Universitari italiani, generazione consapevole

Meno ottimismo ma più concretezza tra gli universitari italiani, e lo stage diventa lo strumento giusto per affrontare le sfide del mercato del lavoro.

Universitari italiani, generazione consapevole
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Universitari e lavoro: più concreti, meno ottimisti

Si è svolta oggi a Milano, presso la Sala Buzzati della Fondazione Corriere della Sera, la presentazione della terza edizione dell’Osservatorio “Gli studenti universitari guardano al mondo del lavoro - scelte e aspettative dei giovani italiani”. La ricerca è stata presentata da Renato Mannheimer, Partner di Eumetra Monterosa. Hanno commentato i risultati, Cristina Scocchia, Presidente e Amministratore Delegato L’Oréal Italia, Cristina Messa, Rettore Università degli Studi di Milano-Bicocca, Giovanni Azzone Rettore Politecnico di Milano, Stefano Caselli, Prorettore internazionalizzazione Università Commerciale Luigi Bocconi, Giuseppe De Luca Prorettore alla didattica Università degli Studi di Milano e Luca Nascimben, Direttore HR L’Oréal Italia Divisione Prodotti Grande Pubblico.

I risultati mostrano alcune conferme rispetto alle scorse edizioni e molte sorprese. Le aspettative per il futuro sono ridimensionate rispetto al 2015: solo l’81% degli studenti residenti in Italia crede che troverà un lavoro nei prossimi 5 anni, il 10% meno dello scorso anno e il 15% meno di quanto affermano gli studenti italiani che vivono all’estero. Non solo, l’85% degli studenti crede che l’estero offra maggiori opportunità di lavoro dell’Italia perché la meritocrazia è più diffusa e il mercato del lavoro più aperto. E gli studenti italiani che vanno all’estero confermano che lì queste aspettative non sono disattese.

Ha commentato Cristina Scocchia, Presidente ed Amministratore Delegato L'Oréal Italia: "Una situazione economica che stenta a chiarirsi spinge i giovani verso un minor ottimismo e una maggiore attenzione alla concretezza. Nel ranking delle caratteristiche del lavoro desiderato crescono, addirittura del 33%, sia l'importanza della remunerazione sia la possibilità di far carriera, mentre cala del 20% il desiderio di un lavoro interessante e appagante. I giovani che emergono da questa ricerca non sono solo più concreti, sono anche più maturi e più consapevoli e guardano sia allo stage che l'esperienza all'estero come ad un'esperienza fondativa, non strumentale alla sola riuscita professionale. Ma una vera e propria occasione di arricchimento e crescita personale".

Stage: uno strumento efficace per affrontare le sfide del mondo del lavoro

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Dalla nostra ricerca emerge, infatti, che lo stage è uno strumento diffuso e una risposta efficace alle sfide del mondo del lavoro e alle carenze di un sistema universitario percepito come ancora troppo teorico: 8 studenti su 10 in Italia ha fatto uno stage o ha intenzione di farlo nel breve termine (addirittura 9 su 10 tra gli studenti italiani all’estero).

La stragrande maggioranza l’ha fatto per investire in se stessi e avvicinarsi al mondo del lavoro, solo il 30% l’ha fatto per soddisfare gli obblighi curriculari. Quanto all’efficacia: l’83% è soddisfatto dello stage e lo ritiene particolarmente utile per sviluppare le soft skills, in primis le capacità relazionali e comunicative. Non solo, a quasi la metà degli studenti lo stage ha aperto una possibilità lavorativa nella stessa azienda o in altre aziende, percentuale che sale al 70% tra gli studenti italiani all’estero.

Voglia di esperienza all'estero

La maturità e la proattività di questa generazione sono confermate, infine, da una volontà sempre

maggiore di aprirsi al mondo: 1 studente su 3 dichiara di voler trascorrere un periodo all’estero. E questo dato, in crescita rispetto allo scorso anno, dimostra che l’essere cittadini del mondo è percepito sempre di più come un valore. Infatti, per il 92% degli studenti italiani all’estero andare fuori dall’Italia è un’opportunità, una scelta di vita. Lo scorso anno solo il 75% la pensava così. E questo è un altro segnale della concretezza di questa generazione.

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