Cosa fare dopo la Laurea in giurisprudenza?

Siete laureati in giurisprudenza ma avete ancora qualche dubbio su quale professione fare. Ecco alcune strade che si possono prendere

Cosa fare dopo la Laurea in giurisprudenza?

LAUREA IN GIURISPRUDENZA - Siete appassionati di diritto o semplicemente avete un parente con uno studio legale già avviato? Entrambi i casi rappresentano un ottimo motivo per iscriversi alla Facoltà di Giurisprudenza ma ricordatevi che "non è tutto oro quel che luccica": chi sceglie questa strada spesso sottovaluta l'impegno necessario ad affrontare esami lunghi e pesanti ma soprattutto la gavetta ed i concorsi che vanno preparati una volta terminati gli studi, se si vuole accedere alla professione di avvocato, notaio o magistrato.

Cosa fare dopo la laurea in Giurisprudenza

Ma gli sbocchi non sono solo questi. Al laureato in giurisprudenza, infatti, si offrono molteplici opportunità professionali cui accedere in rapporto alle sue propensioni personali.Con la riforma universitaria, gli sbocchi sono diversi a seconda che si consegua il titolo triennale o la laurea specialistica.

Lavoro per laureati in giurisprudenza: tante opportunità nel CercaLavoro

SBOCCHI LAVORATIVI:

- con Laurea triennale: nella pubblica amministrazione (funzionario) e privato: banche e assicurazioni, società di consulenza, aziende.

- con Laurea specialistica: avvocatura, magistratura, notariato, insegnamento nelle scuole superiori, carriera diplomatica, dirigenza pubblica, privato.

CONCORSO MAGISTRATURA - Per l'accesso al concorso di magistratura è inoltre richiesto il diploma rilasciato dalla Scuola di specializzazione per le professioni legali. Tale diploma non è invece requisito indispensabile per l'accesso all'esame di Stato per le professioni di avvocato e notaio per il quale è sufficiente la laurea specialistica seguita da un periodo di pratica professionale, attualmente della durata di due anni.

Chi però conseguirà il diploma di specializzazione sarà tenuto a svolgere un solo anno di pratica.

Come diventare avvocato

AVVOCATO - L'avvocato è un libero professionista che svolge attività giudiziale (difesa e rappresentanza in giudizio) e stragiudiziale (consulenze periodiche, stesura di pareri, arbitrati, redazione di contratti particolarmente complessi).

Per accedere a questa professione è necessario compiere la pratica forense per due anni presso uno studio legale; per chi frequenterà anche la Scuola di Specializzazione il periodo di pratica si riduce a un solo anno.

La via più semplice per trovare uno studio legale presso cui praticare il tirocinio, in mancanza di contatti personali con l'ambiente, è rivolgersi al Consiglio dell'Ordine Forense della propria città (la pratica deve svolgersi nella città di residenza del praticante). La pratica è gratuita ed è nella discrezionalità dello studio assegnare al praticante un "rimborso spese". Compiuta la pratica, per diventare avvocato occorre sostenere il relativo esame di Stato.

Come diventare notaio

COME DIVENTARE AVVOCATO: L'ESAME - L'esame per l'iscrizione negli albi degli avvocati deve essere tenuto nella sede di Corte d'appello nel cui distretto si è effettuata la pratica; la domanda di ammissione agli esami deve essere presentata, di solito, entro il 10 novembre.

Le prove scritte sono tre . Esse vengono svolte su temi formulati dal Ministero della giustizia ed hanno per oggetto:

- la redazione di un parere motivato, da scegliersi tra due questioni in materia regolata dal codice civile;

- la redazione di un parere motivato, da scegliersi tra due questioni in materia regolata dal codice penale;

- la redazione di un atto giudiziario che postuli conoscenze di diritto sostanziale e di diritto processuale, su un quesito proposto, in materia scelta dal candidato tra il diritto privato, il diritto penale ed il diritto amministrativo.

Tante idee per aprire un'attività in proprio

Le prove orali consistono:

- nella discussione, dopo una succinta illustrazione delle prove scritte, di brevi questioni relative a cinque materie, di cui almeno una di diritto processuale, scelte preventivamente dal candidato, tra le seguenti: diritto costituzionale, diritto civile, diritto commerciale, diritto del lavoro, diritto penale, diritto amministrativo, diritto tributario, diritto processuale civile, diritto processuale penale, diritto internazionale privato, diritto ecclesiastico;

- nella dimostrazione di conoscenza dell'ordinamento forense e dei diritti e doveri dell'avvocato.

IL MAGISTRATO - Il magistrato è il titolare della funzione pubblica dell'amministrazione della giustizia, a lui sono demandati compiti di interpretazione delle leggi e di loro applicazione nella risoluzione di controversie.

Per diventare magistrato occorre vincere il concorso pubblico da uditore giudiziario, che si tiene indicativamente con cadenza annuale ed a cui sono ammessi cittadini italiani laureati in giurisprudenza, che non abbiano più di 40 anni.

