Test Medicina 2016: per il taglio dei posti pronta una ondata di ricorsi

Rispetto al fabbisogno indicato dalle Regioni i posti in meno sono oltre mille e possono aumentare per la chiusura perentoria delle graduatorie entro il primo semestre

Test Medicina 2016: per il taglio dei posti pronta una ondata di ricorsi

TEST MEDICINA 2016-2017

«La riduzione dei posti disponibili per l’ingresso alle facoltà di Medicina è uno sbaglio colossale e un arbitrio intollerabile. Il criterio secondo il quale è stato scelto questo numero è assolutamente ingiustificato. Il Ministero dell’Istruzione torni sui suoi passi perché noi siamo già pronti a presentare ricorso contro una scelta scellerata che danneggerà non soltanto gli aspiranti medici, ma anche i cittadini, che fra qualche anno si ritroveranno ad essere curati da un personale sanitario sempre più esiguo, mentre tanti giovani ricchi di talento e capacità avranno scelto un lavoro di ripiego o saranno emigrati all’estero per inseguire il sogno di diventare medico».

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Così si esprime Consulcesi Group sul bando emesso il 30 giugno dal Miur che sancisce una netta diminuzione dei posti messi a disposizione dei candidati che parteciperanno al prossimo test d’ingresso in Medicina: 8.817 rispetto ai 9.530 dello scorso anno. Una diminuzione enorme, di 713 unità in un solo anno. Ma il maggior timore che si è diffuso in queste ore è che, all’atto pratico, il numero di posti disponibili possa scendere ancora di più.

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LA QUESTIONE GIURIDICA

I legali di Consulcesi spiegano che si potrebbe ipotizzare una violazione del D.Lgs. n. 502/1992 in merito ai criteri per la determinazione del fabbisogno per il SSN sulla cui base vengono calcolati i posti messi a concorso. Ai sensi dell’art. 6 ter proprio di questo decreto, infatti, il ministro della Sanità, sentiti la Conferenza permanente per i rapporti fra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri e degli altri Ordini e Collegi professionali interessati, determina con uno o più decreti il fabbisogno per il Servizio sanitario nazionale, anche suddiviso per regioni, in ordine ai medici chirurghi, veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici, psicologi, nonché al personale sanitario infermieristico, tecnico e della riabilitazione ai soli fini della programmazione da parte del Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica degli accessi ai corsi di diploma di laurea, alle scuole di formazione specialistica e ai corsi di diploma universitario.

In particolare si tiene conto di:

  • obiettivi e livelli essenziali di assistenza indicati dal Piano sanitario nazionale e da quelli regionali;
  • modelli organizzativi dei servizi;
  • offerta di lavoro; domanda di lavoro, considerando il personale in corso di formazione e il personale già formato, non ancora immesso nell'attività lavorativa.

TEST MEDICINA 2016-2017: 1.200 POSTI IN MENO RISPETTO LE RICHIESTE DELLE REGIONI

Nella Tabella 7 della Conferenza Stato Regioni del 9 giugno 2016, - proseguono i legali del gruppo Consulcesi - il Ministero della Salute ha proposto 1.200 medici in meno (Proposta regioni: 9.937, proposta Ministero: 8.700) rispetto al fabbisogno indicato dalle Regioni. Sempre nella Conferenza Stato Regioni, il Ministero dice di basarsi, sempre in merito al calcolo del fabbisogno, sui risultati della Joint Action Health Workforce Programming and Forecasting che si fonda, tra l’altro, su un’indagine che coinvolge il fabbisogno regionale, disatteso per più di 1.200 dal Ministero nella Tabella 7 allegata.



In conclusione, fermo restando che il Ministero, con successivo decreto, si riserva di modificare il numero dei posti disponibili, non appare giustificata una diminuzione di più di 1.000 unità rispetto al fabbisogno dichiarato dalle Regioni. I posti in meno - concludono - potrebbero anche aumentare perché l’articolo 10, comma 9, del decreto del MIUR prevede la chiusura perentoria della graduatoria entro e non oltre la conclusione delle attività didattiche del primo semestre accademico, con la conseguenza che i posti effettivi potrebbero essere minori di quelli messi a concorso».

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