenti porta avanti anche una vertenza contro il caro-trasporti. "i costi degli abbonamenti sono saliti quest'estate fino al 25% - spiega l'associazione -noi chiediamo il ritiro degli aumenti e forti agevolazioni per gli studenti provenienti da famiglie bisognose."
Gelmini: "Slogan vecchi, bisogna avere il coraggio di cambiare"
La Gelmini risponde con una nota alle proteste di oggi. "Bisogna avere il coraggio di cambiare. E' indispensabile proseguire sulla strada delle riforme: dobbiamo puntare a una scuola di qualità, più legata al mondo del lavoro e più internazionale. Per ottenere questi obiettivi stiamo rivedendo completamente i meccanismi di inefficienza che hanno indebolito la scuola italiana in passato. Un lavoro e un percorso difficile, ma indispensabile. E' necessario lo sforzo di tutti coloro che hanno a cuore la scuola. La protesta di oggi però mi pare riproporre vecchi slogan di chi vuole mantenere lo status quo, di chi è prioristicamente contro qualsiasi tipo di cambiamento".
Perchè il 17 novembre?
Da oltre 60 anni il 17 novembre è una data di grande valore simbolico per gli studenti: in quella data centinaia di studenti cecoslovacchi che si opponevano alla guerra furono arrestati e uccisi dai nazisti nel 1939. Ma il 17 novembre è anche il giorno in cui gli studenti greci furono massacrati dai carri armati del regime ad Atene nel 1973. L'assemblea mondiale di Bombay del World Social Forum decise nel 2004 di ripristinare questa importante data della memoria e di renderla un momento importante di mobilitazione studentesca.
Quest'anno la giornata coincide con un periodo in cui le mobilitazioni nel mondo della scuola, dell'università e della ricerca sono all'ordine del giorno. Le risorse per la scuola e l'università, nell'ottica di una razionalizzazione necessaria, rischiano di subire un taglio che il sistema farà fatica a reggere.
Il diritto allo studio in Italia
L'ultima manovra finanziaria, approvata in Consiglio dei Ministri il 14 ottobre, stanzia infatti solo 25.731.000 € per il diritto allo studio per l'anno 2011/2012. Il taglio in due anni operato dal Governo è quindi l'89,54 %. Per il 2013 sono previste risorse per soli 12.939.000 €. Si aggiunge a questo il taglio più generale ai trasferimenti alle Regioni, le quali stanno diminuendo in tutta Italia proprio i fondi per il diritto allo studio, in seguito alla diminuzione degli stanziamenti.
La Giornata internazionale di mobilitazione studentesca quest'anno assume nel nostro paese un significato ancora più lampante perchè il 18 novembre il ddl Gelmini andrà in discussione alla Camera dei Deputati.
Gli studenti: "Idee per un futuro migliore"
La Federazione degli Studenti spera che il 17 novembre 2010 sia l'inizio di qualcosa: "Oggi abbiamo l'onere della proposta. Il mondo cambia e dobbiamo cercare di indirizzare questo cambiamento verso una prospettiva più giusta, dove i giovani possono guardare al futuro e immaginarlo migliore del presente. Per farlo, ancora una volta, tornano centrali il lavoro e la conoscenza. Abbiamo delle idee, che porteremo avanti anche nelle proposte di legge che presenteremo. A quelle dobbiamo accostare un ripensamento complessivo del modo di vivere la società. Il 17 novembre saremo in piazza per questo.
L'obiettivo delle iniziative del 17 novembre è chiaro.
"Per difendere il diritto allo studio, per dire che senza investire sulla conoscenza il lavoro di domani non esiste. Per dire che non sopportiamo più la precarietà come unica risposta alla disoccupazione. Per un mondo più giusto, meno orientato ai consumi sfrenati, più rispettoso verso l'ambiente. Noi ci siamo."
La giornata su tutte le radio universitarie
Con una diretta "a reti unificate" le radio universitarie tacconteranno dalle 10.00 alle 12.00 di mercoledì 17 novembre, la Giornata internazionale di mobilitazione studentesca per il Diritto allo Studio.
Durante la maratona radiofonica, ci si collegherà con tutte le radio d'ateneo per i racconti in diretta dalle piazze della mobilitazione con uno speciale multimediale sulla mobilitazione grazie ai contributi di corrispondenti specifici da Roma, Napoli, Torino, Palermo, Firenze, Milano e Londra, città teatro di una protesta molto forte da per via del caro tasse. Nel corso della diretta saranno trasmessi anche i contributi di Dario Fo e Marco Travaglio.
