Laurea: e poi? Storie di precariato in Italia

Dopo il conseguimento della laurea, non per tutti si aprono subito le porte del mondo del lavoro. Per molti la ricerca risulta lunga e difficile: ecco alcune testimonianze di lavoratori precari

Laurea: e poi? Storie di precariato in Italia

Dopo il conseguimento della laurea, non per tutti si aprono subito le porte del mondo del lavoro. Per molti la ricerca risulta lunga e difficile. I laureati iniziato a rispondere direttamente agli annunci delle offerte di lavoro o a rivolgersi alle agenzie di lavoro interinale, inviano curriculum proponendosi per qualsiasi attività. Ma non sempre riescono a trovare quello che speravano o quello per cui hanno studiato e spesso si devono accontentare. Per questo motivo alcuni scelgono di trasferirsi all'estero, inseguendo prospettive lavorative più interessanti. Secondo le statistiche, ad un anno dalla laurea il lavoro è precario per la maggior parte dei laureati. Abbiamo raccolto alcune storie di precariato.

Monia: "Mi sono laureata nel Luglio del 2007 in Scienze dell'Educazione e dal 2001 lavoro presso una cooperativa come Educatrice. Di anno in anno ho visto abbassare il mio stipendio fino ad arrivare a stipendi da fame. Dopo alcuni mesi dalla laurea ho avuto la fortuna di trovare un impiego a tempo determinato per una multinazionale della moda. Le condizioni di lavoro erano massacranti, stressanti ed umilianti. "Non potevo sperare di fare qual lavoro nel migliore dei modi dato che nella vita avevo solo studiato", queste sono state le parole che mi sono sentita dire. Dopo 7 mesi non ho avuto il rinnovo del contratto, ho trascorso l'estate da disoccupata e dal circa 10 mesi invio curriculum senza ricevere una risposta quindi devo dedurre che quello che mi hanno detto forse era vero? Altamente deprimente credere che ho impiegato tutta la mia vita nello studio a sgobbare sui libri per non saper fare nulla".

Francesca: "Mi sono laureata in lingue nel 2001 (con specializzazione in tedesco e francese). Dopo il conseguimento della laurea ho iniziato al meglio. Ho lavorato all'estero per più di un anno supportando un team di ingegneri per società farmaceutiche, in Svizzera ed in Francia, dove lavoravo essenzialmente come traduttrice ed interprete nelle linee di produzione. Purtroppo si trattava di progetti con scadenze vincolate ad appalti. Pertanto ho cominciato a lavorare in Italia come assistente. Le mie mansioni erano però quasi esclusivamente segretariali che, nonostante la alta qualifica di mercato, risultavano essere poco soddisfacenti e poco in linea con la mia formazione ed aspirazioni. Così ho continuato a cercare un lavoro diverso, in un contesto internazionale e stimolante. Sono approdata in una società che si occupa di ricerca e selezione di personale altamente qualificato, riconosciuta a livello mondiale. L'ambiente era piacevole e giovanile, stimolante, lavoro intellettualmente appagante in quanto sconfinava dalla mera segreteria di direzione. Purtroppo però, in un'ottica di ridimensionamento aziendale, sono stata mandata via. Faccio presente che in tutte le mie precedenti esperienze avevo un regolare contratto a tempo indeterminato... compresa quest'ultima, in cui è stato utilizzato l'espediente dei sei mesi di prova per poter concludere il rapporto di lavoro. Non aggiungo commenti a tal proposito: solo mano sulla coscienza (che forse non ha) di chi mi ha garantito una crescita professionale e non un'indennità di disoccupazione... che chissà se e quando avrò. Attualmente, a 34 anni e con un ricco curriculum professionale, mi trovo disoccupata e la situazione non è delle migliori al momento, complice la crisi che sta investendo globalmente domanda ed offerta. Sono stanca di sentire discorsi inutili e fantocci dai fili magici. Mi chiedo dove andrà a finire il nostro senso e propensione alla cultura..quando persone qualificate e specializzate si trovano ad accontentarsi di quel che avrebbero potuto fare a 18 anni, una volta conseguito il diploma. E questo nella migliore delle ipotesi, dal momento che per molte agenzie di somministrazione mi sento definita "troppo qualificata" e pertanto non idonea. Questo non deve impedirci di continuare ad inseguire il nostro sogno... quello per cui abbiamo investito tanto, anima e mente: "Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei loro sogni" (E. Roosvelt). Spero di non dover cambiare mai idea".



