Psicologia della Comunicazione

Appunti per l'esame di Psicologia della Comunicazione dai libri: Zani/Selleri/David, la comunicazione; Agyle "Il corpo e il suo linguaggio"; Mizzau, "Storie come vere"; Galatolo, "Il malinteso conversazionale". Ed inoltre definizioni e teorie generali

Psicologia della Comunicazione

- "Parlare di Comunicazione significa accettare e comprendere che il solo fatto di condividere con altre persone un luogo, un oggetto o una idea richiede lo scambio continuo di vari messaggi, che si realizza tramite il linguaggio verbale e non verbale".

- "non si può non comunicare", 1° assioma della comunicazione, Scuola di Palo Alto.

- processo comunicativo corretto : l'E. produce un msg che l'Interlocutore comprende. Quest'ultimo esegue una risposta la quale funziona fra l'altro da feedback informativo per il primo soggetto. (pianificazione & esecuzione /comprensione / accettazione e risposta).

- modello interattivo : il soggetto emittente può diventare anche ricevente durante una stessa interazione: quando le immagini mentali degli interlocutori coincidono, la comunicazione è riuscita. (metafora della partita a tennis).

- la comunicazione è il risultato di un complesso intreccio di attività svolte da due o più soggetti che, interagendo, costruiscono congiuntamente il senso delle proprie azioni, sulla base di una disponibilità alla comunicazione e di un bagaglio di conoscenze comuni o cmq oggetto di negoziazione.

- contratto di comunicazione di rommetveit : i partecipanti alla com. sono legati reciprocamente dalle caratteristiche di uno specifico contratto riguardante i soggetti che vi prendono parte, l'oggetto della comunicazione e la situazione in cui esso ha luogo. (cfr. l'architettura dell'intersoggettività).

- comunic. interculturale : esistono sì universali interculturali, ma esistono anche variazioni da cultura a cultura, ed è evidente che queste differenze possono condurre a fraintendimenti e incomprensioni di natura inter-etnica (Kebrat-Orecchioni).

- interazione : un meccanismo di azioni sociali reciproche in cui i ruoli di attore e di co-attore sono scambiati dai partner (Bange).

- "La comunicazione si realizza ogni volta che una persona trasmette informazioni a un'altra attraverso lo sguardo, i gesti, la voce - utilizzando cioè oltre la voce uno o simultaneamente diversi indici non-verbali".

La cnv comprende una vasta gamma di segnali di tipo cinesico, paralinguistico e intonazionale che integrano, ampliano e a volte sostituiscono il contenuto verbale di una comunicazione.

cnv : appresa o innata? Espressioni del volto sono innate, mentre i gesti si apprendono (codifica/decodifica).

- "La capacità di codificare/decodificare in modo corretto ed efficace i segnali NV è un'importante abilità sociale e può risultare essenziale nel determinare la qualità e varietà dei rapporti sociali".

- "Un'emozione è una complessa catena di eventi che incomincia con la percezione di uno stimolo e finisce con una interazione tra l'organismo e lo stimolo che ha dato avvio alla catena di eventi".

- feedback : se una persona mentre parla presta attenzione al volto dell'ascoltatore, allo sguardo, ai movimenti delle sopracciglia e della bocca, ai cenni del capo, può capire se il suo messaggio è compreso o bene interpretato e regolare di conseguenza il proprio comportamento, ripetendo e sottolineando alcuni passaggi del discorso, o modificandoli opportunamente (importante funzione di controllo).

- "Le forme che la comunicazione problematica può assumere sono molteplici, possono coinvolgere aspetti diversi dell'interazione, riguardare uno degli interlocutori o entrambi, riferirsi al contenuto del msg oppure alla relazione tra gli interagenti, oppure ancora a tutti e due gli aspetti".

miscommunication , importante per la socializzazione.

E. decide di ottenere lo scopo in modo comunicativo: pianificazione , esecuzione .

Possibilità di fallimento: non fattibilità .

- modalità di riparazione :
1) riconoscimento dell'insuccesso;
2) identificazione del meccanismo (attribuzione);
3) adozione di una strategia per il recupero. Se aumenta la distanza tra disturbo/correzione, si tende a "lasciar correre".

- dimensione "morale" del fallimento: l' inganno , mentre nell' ironia sono presenti due livelli di significato, quello letterale e manifesto e quello derivato e latente. La sequenza ironica è costituita da un senso letterale che viene invertito, dando luogo al senso derivato.

