Tina Modotti, tra arte e rivoluzione

Attrice e fotografa, ancor prima emigrante e operaia, la Modotti spicca sulle figure femminili del Ventesimo Secolo per le forti passioni che hanno caratterizzato la sua vita avventurosa e rivoluzionaria

Tina Modotti, tra arte e rivoluzione

Nata a Udine nel 1896, presto emigrò con la famiglia negli Stati Uniti . Dopo la sua morte, avvenuta nel 1942, la sua figura di donna fortemente impegnata in campo artistico e politico ottenne l'adeguato riconoscimento e per molti anni i ricordi legati alla sua vita e alla sua opera rimasero vivi soprattutto in America Latina . Improvvisamente sulla sua memoria scese il silenzio, forse per il dilagante moralismo che non avrebbe mai potuto accettare la valorizzazione di una donna libera e inserita nel grande filone della cultura laica .

L'avvento del maccartismo osteggiò per molto tempo lo studio e la presentazione delle sue opere: infatti Tina Modotti fu sì creatrice di immagini di alta qualità ma anche militante del movimento comunista internazionale e considerata quindi "sovversiva".

Cominciò a lavorare prestissimo, in una filanda , ma contemporaneamente apprese i primi rudimenti della fotografia dallo zio Pietro Modotti. Quando la famiglia, per problemi economici, si trasferì negli Stati Uniti, Tina si ritrovò a lavorare come sarta in una fabbrica tessile . Cominciò a frequentare varie esposizioni e soprattutto le filodrammatiche di Little Italy muovendo i primi passi sui palcoscenici teatrali. Nel corso dell' Esposizione Internazionale Panama-Pacific conobbe "Robo" dell'Abrie Richey, con cui andò a vivere a Los Angeles. Entrambi amanti dell'arte e della poesia, dediti alla tintura batik sui tessuti, trasformarono la loro casa in un circolo per artisti e intellettuali. Intanto negli Anni '20 Tina si ritrova ad Hollywood e interpreta alcune pellicole di stampo commerciale. L'esperienza del cinema la delude a tal punto da decidere di rinunciarvi per sempre. Nello stesso periodo si fa notare per la forte espressività del suo viso e per la sua bellezza a volte aggressiva. Diversi fotografi la immortalano tra cui Edward Weston , con cui nascerà un legame sentimentale. In quel periodo comincia anche il suo impegno politico a fianco del movimento sandinista in Nicaragua.
Il 9 febbraio 1922 Robo muore di vaiolo durante un viaggio in Messico . Tina arriva in tempo per i funerali e scopre, in questa triste occasione, un paese che a lungo l'affascinerà. Rientra a San Francisco per l'improvvisa morte del padre Giuseppe. Alla fine dell'anno scrive un omaggio biografico in ricordo del compagno, che verrà pubblicato nella raccolta di versi e prose " The Book of Robo " .

A fine luglio 1923 Tina Modotti e Edward Weston arrivano in Messico, si stabiliscono per due mesi nel sobborgo di Tacubaja e in seguito nella capitale. Vivono entro il clima politico e culturale post-rivoluzionario la loro storia, a contatto con i grandi pittori muralisti David Alfaro Siqueiros, Diego Rivera e Clemente Orozco, che appartengono al Sindacato artisti e sono i fondatori del giornale El Machete, portavoce della nuova cultura e, in seguito, organo ufficiale del Partito Comunista Messicano.

A contatto con la capacità e l'esperienza di Weston, Tina accelera l'apprendimento della fotografia e in breve tempo conquista autonomia espressiva ; alla fine del 1924 un'esposizione delle loro opere viene inaugurata nel Palacio de Minerìa alla presenza del Capo dello Stato.


Fra il 1925 e il 1926, in tempi brevi e diversi, tornano a San Francisco, dove Tina visita la madre ammalata e conosce la fotografa Dorothea Lange . Rientrati in Messico intraprendono un viaggio di tre mesi nelle regioni centrali a raccogliere immagini per il libro di Anita Brenner Idols Behind Altars . Il loro legame affettivo si deteriora e Weston torna definitivamente in California, ma si terranno in contatto epistolare.

Tina vive con la fotografia ed esegue molti ritratti, si unisce al pittore e militante Xavier Guerrero (che ben presto andrà a Mosca alla scuola Lenin), aderisce al Partito Comunista, lavora per il movimento sandinista nel Comitato "Manos fuera de Nicaragua" e partecipa alle manifestazioni in favore di Sacco e Vanzetti durante le quali conosce Vittorio Vidali, rivoluzionario italiano ed esponente del Komintern.

