Il Neoclassicismo: storia e definizione | Video

Architettura, storia, definizione e autori letterari del Neoclassicismo, importante movimento culturale e artistico del Settecento

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NEOCLASSICISMO: DEFINIZIONE

Il neoclassicismo è un movimento artistico e letterario che ha preso piede dalla metà del Settecento.

Non è riconducibile solo all'ispirazione teorica e archeologica, e si espande per ragioni più profonde e complesse, investendo progressivamente non solo architettura, pittura e scultura, arti decorative e arredamento e perfino moda e costume, ma anche musica e letteratura, storiografia e pensiero e diviene espressione del tempo e manifestazione completa e diffusa di un modo di vivere. 

Infatti, le ultime manifestazioni del barocco e del rococò urtano con un gusto e un pensiero che cercano anche nelle opere degli artisti nuova semplicità e schiettezza, e un carattere di limpida logica, di razionalità, di nuova aderenza morale.

Questa ricerca del bello ideale, l' esigenza di canoni e di regole, spinte da scavi e scoperte archeologiche, dalla pubblicazione di imponenti repertori illustrati, dalla rinascita dello spirito antiquario, del collezionismo e della museografia, si rifanno all'esempio di chi aveva sublimato l'imitazione della natura, ovvero  a Greci e i Romani, e alla loro storia.
Il vero mentore del Neoclassicismo fu Winckelmann e la sua Storia dell'arte dell'antichità del 1764 che ebbe risonanza europea divenendo il vangelo di tre generazioni di artisti e di studiosi. L'opera si impone per lo sforzo teso a cogliere il linguaggio dell'opera d'arte in sé, a scoprirne la presunta genesi.

Una delle figure più celebri e lodate di questo periodo è quella di Antonio Canova, scultore vissuto a cavallo del diciottesimo e diciannovesimo secolo.

Canova naque nel 1757 in una famiglia di tagliapietre e scalpellini pratici d’architettura e per un breve tempo padroni di cave in Possagno. Fu naturale che anche Antonio, sin da piccolo, fosse messo a far pratica lavorando a scolpire la pietra per costruzione e ornamenti architettonici che era l’industria del luogo. Egli si forma a Venezia dove si esercita a studiare il nudo e si avvicina, attraverso i calchi, alle opere antiche.
E’ però a Roma che ha la possibilità di studiare dal vero l’antico, suo costante tema d’ispirazione.
Caratteristiche della pratica neoclassica di Canova sono l’aderenza del panneggio alle carni, lo studio nel rendere le pieghe come se da esse dovessero dipendere il carattere e l’espressione di un’opera, l’attenzione alla resa delle superfici diversamente trattate, così da poter imitare nella stessa materia marmorea l’apparenza di due diverse qualità di stoffa o l’illusione della morbidezza della pelle umana.
Per Canova la scultura marmorea è soprattutto superficie, è quel che la luce rende ai nostri occhi della superficie di un marmo.

Fra le sue opere giovanili vi sono: l’Orfeo e l’Euridice, che lo fecero diventare famoso a Venezia non ancora ventenne, i Pugilatori, l’Ettore e Aiace e Dedalo e Icaro.
 Canova fu sempre restio nell’eseguire ritratti perché non voleva legare il suo nome a quello d’altri.

Cambiò però idea quando avvertì di trovarsi di fronte a un mito destinato all’immortalità: rappresentò Napoleone come Marte, sua madre Letizia come Aggrippina, e Paolina come Venere, che sarebbero ancora oggi ricordati con paragoni simili anche se Canova non li avesse ritratti così.

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