Da: "IL CORPO E IL SUO LINGUAGGIO" - Agyle.

1) origini della cnv : gran parte è innata (negli animali quasi totalmente) ma anche l'apprendimento gioca un ruolo importante. I significati convenzionali vengono acquisiti per imitazione diretta o per insegnamento, e l'osservazione facilita il meccanismo di interpretazione (sincronizzazione gesti/discorso). 2) perché si usa la cnv ? Gli animali per sopravvivenza, l'uomo perché è più primitiva e diretta, carica di efficacia, e ci sono cose che il linguaggio non è ben idoneo ad esprimere. 3) il significato dei segnali nv : esso consiste senz'altro nelle reazioni del destinatario, ma vanno considerati i casi di falsità deliberata, e di fraintendimenti che incorrono ove comunicazioni vere e proprie sono prese per segni e viceversa.

- Limiti nella ricerca della cnv : l'esperimento in laboratorio inibisce la naturalezza e spontaneità del fenomeno osservato, ed è soprattutto importante distinguere tra scoperta e verifica . Solo la prima, risultato di una ricerca più informale e meno rigorosa, è una ricca fonte di dati perché a differenza della verifica non esclude nulla in partenza.

- studio dei fenomeni non usuali per approfondire e capire quelli più comuni.

- implicazioni pratiche della ricerca sulla cnv : educazione e terapia, comunicazione tra gruppi diversi (per cultura, età, classe), problemi di natura comunicativa (telefono e videocitofono, ma anche ciechi e sordi), comprensione del comportamento sociale nella vita quotidiana.

I. espressione dell'EMOZIONE: esperienza soggettiva dovuta a uno stato fisico particolare che determina un complesso di segnali nv (nb. stato emotivo ¹ atteggiamento).

II. classificazione delle Emozioni: possiamo distinguere 7 gruppi principali (felicità, sorpresa, paura, tristezza, rabbia, disgusto, disprezzo, interesse) manifestati nel corpo - volto, occhi, gesto, postura, tono di voce...

III. codificazione delle Emozioni: gli esperimenti rivelano che vi è una normale gamma di espressioni per una emozione determinata che la maggior parte delle persone è in grado di riconoscere. Le espressioni facciali ad esempio sono in parte il risultato diretto di una reazione fisiologica (es. adrenalina) ma in parte rappresentano segnali sociali con una storia piuttosto complessa. Il viso es. costituisce l'area specifica più importante per segnalare le emozioni e si è evoluto come area della segnalazione sociale. NB. l'espressione emozionale è spesso il risultato del conflitto tra il modello di espressione a base biologica ed i tentativi cognitivi di controllarla + ricorso alla simulazione.

IV. decodificazione delle Emozioni: nelle situazioni di vita reale la gente si sforza di celare le proprie emozioni, ma per quanto ci si riesca controllare a livello verbale spesso i segni nv vanificano il tentativo.

Quando segnali v e segnali nv sono in conflitto è più probabile che si presti attenzione alla componente non-verb. (perché è più veritiera). NB. la condizione di colui che percepisce influisce sul modo in cui egli interpreta i dati nv dell'emozione.

- Possiamo concludere che la comunicazione non verbale delle Emozioni è in gran parte innata, in parte è dovuta al diretto effetto degli stati fisiologici e in parte allo sviluppo dei segnali sociali (scopo quello di mantenere gli appartenenti a un gruppo continuamente informati sugli stati interni degli altri animali). Le modificazioni principali apportate a questo schema nella cultura umana sono rappresentate dall'inibire le espressioni del volto, rimpiazzare gli urli vocali con il tono usato nella normale conversazione e introdurre l'uso di espressioni convenzionali in assenza di qualsiasi stato emozionale.

- i segnali nv inviano informazioni sulla personalità. Certe informazioni sull'individuo sono fornite senza l'ausilio di alcun segnale particolare ( info involontarie , come razza sesso età) mentre ci sono info che inviamo volontariamente per contribuire alla propria "presentazione del sé". Nel caso dei segnali manipolati le info inviate esprimono la maniera in cui il soggetto percepisce se stesso e il modo in cui vuole che gli altri, in generale o particolare, lo vedano (aspetto esteriore, stile di comportamento sociale, metodi verbali).