Mario: "Nel 2007 ho preso la laurea in Ingegneria informatica. Il professore mi aveva offerto di restare in facoltà come ricercatore, ma ho scelto di cercare qualcos'altro. Dopo alcuni mesi passati ad inviare curriculum, una società di informatica mi ha proposto uno stage annuale ben retribuito. E devo dire che sono stato piuttosto fortunato, dato che molti miei amici sono stati presi per stage gratuiti o con un semplice rimborso spese. Alla fine dello stage mi hanno proposto un contratto a tempo determinato, ma lo stipendio era più basso (anche se mi avrebbero dato buoni pasto, ferie, malattia... tutto in regola, insomma!). Io però ho deciso di rifiutare, perché lo stipendio non era per me soddisfacente. E ad oggi me ne sono pentito. Per diversi mesi ho cercato un altro lavoro senza riuscire a trovare nulla. Poi alla fine un'azienda mi ha offerto un contratto a progetto... avrei fatto meglio ad accettare il contratto a tempo determinato, ma l'ho capito troppo tardi".

Barbara: "Ho preso la laurea in Lettere nel 2006, ma nonostante la ricerca assidua per i successivi 6 mesi non ho trovato nulla. Così, pur di fare qualcosa, ho accettato di lavorare in una cooperativa con una paga oraria: intere giornate in piedi a mettere i cartellini col prezzo per i capi d'abbigliamento destinati ad un noto negozio del centro della città. La sera tornavo a casa distrutta. Mi sentivo sfiduciata. Ho iniziato a mandare curriculum alle scuole private, perché l'insegnamento è sempre stato il mio sogno. Sono stata chiamata da una scuola materna per una sostituzione di maternità: da un giorno all'altro mi hanno affidato una classe di 30 bambini urlanti. Le prime settimane è stato traumatico: non sapevo come placarli. Al massimo avevo seguito un paio di bambini come babysitter... seguirne 30 tutti insieme mi sembrava impossibile. Per fortuna poi la situazione è migliorata. L'insegnante che sostituivo ha deciso di licenziarsi e così ho preso il suo posto. Dal prossimo anno la scuola diventerà paritaria e io in teoria non potrò più insegnare perché non sono laureata in Scienze della formazione. Anche adesso lavoro "in incognito", mentre ufficialmente risulto assunta nella segreteria della scuola. Non so che cosa mi faranno fare, ma intanto ho deciso di iscrivermi di nuovo all'università".