Come diventare magistrato

COME DIVENTARE MAGISTRATO: IL CONCORSO - Il concorso, a cui non si può partecipare più di tre volte, comporta tre prove scritte concernenti diritto civile, diritto penale, diritto amministrativo, e una prova orale sulle seguenti materie:

- diritto civile ed elementi fondamentali di diritto romano;

- procedura civile;

- diritto penale;

- procedura penale;

- diritto amministrativo, costituzionale e tributario;

- diritto del lavoro e della previdenza sociale;

- diritto comunitario;

- diritto internazionale ed elementi di informatica giuridica;

- lingua straniera, scelta dal candidato tra quelle ufficiali dell'Unione europea.

IL TIROCINIO - Superato il concorso, si pratica un tirocinio retribuito di circa due anni in qualità di uditore giudiziario in un ufficio sede di Corte di Appello, dopodiché si diventa magistrato (pubblico ministero o giudice).

Recentemente il decreto legislativo 17/11/97 n. 398 ha modificato la disciplina del concorso per uditore giudiziario, introducendo tra i requisiti di ammissione, il possesso (dal 2004) del diploma di specializzazione della Scuola per professioni legali e, tra le prove selettive, la preselezione informatica, ovverosia quiz in materia civile, penale ed amministrativa. Lo stesso provvedimento ha anche disposto l'eliminazione della prova scritta di diritto romano e delle prove orali di diritto ecclesiastico e statistica, nonché l'aggiunta di ulteriori prove orali relative al diritto comunitario, al diritto tributario e all'informatica giuridica.

Come diventare un diplomatico

Il concorso da uditore giudiziario è un concorso nazionale di elevata difficoltà che richiede una approfondita conoscenza delle materie d'esame, conoscenza che la sola preparazione universitaria non è in grado di fornire. Il laureato che voglia intraprendere questa strada deve esser pronto ad affrontare un periodo di studio intenso, magari accompagnato dalla frequenza di uno dei vari corsi in preparazione al concorso da uditore. Inoltre, per l'elevata aleatorietà dell'esito delle prove, è consigliabile non chiudersi altre opportunità professionali.

NOTAIO - Il notaio si colloca a metà strada tra il pubblico ufficiale ed il libero professionista, la cui funzione consiste soprattutto nel ricevere atti tra vivi e di ultima volontà attribuendo loro pubblica fede, conservandone il deposito e rilasciandone le copie, i certificati e gli estratti.

Come sfruttare la laurea in giurisprudenza

COME DIVENTARE NOTAIO: IL CONCORSO - Per diventare notaio occorre superare un concorso pubblico nazionale bandito dal Ministero della Giustizia.

Gli aspiranti debbono aver compiuto un periodo di praticantato di almeno due anni presso uno studio notarile (con l'attivazione delle Scuole di specializzazione alle professioni legali, la pratica sarà sostituita, in tutto o in parte, con la frequenza a tali scuole).

L'esame scritto è preceduto dalla preselezione informatica (legge 26 luglio 1995, n. 328), della durata di settanta minuti, eseguita con strumenti informatici e con assegnazione a ciascun candidato di trentacinque domande. I candidati sceglieranno la risposta che riterranno giusta tra le quattro proposte per ogni quesito. Le domande vertono sulle materie oggetto del concorso.

Superata la preselezione, l'esame verte su due distinte prove:

- un esame scritto , suddiviso in tre prove teorico-pratiche riguardanti un atto tra vivi, un atto di ultima volontà ed un ricorso di volontaria giurisdizione, le quali si svolgono in tre giorni consecutivi ed hanno una durata massima di sette ore ciascuna;

- un esame orale concernente argomenti di diritto civile e commerciale, disposizioni sull'ordinamento del notariato e degli archivi notarili e disposizioni concernenti le tasse sugli affari.

SBOCCHI ALTERNATIVI - Il laureato in giurisprudenza può operare in numerosi settori del privato, dalla consulenza al mondo bancario e assicurativo, dove è spesso ricercato. Inoltre, la flessibilità mentale e le capacità gestionali ed organizzative che la laurea in giurisprudenza fornisce garantiscono la possibilità di svolgere attività differenti rispetto a quella prettamente giuridica.
Il dottore in giurisprudenza troverà impiego, per esempio, anche nelle aree commerciale, di gestione del personale, di marketing.

L'accesso alle aziende può avvenire nei modi più diversi in quanto le imprese non sono vincolate, come gli enti pubblici, al rispetto della procedura concorsuale. E' utile pertanto tenersi informati sulle offerte di lavoro, tramite la consultazione periodica di giornali specializzati (come il "Corriere del lavoro", supplemento del Corriere della Sera pubblicato ogni venerdì) e di siti Internet ad hoc.

LAVORO: A CHI RIVOLGERSI - Per conoscere l'offerta proposta dalle aziende di una zona territoriale definita, ci si può rivolgere alle associazioni di imprese, ai centri di orientamento, agli informagiovani, agli sportelli comunali e provinciali per l'impiego, alle agenzie di lavoro interinale (gli indirizzi si trovano facilmente sull'elenco telefonico). Questi enti spesso sono dotati di banche dati in cui il laureato può inserire gratuitamente il curriculum per segnalare la propria disponibilità a stage e assunzioni.

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