- percezione della personalità attraverso dati nv (il comportamento). Quando una persona osserva il comportamento di un'altra lo fa risalire in parte alla personalità particolare di quella persona e alle sue intenzioni, in parte alle normali esigenze della situazione. NB. il comport. proprio o dei propri amici è attribuito alla situazione, mentre quello degli estranei si ritiene dovuto in primo luogo alla loro personalità. Il modo in cui un altro è percepito dipende anche dalla situazione. E - sempre - in casi di conflitto tra dati verb. e non verb., i nv prevalgono.

- comuncazione dei ruoli e appartenenza a gruppi . Prima di tutto attraverso elementi nv involontari vengono comunicati tre ruoli molto importanti: (1) età, sesso, razza - modificabili (2) solo entro certi limiti. Lo stadio successivo (3) del processo di decodificazione consiste nell'applicare degli "stereotipi" sulle supposte qualità tipiche di gruppi razziali o altri gruppi (ma possono essere errati o non adattarsi a un particolare individuo). Ultimo stadio (4) è la risposta comportamentale alle persone in particolari categorie di ruolo.

- caratteristiche della personalità che influenzano la cnv , e quindi fonti di msg, es. strutture del corpo, temperamento, tratti della personalità, rappresentazione simbolica di sé.

Da: STORIE COME VERE , Mizzau
- comunicazione e intenzioni : ogni messaggio, verbale o nv , è formulato in funzione di uno (o più) destinatari; l'emittente intende che il msg venga ricevuto e che chi lo riceve si comporti in relazione ad esso.
- ipotesi mizzau : il riconoscimento delle intenzioni in certi casi non è necessario o è addirittura escluso, secondo gli scopi che l' e . vuole ottenere.
- distribuzione dell'ascolto : la parola - il segno in generale - non viaggia su un binario unico prestabilito. Non sempre, o raramente, un punto di partenza corrisponde ad un centro di arrivo univoco: il msg può infatti essere raccolto da più persone, non tutte destinate a riceverlo.

tipi di intenzione :

1) apertam. mascherata : chi parla copre la propria intenzione ma in modo che l'atro recepisca ciò che è sottinteso.
2) intenzioni che non è necessario siano riconosciute perché l'atto funzioni.
3) necessariam. mascherate : devono rimanere coperte perché il progetto comunicativo sia realizzato.
4) intenzione ambigua : legata alla modalità di "comunicaz. obliqua" - chi parla si esprime in modo indiretto per mettere al riparo la propria parola dalle eventuali conseguenze.

comunicaz obliqua : distorsione del msg, spostamento dell'interlocutore (= triangolazione ).
- distribuzione dell'ascolto : come si comporta il destinatario [ e emitt., d dest., t target, di dest.indir.]
1°caso: t è consapevole di esserlo, d crede di esserlo!
2°caso: t non sa di essere il di , mentre e ne è consapevole;
3°caso: ambiguità sul riconoscimento dell'intenzione (rischio di perdere la faccia);
4°caso: t è tenuto a "fare come se" non capisse.

- scomposizione della figura del ricevente :

  1. destinatario (interlocutore o allocutario)
  2. ascoltatori ratificati non-destinatari (laterali)
  3. uditore occasionale , o astante

Di volta in volta l'intenzione dell' e . rivolge il msg a uno o all'altro, in modo a volte esplicito a volte implicito.

Chi parla è in genere consapevole dei ruoli differenziati degli ascoltatori: la pluralità degli uditori incide infatti nel discorso di chi parla (cambia la conoscenza condivisa, il turno di parola, l'equilibrio nuovo/dato...).
- Avviene che un msg, apparentemente rivolto a un interlocutore x in base a indici di allocuzione, ha tuttavia come destinatario - parzialmente o esclusivam. - y (il target ), cioè: target ¹ allocutario.
- self talk vale come triang. comunicat.: il parlante rivolge a se stesso parole destinate ad altri.
- funzioni della tr.com. : informativa (distribuzione del msg) e relazionale [1. Aggirare (caso di faccia minacciata); 2. Superare l'imbarazzo; 3. Suggerimento indiretto; 4. Comunicazione obliqua (coprire/scoprire conflitti); 5. Esibizione del sé (finalità inconfessata); 6. Superamento di tabù (culture ¹ dalla nostra)].
- Radiguet, Il ballo del Conte di Orogel. (il Conte, la Contessa Mahaut , il giovane Francois Séryeuse, madre di Francois, il Principe Naroumof). C'è uno spostamento continuo del t , mosso dalle intenzioni della Contessa, il cui scopo ad un certo punto è proprio quello di non fare riconoscere le intenzioni, necessariamente mascherate.

