Prima guerra mondiale: tesina terza media

Tesina di terza media sulla Prima Guerra Mondiale: sintesi e collegamenti con letteratura italiana, geografia, scienze, ed. fisica e musica

Prima guerra mondiale: tesina terza media
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L'esame di terza media 2024 si svolgerà a giugno, dopo la chiusura delle scuole: il colloquio verrà svolto dopo le tre prove scritte di italiano, matematica e lingue. Durante l'orale gli studenti dovranno presentare la loro tesina, un percorso multidisciplinare che parte da un argomento scelto da loro e collega tutte le discipline, all'interno dell'orale. Ci sono alcuni argomenti più gettonati di altri e scelti da molti studenti e apprezzati anche dai professori, come per esempio le tesina di terza media su un argomento storico, come la Prima Guerra Mondiale. Perché piacciono così tanto? Perché consentono di trattare una tematica molto vasta, alla quale si possono collegare le altre materie senza difficoltà.

Prima guerra mondiale: riassunto per tesina terza media

Prima guerra mondiale: tesina terza media
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Il 28 giugno 1914 un patriota serbo assassinò a Sarajevo l’arciduca d’Austria Francesco Ferdinando, per denunciare l’oppressione dell’impero asburgico verso i serbi nei Balcani, la situazione precipitò bruscamente in un conflitto. L’atto terroristico fu la scintilla dell’esplosione, ma non fu solo essa la causa. La guerra appariva infatti come la soluzione di tutte quelle tensioni politiche, economiche e sociali che sembravano non essere più risolvibili con la diplomazia e la politica interna.

In pochi giorni il conflitto divenne generale. L’Austria dichiarò guerra alla Serbia e subito la Russia intervenne con la Serbia contro l’Austria. Il 4 agosto anche la Gran Bretagna entrò in guerra contro gli imperi centrali, che erano la Germania e l’Austria. Il 23 agosto il Giappone dichiarò guerra alla Germania. In ottobre l’impero turco entrò in guerra a fianco degli imperi centrali. Solo l’Italia non entrò nel conflitto poiché la Triplice Alleanza, di cui faceva parte, era un patto difensivo. In questo caso, però era stata l’Austria a dichiarare guerra senza preavviso e quindi il governo italiano non si ritenne impegnato e dichiarò la propria neutralità.

I comandi dell’esercito tedesco pensavano che il conflitto sarebbe stato una “guerra lampo”, in cui le armate degli imperi centrali avrebbero subito battuto la Francia, che aveva il più grande esercito di terra dopo quello tedesco. La Francia resistette alla prima avanzata nemica dell’agosto 1914 e così fecero i russi sul fronte orientale contro gli austriaci. Successivamente, il conflitto si trasformò in una guerra di posizione.

I paesi più industrializzati del mondo erano la Francia, l’Inghilterra e la Germania; essi erano in grado di garantire rifornimenti di armi e munizioni quasi illimitati. Questo equilibrio di forze fu accentuato quando, nel maggio 1915, l’Italia entrò in guerra a fianco della Francia e della Gran Bretagna. La prima guerra mondiale fu una guerra tecnologica, ma anche una guerra di massa.

Il conflitto richiedeva anche uno sforzo gigantesco per produrre sempre più armi e munizioni e, verso la fine del combattimento, oltre sessanta milioni di soldati erano stati impegnati nella battaglia. La guerra divenne totale, poiché non vi fu quasi più distinzione tra il fronte e la società civile.

Nel 1917 avvennero due eventi fondamentali per il corso della guerra. La Russia si rivelò incapace di affrontare i problemi suscitati dal conflitto e fu travolta dal malcontento popolare. Il Partito comunista bolscevico, guidato da Lenin, impose con una rivoluzione un governo socialista che stabilì che la Russia uscisse dalla guerra. L’Austria e la Germania non riuscirono però ad approfittare di questo vantaggio perché, sempre nel 1917, a fianco della Francia e della Gran Bretagna intervennero gli Stati Uniti.

In novembre l’Austria e la Germania si arresero dopo più di quattro anni di guerra. Il conflitto costò la vita a ben quattordici milioni di persone.

Letteratura italiana: Ermetismo

In Italia tra gli anni Venti e Trenta, cioè nel periodo fra le due guerre mondiali, si afferma l’Ermetismo. Esso è un movimento letterario. Il termine “ermetico” è derivato dal nome del dio greco Ermes, considerato il dio dei misteri in quanto accompagnava le anime dei morti nell’aldilà.

