Registro elettronico, rivoluzione in arrivo a scuola

Studenti.it lo ha provato e ha intervistato gli studenti di scuole in cui è già stato introdotto. Cosa ne pensano i diretti interessati? I prof sono preparati? Ecco il nostro viaggio nello strumento che cambierà usi e costumi a scuola

Registro elettronico, rivoluzione in arrivo a scuola

Registro digitale, cos’è e come funziona? Non sono domande da sottovalutare, specie se la rivoluzione digitale arriverà – e succederà, presto o tardi – nelle scuole italiane: perché il registro digitale è davvero in grado di cambiare, e radicalmente, il volto degli istituti, le abitudini degli alunni e le loro piccole, ma importanti, sicurezze. Per dirne una, marinare la scuola potrebbe diventare molto più difficile, anzi, ai limiti dell’impossibile.

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OBBLIGATORIO - Il registro elettronico era stato introdotto come obbligatorio per tutte le scuole italiane dal decreto del governo Monti e doveva essere operativo già dall’anno scolastico 2012-2013; tuttavia il decreto era riuscito a stanziare solo una minima parte dei fondi necessari. I termini previsti dal decreto erano così stati considerati come non obbligatori, e l’obbligo per le scuole di dotarsi del registro era stato sospeso; anche il ministro Maria Chiara Carrozza ha confermato la sospensione dell’obbligo, e nemmeno nel 2013-2014 il registro elettronico sarà obbligatorio per le scuole italiane

 

MOLTO IN RITARDO - I soldi a disposizione per procedere alla digitalizzazione sono davvero insufficienti: le percentuali della diffusione del registro elettronico nelle scuole italiane le riportava a luglio il Corriere della Sera.

Quasi tutti sono consapevoli dell'obbligatorietà della norma (98% degli interpellati), ma solo poco più della metà degli interpellati ha già provveduto: di questi, l'11% ha appena acquistato il software, il 68% non ha ancora esteso la novità a tutte le classi e il 20% è fermo alla sperimentazione

Sono insomma ben poche le scuole, le classi e dunque gli alunni che vivono già rapportandosi con la novità digitale: il registro elettronico. Ma cos’è, e come funziona, un registro elettronico? Quali effetti ha sulla vita degli alunni?

CHI PUO’ USARLO - Studenti.it ha potuto provare una versione dimostrativa di un registro elettronico, fornito ad uno dei nostri redattori da una delle aziende che producono questi servizi. Tutto parte dall’accesso ad un sito internet: grazie a nomi utenti e password forniti agli utenti, vi sono ingressi differenziati per il preside (che può accedere a tutti i dati di tutte le classi), per i professori, per gli alunni e anche per i genitori.

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ASSENZE IMPOSSIBILI - Dal lato dei professori, insegnanti e dirigente possono “associare” ad ogni alunno un genitore a cui inviare comunicazioni scuola-famiglia: convocazione a colloqui, note disciplinari, necessità di giustificazioni scolastiche. E grazie all’associazione del genitore all’alunno, la scuola può inoltre inviare automaticamente a casa eventuali comunicazioni in merito alle assenze dell’alunno: “L’invio di sms”, però, “ non è automatico in base all’assenza segnata sul registro. Abbiamo demandato alla segreteria la decisione di inviare o meno il messaggio”, ci spiega l’azienda.

GLI STUDENTI - Ecco perché fare assenze all’insaputa dei propri genitori potrebbe diventare di colpo molto più difficile.

Gli insegnanti registrano poi sul dispositivo online compiti, avvisi e altre comunicazioni. Ogni studente che accede con i suoi dati d’ingresso ha a disposizione il suo orario completo, provvisorio e definitivo; il suo registro compiti con le assegnazioni per i giorni successivi, le assenze fatte, quelle giustificate, quelle ancora da giustificare e una sorta di avviso, o comunque un’allerta, quando le assenze compiuto finiscono per superare il limite legale massimo oltre il quale si rischiano conseguenze molto serie. Non manca il numero delle uscite anticipate o dei ritardi, con il conto delle giustificazioni ancora da portare.