Obiettivo dell'iniziativa mediatica universitaria è focalizzare l'attenzione sul tema del Diritto allo Studio, che sembra sempre più minacciato dai "tagli" di risorse che vanno in direzione opposta a un sistema che dovrebbe garantire il merito e le condizioni per sostenere gli studi universitari anche a chi non ha sufficienti mezzi e al grande "esercito" di fuori sede presente in ogni città sede di ateneo.
Le dirette
Dalle 10.00 alle 12.00 sarà possibile seguire lo speciale radiofonico live sui siti delle 20 radio universitarie italiane di RadUni: Padova (www.raduni.it), Venezia (www.radiocafoscari.it), Perugia (www.radiophonica.com), Verona (www.fuoriaulanetwork.com), Catania (www.radiozammu.it), Vercelli (www.6023.it), Pavia ( www.ucampus.unipv.it), Trento (www.sanbaradio.it), Napoli (www.runradio.it e www.radiof2.unina.it), Salerno (www.iunisa.unisa.it), Roma (www.radio.torvergata.it e www.radiosapienza.net), Palermo (www.ldf.unipa.it), Cagliari (www.unicaradio.it), Liuc (www.dnn.liuc.it), Cosenza (www.ponteradio.unical.it), Pisa (www.radioeco.it), Teramo (www.unite.it).
Oltre 100 cortei studenteschi
Sono oltre 100 I cortei che gli studenti hanno annunciato per il 17 novembre, giornata studentesca mondiale, e le iniziative si annunciano partecipate a considerare dal clima di questi giorni in scuole e università. Quasi la totalità delle scuole sono occupate a Genova e Trieste, le quali saranno le uniche a manifestare durante il pomeriggio della giornata. Autogestioni sono state proclamate dagli studenti in decine di scuole italiane. Assemblee straordinarie, periodi di didattica alternativa nelle scuole, blitz degli studenti universitari nelle mense per denunciare I tagli: sono tante le iniziative che negli ultimi giorni hanno caratterizzato la protesta studentesca.
"Chiediamo investimenti per l'edilizia scolastica, una legge nazionale sul diritto allo studio, innovazione nei metodi didattici, maggiore democrazia e partecipazione nei processi decisionali nelle scuole, ma soprattutto, vogliamo un modello radicalmente alternativo di scuola che già stiamo praticando dal basso nelle scuole in mobilitazione e che rivendichiamo in maniera organica nel progetto di Altrariforma." afferma l'Unione degli Studenti.
"Affiancheremo le nostre iniziative a quelle di tanti studenti in Europa che il 17 novembre si faranno sentire per veder garantito e ampliato il diritto allo studio per tutti", dichiara la Rete della Conoscenza.
"Manifestiamo il 17 Novembre, in Italia come in tutto il mondo, perchè siamo convinti che la conoscenza sia strumento di liberazione di tutti e tutte, perchè crediamo che puntare su una scuola, un'università e una ricerca pubblica significhi riconoscerne lo straordinario valore sociale, l'unica possibilità per immaginare un'uscita da tutte le crisi tesa al miglioramento delle condizioni di vita di ognuno", conclude la Rete.
A Forlì una giornata speciale con workshop
L'Udu Forlì, in occasione della giornata internazionale per il diritto allo studio ha messo in piedi una Controriforma dell'università, che si articolerà in tre parti:
- una conferenza introduttiva in cui verrà analizzata l'organizzazione gestionale (governance) ed economica delle Università, come funziona oggi e come dovrebbe funzionare con l'entrata in vigore del DDL Gelmini. Si terrà venerdì 11 alle ore 17.30 in aula Mazzini 2 e sarà tenuta dal Professor Capano.
- The University that I dream: un pomeriggio di workshop dedicato ai temi che in voi suscitano più interesse sparsi per le varie facoltà di Forlì. A tal proposito, per selezionare i temi di discussione che vi interessano di più, compilate questo questionario e inviatelo entro il 14 novembre a udu.forli@gmail.com!
