Vizi e manie dei grandi scrittori

Hai qualche mania o strana abitudine? Se sì, probabilmente diventerai un grande scrittore. Scopri le curiosità su quelli più famosi

Vizi e manie dei grandi scrittori
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CURIOSITA' E VIZI SCRITTORI CELEBRI

Torquato Tasso, curiosità
Fonte: redazione

Cosa hanno in comune William Shakespeare, Louisa May Alcott, Truman Capote e Virginia Woolf? Facile, penserete: sono tutti grandi scrittori. In realtà, i fili che legano questi e altri nomi della letteratura mondiale fra loro sono le (strane) abitudini: vizi, manie e segreti. Queste, come si sa, sono spesso indice di genialità e creatività perciò, se le avete anche voi, c'è una buona probabilità che diventiate dei grandi scrittori.

  • Louisa May Alcott (1832-1888) è la scrittrice americana del capolavoro Piccole Donne. Femminista convinta e sostenitrice del suffraggio universale, non godeva di buona salute ed era, anche a causa delle cure, dipendente dall'oppio.
  • William Shakespeare (1564-1616). I miti sul celebre autore inglese sono tantissimi, così come i vizi. I più conosciuti riguardano il suo modo libertino di vivere il matrimonio e la gestione dei suoi averi: ai limiti dell'avarizia.
  • Franz Kafka (1883-1924) viveva l'amore liberamente ed era un grande frequentatore di bordelli e di bagni termali in cui, pare, non si togliesse mai i pantaloncini a causa della vergogna che provava per il suo corpo.

MANIE GRANDI SCRITTORI

Virginia Woolf
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Vizi e segreti - alcuni da tenere ben nascosti - non sono le uniche stranezze che caratterizzano i grandi scrittori. Molti infatti erano fissati con le (curiose) abitudini, che a volte sfociavano in vere e proprie manie.

  • Truman Capote (1924-1984): l'autore di Colazione da Tiffany era un grande superstizioso. Quando era alle prese con un nuovo libro, cercava di non finirlo mai di venerdì, non soggiornava in stanze d'albergo con il numero tredici e non telefonava agli amici quando riteneva che il loro numero di telefono fosse sfortunato.
  • Virginia Woolf (1882-1941) si dedicava alla scrittura dei suoi libri due ore e mezzo al mattino e spesso scriveva in piedi, grazie a una scrivania particolare di sua progettazione.
  • James Joyce (1882-1941) scriveva a letto, precisamente a pancia in giù e indossava un camice bianco, probabilmente per i suoi problemi di vista: il colore del camice rifletteva la luce sulle pagine in cui scriveva.
  • Torquato Tasso (1544-1595) era convinto di essere perseguitato da un folletto che, durante la notte, gli scompigliava le carte e i documenti.

Se anche tu trovi più comodo scrivere a letto o hai paura che i folletti rovistino tra le tue cose, potresti prendere in considerazione la carriera dello scrittore!

 

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