La Medicina nei diversi secoli

Come la Medicina ha subito evoluzione nel corso dei secoli. I periodi storici in cui ha avuto un forte combiamento

La Medicina nei diversi secoli

I Progressi Della Medicina

Argomenti trattati:- Le origini - Ippocrate, Galeno e gli epigoni - Dal secolo VII al secolo XI - I secoli XII e XIII Dal sec. XII - L'umanesimo e il Rinascimento - Il Settecento - La prima metà dell' Ottocento - Pasteur, Koch e le grandi scoperte scientifiche - La medicina moderna

Dal secolo VII al secolo XI

Con la conquista musulmana dell'impero persiano si ebbero dal sec. VII molte traduzioni dei testi greci in lingua araba ma soprattutto un graduale rifiorire della medicina in tutto il mondo islamico. Il persiano Rhazes (sec. IX-X), fondatore dell'ospedale di Baghdad, scrisse un compendio, il Liber continens, trattando anche della differenza tra morbillo e vaiolo e respingendo la diffusa convinzione che si potesse diagnosticare una malattia col semplice esame delle urine.
Altro illustre filosofo autore di Aforismi galenici fu Mosè Maimonide (sec. XII).

A differenza del mondo islamico, in quello cristiano la medicina fu a lungo riservata ai religiosi, che assistevano pellegrini

Medicina e religione

e ammalati in conventi e ospizi.
I farmaci erano somministrati con riti e preghiere, con un ritorno quindi agli aspetti magico-religiosi della medicina; i segni dello Zodiaco, che nella tradizione presiedevano ai vari organi, vennero spodestati dalla protezione dei santi: San Biagio per la gola, Santa Apollonia per i denti, Santa Lucia x la vista, ecc. Malattie presero il nome dei santi.
L'antico patrimonio di conoscenze alimentato dalla medicina monastica e dalle moderne conoscenze arabe contribuì al fiorire della scuola salernitana (sec. X-XII), aperta ai laici di ogni nazione e in cui si prescrisse un curriculum per la professione di medico.

I secoli XII e XIII Dal sec. XII

Nelle nuove università medievali di Bologna, Padova e Parigi ci si irrigidì tuttavia in una medicina scolastica il cui problema maggiore fu quello di conciliare l'autorità dei testi antichi con le nuove conoscenze.
Scarsa era la possibilità di curare le malattie poiché imperavano magia e superstizione e la conoscenza del corpo; diagnosi e prognosi si basavano sull'esame delle urine e posizione delle stelle mentre le cure si limitavano a salassi, prugne e all’uso di qualche erba.
L'igiene pubblica fu ignorata e l'assistenza sanitaria limitata all'isolamento; ne conseguì il diffondersi delle malattie.

Analoghi sviluppi ebbe la medicina orientale (Cina e India) che, sebbene più strettamente collegata alle conoscenze e pratiche empiriche che, fu permeata dalle concezioni filosofiche che ne intralciarono lo sviluppo rigorosamente scientifico; da ciò la salvaguardia dell’igene personale e pubblica soprattutto in Cina e il notevole sviluppo della farmacologia e della lotta contro le epidemie, e la modesta elaborazione teorica anche nei secoli a venire.


L'umanesimo e il Rinascimento

Con l'umanesimo e il Rinascimento in Europa si ampliò e rinnovò la visione della vita e del mondo classico e ciò ebbe notevoli ripercussioni anche nel campo della medicina.
Paracelo bruciò i testi di Galeno e Avicenna e proclamò una visione nuova dell'uomo inserito nella totalità della natura.


Le ricerche anatomiche svolte da A. Vesalio giunsero a scuotere il prestigio di Galeno mostrando come l'osservazione della natura prevalga sull'autorità dei testi.
Con Galilei e Cartesio si precisò nel sec.XVII la nuova visione meccanicistica della natura.
Nell'ambito di questo indirizzo W. Harwey confutò la teoria galenica del flusso e riflusso del sangue, dimostrando che questo circola attraverso i polmoni e i vasi periferici spinto dalla pompa del cuore. Sorse nel Seicento la nuova fisiologia che con l'anatomia doveva costituire le basi sicure della moderna medicina.

A partire dal Medioevo si era lentamente evoluta in una non dotta corporazione artigiana, per molto tempo ancora la

medicina non sarebbe stata in grado di curare le malattie meglio che nell'antichità.
Esperimenti, misurazioni, uso del microscopio, pur apportando utili conoscenze, non diedero risultati concreti per la prassi medica.
Di fronte alla molteplicità dei nuovi dati urgeva piuttosto la ricerca di principi generali capaci di spiegare tutta la complessità dei fenomeni: ne risultò la contrapposizione di scuole e sistemi rigidi e astratti.

H. Boerhaave sostenne una patologia solidista, riconducendo tutte le malattie a spasmi o ad atonia di muscoli e nervi.

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