I poeti ermetici intendono la poesia come momento di folgorazione, di grazia, come intuizione improvvisa del mistero della vita. Le loro composizioni sono molto brevi. Gli ermetici riducono tutto all’essenziale, cercano di esprimere il senso di vuoto, la solitudine morale dell’uomo e il suo “male di vivere”. Il poeta ermetico più rappresentativo è senz’altro Giuseppe Ungaretti.

Giuseppe Ungaretti
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Giuseppe Ungaretti

Giuseppe Ungaretti nacque ad Alessandria d’Egitto nel 1888, dove trascorse la sua giovinezza. Nel 1912 si trasferì a Parigi e qui completò i suoi studi. Tornato in Italia, partecipò alla Prima guerra mondiale. Alla fine della guerra si stabilì a Roma. Nel 1936 insegnò letteratura italiana all’Università di San Paolo in Brasile. Rientrato in Italia nel 1942, continuò il suo insegnamento all’Università di Roma. Morì a Milano nel 1970. Giuseppe Ungaretti è considerato l’iniziatore della poetica dell’ermetismo. Una delle sue poesie più importanti è Mattina:

M’illumino
d’immenso.

Questa poesia esprime, in pochissime parole, la gioia ineffabile del suo animo quando può immergersi nella luminosa bellezza dell’universo e sentirsi parte di esso, in armonia con quest’ultimo. Si tratta di una «folgorazione» improvvisa, di un momento di esaltazione rapido e sfuggente. Una frase così breve dal significato profondo, due parole componenti una poesia e diventate persino un modo di dire. La mattina del 26 Gennaio del 1917, Ungaretti fu folgorato da un pensiero, da un’idea, durante la Prima Guerra Mondiale quando si trovava sul fronte del Carso, rappresentante “l’illuminazione dell’improvvisa consapevolezza del senso della vastità del cosmo”. Ungaretti percepisce in quel momento un’immensità data da sensazioni di armonia e da accostamenti interiori dovuti allo splendore del sole di quella “mattina”, che il poeta tenta di trasmettere con sua penna.

Geografia: Stati Uniti d’America

Gli Stati Uniti sono il quarto paese al mondo per estensione. Confinano a nord con il Canada e a sud con il Messico, si affacciano a ovest sull’Oceano Atlantico. Con il loro paesaggio gli Stati Uniti costituiscono regioni naturali, dove si alternano montagne e deserti, fiumi che scorrono in mezzo alle paludi e dense foreste. Gli statunitensi costituiscono una società multietnica con vari immigrati.

Gli USA sono il Paese che ha la maggior produzione agricola e industriale del mondo, è la più forte potenza militare. Gli Stati Uniti possiedono un sistema di comunicazioni immateriali, che è il più avanzato del pianeta.

Il vasto territorio degli Stati Uniti è suddiviso in tre zone: l’Est, il Centro e l’Ovest. A Est troviamo alcune pianure costiere e montagne basse. Al Centro si estendono le Grandi Pianure. A Ovest, invece, sorgono rilievi di origine recente.

Gli Stati Uniti hanno uno sviluppo costiero notevolissimo. La costa del Pacifico (12268 km) è rocciosa. Le coste atlantiche (3330 km) sono molto articolate. Il golfo del Messico (2625 km) è separato dall’Atlantico dalla Penisola della Florida. Le isole Hawaii sono di origine vulcanica e sono costituite da sette isole principali.

Negli Stati Uniti le differenze di clima sono abbastanza notevoli. La regione costiera ha un clima oceanico. La zona più settentrionale ha un clima subtropicale, con temperature intorno ai 20°C.Le pianure interne hanno un clima continentale.

La lingua ufficiale è l’inglese, ma sono molte le lingue parlate nel Paese. Il cristianesimo è la religione più praticata. Gli Stati Uniti sono una repubblica federale di tipo presidenziale. La popolazione statunitense è molto urbanizzata.

La circolazione marittima ha dimensioni vastissime sia lungo la costa dell’Atlantico, sia del Pacifico. La rete di comunicazione meno attiva è quella ferroviaria. Il sistema aereo-portuale è il più sviluppato del mondo. La moneta è il dollaro, mentre la capitale è Washington. Gli USA sono la più importante potenza economica mondiale e anche la massima potenza agricola mondiale.