Simona: "Mi sono laureata in lingue (spagnolo e inglese) nel 2006 all'età di 24 anni. Prima ancora di laurearmi ho lavorato come animatrice, PR e come segretaria amministrativa per due aziende d'informatica. Dopo la laurea ho lavorato, solo per un mese, in un ufficio stampa teatrale a Roma che stava chiudendo. Ho fatto un master in management alberghiero e congressuale che in realtà era una sòla clamorosa e infatti ho mandato a quel paese la direttrice che è una grande venditrice di fumo. Facendo poi esperienza sul campo ho capito che il turismo, specie albergo e tour operator, dove il culmine della tua giornata è piazzare 100 giapponesi in un hotel in un giorno, non fa per me. La sola parte a cui sono ancora interessata è l'organizzazione congressuale, ma ho mandato cv a tutti i centri congressi, ma lì la crisi è iniziata molto prima che negli altri settori, per cui ho potuto lavorare in ambito congressuale sempre solo come hostess. Avevo avuto modo di fare uno stage in produzione cinematografica, cosa che mi è piaciuta molto e, dopo aver chiuso con il turismo, ho ritrovato le porte aperte in questa produzione di Roma, e ci sono rimasta fino a giugno 2008. Poi ho dovuto lasciare perché quando non ci sono finanziamenti al film, non c'è il film, non c'è lavoro e neanche soldi, a Roma come ti mantieni? Ancor prima di andar via non ho fatto altro che inviare cv a tutte le produzioni cinematografiche, televisive e musicali, ricevendo, quando ero fortunata, sempre la stessa risposta o proposte di stage semestrali non retribuiti. Ho trascorso intere giornate a inviare cv, a portarli di persona e a fare colloqui, ma nulla. Allora ho iniziato a inviare cv all'estero e se domani dovessero chiamarmi per un lavoro in Svezia, Spagna, o Australia io sarei pronta a partire. I telegiornali continuano a ripetere che chi non ha lavoro deve accontentarsi di qualunque cosa: infatti l'unico lavoro che ho trovato è in una pizzeria di egiziani dove sto da un paio di mesi, ad insaputa della mia famiglia che se dovesse saperlo mi trascinerebbe di corsa nella mia città di origine, per il semplice fatto che non tollerano che una figlia laureata, con un master e con tante esperienze di lavoro, viva fuori per stare in una pizzeria. Onestamente preferisco star in pizzeria che dietro a una scrivania in un ufficio di esauriti come ultimamente mi è capitato e dovermi tirare 100 pizzichi sulla pancia per non rispondere alle loro provocazioni. Nel frattempo sto studiando per il concorso all'Istituto per il commercio estero che si terrà ad aprile, e per altre selezioni che si svolgeranno a breve per lavori all'estero. Quello che voglio dire alle altre persone che sono nella mia stessa situazione a lottare per trovare il lavoro per cui si ha studiato o comunque che davvero si vuole fare nella vita, è di non arrendersi mai, di continuare a lottare e a farsi valere, accontentarsi vale per l'inizio, ma mai abbandonare i propri sogni e le aspirazioni! Io ho quasi 27 anni, laureata da quasi 3 anni, e per me non esiste arrendersi ora e avere poi tra 20 anni rimorsi su rimorsi, per cui se volete partire partite".

Carlotta: "Mi sono laureata a dicembre 2008. E' da metà gennaio che cerco lavoro, ma ancora niente. Magari trovassi un lavoro precario! La verità è che in quasi 3 mesi ho fatto 2 colloqui ed è veramente vergognoso visto che tra agenzie e internet il mio cv è OVUNQUE! Comunque vista la situazione penso di andarmene e cercar fortuna altrove, probabilmente in Spagna. Meglio che stare a casa".

Luna: "Mi sono laureata alla fine del 2002 in Lettere Moderne. Volevo lavorare in una casa editrice. Ho anche frequentato un corso di specializzazione sull'editoria, ma non mi è servito a nulla. Ho mandato decine di CV alle case editrici della mia città, ma solo un paio mi hanno risposto per dirmi che non avevano bisogno di collaboratori. Così alla fine ho iniziato a fare il giro di tutti i call center della città. Io, che quando mi chiamano a casa, rispondo sempre "Non mi interessa". Il lavoro non mi è mai piaciuto, ma in assenza di alternative mi sono dovuta adattare. Per alcuni mesi ho lavorato (gratuitamente) in una produzione televisiva come redattrice stagista. Il lavoro è stato molto interessante, ma non potevo continuare a lavorare gratis e così sono tornata all'odiato call center. Nel 2007 ho risposto all'annuncio di una redazione giornalistica. E questa volta è andata bene. Lavoro ancora lì. Certo, a 8 anni dalla laurea sono ancora una lavoratrice precaria... ma almeno quello che faccio ora mi piace".

E tu in che situazione ti trovi? Dopo la laurea sei diventato un lavoratore precario oppure stai avendo difficoltà a trovare un'occupazione? Hai scelto di restare in Italia ad ogni costo oppure stai pensando di trasferirti all'estero? Raccontaci la tua storia inviandoci una email oppure lasciando la tua testimonianza sul forum.

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