SCUOLA DIGITALE, OBIETTIVO ANCORA LONTANO

BUROCRAZIA - Ovviamente professori ed insegnanti sono a conoscenza in tempo reale delle assenze effettuate dagli alunni, delle giustificazioni fornite e da quelle ancora mancanti. C’è un prospetto riassuntivo nel quale sono indicate tutte le ore di assenza di tutti gli allievi di ogni classe, le assenze giustificate e quelle non giustificate; e c’è il dettaglio per ogni studente con persino il giorno in cui l’assenza o l’ora vengono giustificate. Parliamoci chiaro: gli studenti non potranno più contare sulla burocrazia scolastica e sulle sue lungaggini per starsene a casa un giorno o due.

LA TESTIMONIANZA - Ma cosa pensano i ragazzi che frequentano quelle classi in cui il registro elettronico è già utilizzato? Non un gran bene, a dir la verità. Siamo andati a chiederlo ad alcuni ragazzi delle scuole romane.

Su Facebook Benedetta, studentessa di un liceo piemontese, ci dice: “Il registro elettronico nel mio liceo consiste in un ipad-mini. I professori entrano in classe e si collegano alla rete wi-fi al sito”.

REGISTRO ELETTRONICO, GLI STUDENTI POSSONO HACKERARLO?

I PROF - Benedetta parla “solo dei professori”, perché attualmente nel suo liceo solo i docenti possono accedere al server del registro elettronico: “E il preside, ovviamente”. Per gli studenti non sono ancora state attivate le password e gli accessi che gli consentirebbero di entrare nel sistema e verificare, come abbiamo visto, se abbiano delle giustificazioni da consegnare o i compiti assegnati per il giorno dopo. Questo, secondo Benedetta, crea delle scene in classe fra il ridicolo e il tragico.

DIFFICOLTA’ - “Per scrivere voti, giustificazioni e altro usiamo ancora il libretto”, ci dice: “E un compagno assente fa fatica a ottenere i compiti e vedere ciò che è stato spiegato il giorno precedente. Per gli insegnanti stessi, poi, il registro elettronico è una penalizzazione, gli fa solo perdere tempo”. Piuttosto preciso il racconto della studentessa: “Ci capita di osservarli [gli insegnanti] quando compilano il registro elettronico e spesso chiamano qualche alunno per farsi aiutare. Molti si trascrivono tutto su un'agenda e poi a casa con calma aggiornano il registro.”. Insomma, quel che traspare dal racconto della ragazza è che gli insegnanti, per primi, sembrano essere molto poco attrezzati all’utilizzo delle nuove tecnologie digitali.

LA SCUOLA DIGITALE CHE NON C'E'

NON ALL’ALTEZZA - Dall’associazione nazionale dei Presidi la situazione non viene raccontata poi troppo diversamente. “La nostra classe docente, per adesso, non sempre è in grado di utilizzare questo strumento – sulla cui introduzione non si discute, visto che parliamo di un obbligo di legge. Gli insegnanti hanno bisogno di formazione, dobbiamo aiutare le scuole”, ci dice al telefono Licia Cianfriglia, vicepresidentessa dell’Associazione Nazionale Presidi e Dirigenti scolastici. “Serve uno sforzo che non si può chiedere ai docenti”, continua: “Bisogna accompagnarli: servono più strumenti e più occasioni di formazione. Sul registro elettronico il nostro giudizio è positivo, ma servono risorse e tempo”.

FORMARE I DOCENTI - E d’altronde anche il ministro sembra essere a conoscenza della situazione.

Nel corso di un’intervista a Radio Anch’io, Carrozza ha osservato che secondo la Commissione europea la scuola italiana è “molto ma molto indietro” nelle tecnologie digitali.“Questo richiederebbe soprattutto la formazione degli insegnanti – ha sottolineato il ministro – che devono essere messi in grado di utilizzare tutti gli strumenti e essere formati“

Insomma, ecco il quadro. Il registro elettronico è uno strumento molto potente, destinato a cambiare quasi completamente il rapporto fra gli studenti e l’istituzione scolastica, che però stenta a decollare per problemi di fondi, per carenze strutturali e che, anche dove viene utilizzato, a volte risulta sostanzialmente paralizzato per la mancanza di formazione dei docenti.

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