Scienze: evoluzione dell’uomo

L’uomo e le scimmie appartengono allo stesso ordine: quello dei primati. Tutti i primati hanno alcune caratteristiche che li distinguono dagli altri mammiferi: gli occhi sono disposti frontalmente, per assicurarne una migliore visione della profondità, possiedono cinque dita con pollice opponibile, il muso è quasi piatto. L’uomo e le scimmie hanno avuto effettivamente un antenato in comune, qualche antichissima specie di primato, oggi ormai estinto. Da questo antenato comune ebbero origine le proscimmie attuali, tra cui le scimmie antropomorfe e gli ominidi.

  • Homo Habilis: in Africa orientale furono ritrovati i primi esemplari di un ominide vissuto circa 2,5 milioni di anni fa, molto più simile a quello dell’uomo, che venne chiamato Homo habilis. Rispetto agli australopitechi, egli presentava il cervello più sviluppato, la posizione più eretta, le arcate sopraccigliari meno accentuate e il viso più piatto. Questi nuovi ominidi erano onnivori e perciò dovevano essere in grado di cacciare per procurarsi il cibo.
  • Homo Erectus: aveva un cervello ancora più grande e complesso di quello dei suoi predecessori, era capace di costruire utensili più raffinati e soprattutto si serviva di fuoco.
  • Homo Sapiens: possedeva una corporatura possente e un cervello grande quasi quanto il nostro, era in grado di fabbricare e maneggiare abilmente vari utensili e di costruire palafitte. Inoltre fu il primo a seppellire i morti ed è proprio per questo motivo che si riescono a trovare molti resti di questa specie.
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Ed. Fisica: la pallavolo

La pallavolo fu inventata nel 1885 nel Massachusset da William Morgan, un insegnante di educazione fisica. In Italia la pallavolo nasce durante la Prima guerra mondiale e nel 1943 si svolgono i primi campionati italiani.

Nel 1946 a Praga nacque la F.I.V.B. (Federazione Internazionale Volley Ball). Sempre nello stesso anno nasce la F.I.PAV (Federazione Italiana Pallavolo) e nel 1947 fu riconosciuta dal C.O.N.I.

Nel 1948 a Roma si svolgono i primi campionati europei. Nel 1949 a Praga si svolgono i primi campionati del mondo e dal 1952 iniziano a farne parte anche le squadre femminili. La pallavolo viene ammessa ai Giochi Olimpici nel 1964 a Tokyo. L’area di gioco è un campo rettangolare lungo 18 metri e largo 9 metri. Le linee del campo sono larghe 5 centimetri e fanno parte del campo di gioco (se la palla cade sulle linee è punto). La linea centrale divide il campo in due metà di 9 metri per 9 metri. Alla distanza di 3 metri dalla linea centrale è tracciata la linea di attacco e queste due linee formano la zona di attacco. La linea di attacco e quella di fondo campo formano la zona di difesa. La zona di battuta o servizio si trova oltre la linea di fondo campo per tutta la sua lunghezza. Al di fuori del perimetro di gioco ci deve essere una zona libera da ostacoli di almeno 2 metri e l’altezza del soffitto deve essere alta almeno 1 metro. La rete è lunga 9,50 metri e alta 1 metro. Il pallone di gomma o di cuoio deve pesare 265 gr. e avere una circonferenza di 65 centimetri. Ogni squadra è composta da un totale di 12 giocatori, 6 in campo e 6 in panchina. La pallavolo è uno sport a punti e non a tempo. La partita è divisa in set, i quali vengono vinti dalla prima squadra che arriva a 25 punti.

I fondamentali individuali dei giocatori sono cinque: la battuta; la ricezione (bagher o palleggio), l’alzata (palleggio), la schiacciata, il muro. I ruoli dei giocatori sono: alzatore, centrale, schiacciatore, opposto e libero.

Musica: il jazz

All’inizio del Novecento nel Sud degli Stati Uniti nasce il jazz, un nuovo genere musicale destinato a diffondersi in pochi decenni in tutto il mondo. Le sue caratteristiche sono rivoluzionarie rispetto agli altri generi: il ritmo è molto marcato, le sonorità sono particolari e i timbri degli strumenti sono abbinati tra loro con criteri nuovi. Inoltre, i musicisti improvvisano, cioè variano la melodia di base.

Il jazz è nato dai canti dei neri d’America. Nei canti dei musicisti del jazz il ritmo è sempre molto marcato e spesso la melodia viene prima intonata da un solista e poi ripresa da tutti gli altri. Quando intonano dei canti, essendo solitamente abbinati a momenti di lavoro o alla preghiera, prendono il nome di spirituals (canti spirituali) e di work songs (canti di lavoro).

Guarda il video: come si fa una tesina di terza media

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