2009: anno di creatività e innovazione

Spunti di riflessione della tipologia B, saggio breve o articolo di giornale, ambito socio-economico, per la prima prova della maturità 2009

2009: anno di creatività e innovazione
Da oltre cinquant'anni la parola creatività è considerata una parola-mito: viene usata per battere la concorrenza, vincere le sfide, convivere con l’incertezza, per garantirsi una risorsa inesauribile. Alcuni hanno definito la creatività come uno strumento per realizzare qualcosa di astratto, altri sostengono che esistano tanti modi per sviluppare la creatività quante sono le persone. Per capire come mettere in atto un processo creativo è innanzitutto importante che ci sia ben chiara l’idea di noi: come siamo, che cosa vogliamo fare, dove vogliamo arrivare. Tutti possiedono una base di  creatività nascosta perché la spinta a innovare è una capacità di tutti come la capacità di amare ed essere felici, basta solo risvegliarla e farla crescere; per fare questo ci vuole coraggio e sicurezza. Importante è, ad esempio, il significato che assume, per Erich Fromm, l’essere creativi: "considerare tutto il processo vitale come un processo della nascita e non interpretare ogni fase della vita come una fase finale. Molti muoiono senza essere mai nati completamente. Creatività significa aver portato a termine la propria nascita prima di morire".

Ognuno di noi ha sicuramente una qualche idea su che cosa sia la creatività ma in ambito scientifico (psicologia, sociologia, pedagogia) il suo significato è stato chiarito solo recentemente. Per analizzare a fondo questo argomento si può considerare la creatività secondo diversi punti di vista: come capacità di produrre idee nuove (aspetto intellettuale); come disposizione a farsi venire in mente qualcosa (aspetto motivazionale); come coraggio di pensare in modo nuovo, diverso da quello condiviso dai più (aspetto emozionale).

La creatività rappresenta la via d’uscita in tanti momenti, è importante per realizzare i propri sogni, arrivare a idee utili, uscire dal grigiore delle cose comuni, serve a scoprire le ricchezze che ognuno si porta dentro e a riprendersi la vita; inoltre, a volte, serve anche a risolvere in modo brillante situazioni di blocco emotivo; un tocco di creatività è utile anche nella vita di tutti i giorni, in famiglia, nel lavoro. Dando uno sguardo all’evolversi della storia si può notare che sono cambiate le tecnologie, le teorie scientifiche, i modi di vivere, i valori. Andando, per esempio, indietro di vent’anni, si trova un mondo diverso da quello di oggi: niente computer o telefonini. Tornando indietro di cent’anni si può pensare che non c’era la televisione, l’auto ecc. Si può facilmente capire che ci ritroviamo di fronte ad un cambiamento a ritmi sempre più veloci, che ci porta nuove idee, nuove sfide, ci sveglia dal torpore, ma porta anche incertezza e problemi che irrompono nella nostra vita mettendo in discussione tutto ciò che è giusto. Questo cambiamento ha in sé l’idea di sviluppo e crescita di nuovi modi di pensare le cose, tutto questo ci porta a liberare nuove energie, per questo motivo, per vivere abbiamo bisogno di tanta creatività.

Jean Piaget, uno psicologo francese, ricorda che la vena della nostra creatività deve essere continuamente alimentata: “Se volete essere creativi, rimanete in parte bambini, con la creatività e la fantasia che contraddistingue i bambini prima che siano deformati dalla società degli adulti”. Questo è effettivamente un rischio che tutti corrono, perché tendono a soffocare la capacità di stupirsi o di fantasticare. In questo modo il potenziale creativo di ogni persona viene compresso dal conformismo. La creatività è una cosa quotidiana, per essere creativi non occorre essere artisti; anche nella vita di ogni giorno ci sono continuamente problemi che richiedono soluzioni originali (nel cucinare, nel lavorare, nello scrivere). Tutto questo è possibile ad una condizione: ci vuole coraggio e sicurezza che si acquistano solo con l’esercizio ed inoltre bisogna liberarsi dalla routine quotidiana e dai mille pregiudizi.

Vittorio Rubini, uno psicologo che ha studiato la creatività, sostiene che tutti noi possediamo qualunque genere di abilità, compresa la creatività, ma che c’è chi sviluppa questa attitudine ad un minimo e chi ad un massimo in base alle circostanze di vita in cui viene a trovarsi. Importante, sostiene lo psicologo, è sottolineare il fatto che alcuni degli atti creativi vengono riconosciuti e apprezzati nel contesto sociale, altri rimangono nel contesto privato ma non per questo sono meno importanti. E’ importante lasciar fluire la creatività nella propria vita e da questa nel mondo, per realizzare i propri sogni.

Un tempo, alcuni pensavano che la creatività si sviluppasse più facilmente nelle persone di estrazione socio-economica alta o medio-alta grazie al clima stimolante; in realtà si è successivamente capito che ciò che realmente conta è il clima psicologico in cui una persona cresce e l’educazione ricevuta. Si ha un maggiore sviluppo della creatività se si riceve un’educazione tesa ad incoraggiare l’autonomia, infatti i genitori che controllano i figli troppo da vicino o hanno aspettative troppo rigide sul loro sviluppo, non favoriscono per niente la creatività; è tuttavia molto importante intervenire solo in occasioni particolari, è importante un appoggio emotivo e incoraggiare i propri figli a regolarsi da soli, a tentare nuove strade facendogli comunque capire che potranno contare sul nostro aiuto. Nel corso degli anni si è cercato di dare varie definizioni alla parola creatività, grazie alle quali la creatività è apparsa come qualcosa di diverso dalle altre qualità umane con le quali si tende erroneamente a confonderla.
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