Tina in pochi anni percorre un'esperienza artistica folgorante : dopo le prime attenzioni per la natura (rose, calli, canne di bambù, cactus, ...) sposta l'obiettivo verso forme più dinamiche, quindi utilizza il mezzo fotografico come strumento di indagine e denuncia sociale , e le sue opere, comunque realizzate con equilibrio estetico, assumono di frequente valenza ideologica : esaltazione dei simboli del lavoro, del popolo e del suo riscatto (mani di operai, manifestazioni politiche e sindacali, falce e martello,...). Sue fotografie vengono pubblicate nelle riviste Forma, New Masses, Horizonte. In questo periodo conosce lo scrittore John Dos Passos , l'attrice Dolores Del Rio e diventa amica di Frida Kahlo.

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Nel settembre del 1928 nasce il legame sentimentale con Julio Antonio Mella, giovane rivoluzionario cubano, con cui Tina vive un amore profondo e al cui fianco intensifica il lavoro di fotografa impegnata e di militante politica.

Ma la sera del 10 gennaio 1929 Mella viene ucciso dai sicari del dittatore di Cuba Gerardo Machado proprio mentre sta rincasando con Tina, che deve subire una campagna scandalistica con cui le forze reazionarie tentano di coprire mandanti ed esecutori del delitto politico. Partecipa alle manifestazioni in ricordo di Mella e, in segno di protesta, rifiuta l'incarico di fotografa ufficiale del Museo nazionale messicano . Si dedica alla militanza e al lavoro fotografico, realizzando un significativo reportage nella regione di Tehuantepec . All'Università Autonoma di Città del Messico il 3 dicembre si inaugura una rassegna delle sue opere, che si trasforma in atto rivoluzionario per il contenuto e la qualità delle fotografie e per l'infuocata presentazione tenuta dal pittore Siqueiros.

La rivista Mexican Folkways pubblica il manifesto " Sobre la fotografia " firmato da Tina Modotti.

Nel frattempo le organizzazioni comuniste sono dichiarate fuori legge: il 5 febbraio 1930 Tina viene ingiustamente accusata di aver partecipato a un attentato contro il nuovo capo dello Stato, Pasqual Ortiz Rubio, arrestata ed espulsa dal Messico . Si imbarca per l'Europa e giunge prima a Rotterdam, poi a Berlino, dove conosce Bohumìr Smeral, fondatore del Partito comunista di Cecoslovacchia, lo scrittore Egon Erwin Kisch e la fotografa Lotte Jacobi nel cui studio espone le opere che aveva portato con se dal Messico. Riprende l'attività fotografica e alla fine decide di partire per Mosca , dove la attende Vidali.

Nella capitale sovietica allestisce la sua ultima esposizione, lavora come traduttrice e lettrice della stampa estera, scrive opuscoli politici, ottiene la cittadinanza e diventa membro del partito ; abbandona la fotografia per dedicarsi alla militanza nel Soccorso Rosso Internazionale. Fino al 1935 vive fra Mosca, Varsavia, Vienna, Madrid e Parigi, per attività di soccorso ai perseguitati politici.

Ai tempi della guerra spagnola assume il nome di Maria già dal luglio 1936. Il suo compagno Vidali, dopo aver cambiato il suo nome in Contreras, diventerà comandante del Quinto Reggimento.

Negli anni della guerra la Modotti svolge varie mansioni e stringe amicizia con altre combattenti; scrive sull'organo del Soccorso Rosso Ayuda, nel 1937 a Valencia fa parte dell'organizzazione del Congresso internazionale degli intellettuali contro il fascismo e, assieme a Carlos, promuove la pubblicazione di " Viento del Pueblo, poesia en la guerra " con le opere del poeta Miguel Hernandez. Riesce a conoscere Robert Capa e Gerda Taro, Hemingway, Antonio Machado, Dolores Ibarruri, Rafael Alberti, Malraux, Norman Bethune e tanti altri della Brigate internazionali. Nel 1938 è tra gli organizzatori del Congreso Nacional de la Solidariedad che si tiene a Madrid.

Durante la ritirata aiuta i profughi che si avviano alla frontiera e si trova in pericolo sotto i bombardamenti. Arriva a Parigi con Vidali. Nonostante sia ricercata dalla polizia fascista, chiede alla sua organizzazione il permesso di trasferirsi in Italia per svolgere attività clandestina, ma le viene negato per la pericolosità della situazione politica.
Maria e Carlos, come tanti altri esuli, rientrano in Messico, dove il nuovo presidente Lazaro Cardenas annulla la precedente espulsione. Conducono un'esistenza difficile e Tina vive facendo traduzioni, si dedica al soccorso dei reduci, lavora nell'"Alleanza internazionale Giuseppe Garibaldi" e frequenta pochi amici, fra cui Anna Seghers e Constancia de La Mora.
Nella notte del 5 gennaio 1942, dopo una cena con amici in casa dell'architetto Hannes Mayer, Tina Modotti muore, colpita da infarto , dentro un taxi che la sta riportando a casa. Come già era accaduto dopo l'assassinio di Julio Antonio Mella, la stampa reazionaria e scandalistica cerca di trasformare la morte di Tina in un delitto politico e attribuisce responsabilità a Vittorio Vidali.

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