-Una "Notte bianca del sapere.." in cui le lezioni sospese il 17 pomeriggio verranno recuperate secondo le proposte della vostra Controriforma. Si terrà l'ultima settimana di Novembre (data da definirsi) probabilmente presso il Salone Comunale di Forlì.
C'è anche il mondo del lavoro
In tutta Italia si stanno organizzando iniziative pubbliche per spiegare ai cittadini le ragioni di questa ennesima protesta che unisce scuola, afam, università, formazione professionale, ricerca. La coincidenza dello sciopero con la giornata internazionale dello studente favorisce iniziative comuni tra sindacato e movimenti, a conferma di una collaborazione consolidata dal comune obiettivo di riformare davvero l'istruzione pubblica, garantire il diritto allo studio e al lavoro, rilanciare la ricerca e combattere la precarietà.
La fantasia non è proprio mancata. Dai "tradizionali" cortei che nella mattinata del 17 sfileranno quasi dappertutto, agli "aperitivi della conoscenza", a spettacoli e letture che animeranno invece il pomeriggio e la serata.
Rete degli Studenti: "Riconquistiamoci il futuro"
Mentre la lista delle mobilitazioni in giro per il mondo continua ad infittirsi (dal Portogallo alla Francia passando per l'Inghilterra e le Filippine) in Italia la protesta va avanti da settimane: assemblee, sit-in, cortei ma soprattutto occupazioni, autogestioni e cogestioni di scuole ed università sono le parole d'ordine dell'ultimo mese.
In poche settimane in tutta Italia gli studenti hanno deciso di bloccare la didattica tradizionale e di riconquistare il presente, riappropriandosi dei propri spazi e del proprio futuro, da Bolzano a Palermo passando per Torino e Roma, gli studenti sono entrati in agitazione permanente occupando le scuole ma anche mettendo in campo nuove forme di protesta: dalle lezioni in piazza ai flash mob alle cogestioni che riportano all'interno delle scuole e le università il fronte unico in difesa della scuola pubblica che scende nelle piazze: studenti, docenti, genitori, precari, si riappropriano della scuola non per distruggerla, come sta facendo questo governo, ma per ripensarla dal basso.
L'agitazione di questi mesi ha portato alla giornata internazionale di mobilitazione di domani con più di 100 piazze, Trento, Venezia, Padova, Torino, Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Lecce, Palermo, Catania fra le principali.
"Dopo l'ultimo, sconcertante, aumento dei fondi alle scuole private, - dice la Rete degli Studenti - approvato nel maxiemendamento ultimo colpo di coda di questo governo, ci sembra palese che la scelta di tagliare sulla scuola pubblica non sia una necessità, ma nasconde un'intenzione ben precisa: eliminare l'alternativa culturale e il pensiero critico nel nostro paese, consegnarci un futuro fatto di precarietà, assenza di diritti, crisi"
"Ma la nostra intenzione non è di arrenderci: vogliamo - continuano gli studenti - fondi per la scuola pubblica da investire prima di tutto sull'edilizia scolastica, basta morire sotto le macerie delle scuole, su una nuova didattica, fatta di insegnanti competenti e preparati, non licenziati, più democrazia e partecipazione nelle scuole, via il riordino delle secondarie che taglia tutto il possibile portando al collasso le nostre scuole."
La giornata di domani però, non segnerà la conclusione del movimento, anzi, nelle prossime settimane partiranno le occupazioni, le cogestioni e le autogestioni anche in altre regioni e città, fino ad arrivare alla data del 27 novembre, manifestazione nazionale della Cgil, in cui gli studenti scenderanno ancora una volta in piazza a fianco dei lavoratori.
Voci a sostegno degli studenti
Tante personalità del mondo della cultura, dell'arte e dell'associassionismo stanno sostenendo la giornata studentesca. Erri de Luca (Scrittore), Toni Servillo (Attore), Ettore Scola (pres. Onorario fond. Cinemovel), Moni Ovadia (Artista), Ascanio Celestini (Artista), Caparezza (Musicista), Andrea Rivera (Artista), Paolo Flores d'Arcais (direttore Micromega) e molti altri hanno già sottoscritto l'appello della Rete della Conoscenza con cui si chiede a tutta la società civile di far propria la battaglia degli studenti, per rendere la conoscenza uno straordinario strumento di emancipazione e progresso.
Link utili
La giornata in diretta sulle radio universitarie
Unione degli Universitari
Rete della Conoscenza