Da: IL MALINTESO CONVERSAZIONALE , Galatolo.

fasi del malinteso :

• Manifestazione della divergenza interpretativa (I. turno problematico, II. Replica inadeguata, III. Riparazione della replica inadeguata).

• Percezione

• Riparazione ( autoriparazione , al III turno: parlante iniziale; eteroriparazione , al IV turno: interlocutore).

• Soluzione (a volte la 1 a riparazione non è sufficiente per una soluz., altre volte malint. non vengono riparati, cioè il "fare come se" non fosse accaduto nulla, e si prosegue l'attività di conversazione.

- Importante è la dimensione dell'unità di conversazione coinvolta nel malinteso.

- Possibili fonti di misunderstanding :
1. sul senso di un termine;
2. sul riferimento (testuale, contestuale);
3. sul footing (letteralità vs. ironia);
4. sul tropo; (il prendere alla lettera)
5. sul topic (casi di repliche non pertinenti);
6. sul tipo di azione compiuta;
7. sul quadro partecipativo (chi parla a chi);
8. sulla funzione sequenziale di stringhe variabili di parlato.

- cause del malinteso: strutturali (somiglianza fonetica o polisemia) e contestuali (ambientali, a carico del parlante o dell'interlocutore o dell'interazione).

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ASSIOMI SCUOLA PALO ALTO

1. non si può non comunicare.
2. ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione, di modo che il secondo classifica il primo ed è quindi metacomunicazione.
3. la natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti.
4. gli esseri umani comunicano sia in con il modulo numerico (contenuti) sia con quello dialogico (relazione).
5. tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sull'uguaglianza o sulla differenza.

LA TEORIA DEGLI ATTI LINGUISTICI (AUSTIN, SEARLE)
L'atto locutorio è l'emissione di un significato, l'atto illocutorio la produzione di una certa forza convenzionale (compiere un atto parlando), e l'atto perlocutorio il raggiungimento di un dato effetto sull'ascoltatore.

ATTI LINGUISTICI INDIRETTI ( ali )
Quegli atti che se presi singolarmente appartengono a una categoria, ma che hanno lo scopo illocutorio tipico di un'altra.

COMPETENZE COMUNICATIVE
L'insieme delle presupposizioni reciproche, delle conoscenze e delle regole che rendono possibile uno scambio comunicativo. sono competenze: linguistica, paralinguistica, cinesica, prossemica, performativa, pragmatica, socioculturale.

MASSIME CONVERSAZIONALI DI GRICE:
1. la quantità , informazioni necessarie per la comprensione (essere esauriente)
2. la qualità delle inf. fornite (devono essere vere)
3. la relazione delle inf. con lo scambio comunicat. (essere pertinente)
4. il modo con cui ci si esprime (essere comprensibile, ordinato, coinciso).

FUNZIONI DELLA COMUNICAZ. NON-VERBALE:
1. esprimere emozioni (a volte tradendo il contenuto del discorso)
2. comunicare gli atteggiamenti interpersonali (amichevole/ostile, dominante/sottomesso)
3. presentare se stessi (self presentation, goffman)
4. sostenere, modificare, completare, sostituire il discorso

COMPORTAMENTO NON VERBALE:
A) informativo: quando è condiviso e interpretato in modo omogeneo;
B) comunicativo: quando emesso consapevolmente e in modo chiaro;
C) interattivo: tutti i gesti che vengono usati durante l'interaz. e che influenzano/modificano il comportamento dei partecipanti.

CANALI NON VERBALI
Volto (l'espressione), corpo (interazione visiva), voce (qualità, vocalizzazioni), il comportamento spaziale (contatto corporeo, vicinanza/distanza, orientazione, postura), aspetto esteriore, il movimento del corpo e i gesti.

STUDIO SUL RICONOSCIMENTO DELLA PAROLA:
1) effetto frequenza
2) effetto parola/non-parola
3) effetto del contesto (parola "prime")
4) effetto visivo (lay-out)
5) effetto di superiorità della parola

DUE TEORIE SULLA MEMORIA, anni '60:
- teoria dell'interferenza (fattori: recenza, salienza)
- teoria doppio magazzino (BR.T<30"<LU.T)
- teoria dei livelli di elaborazione (per quantità e qualità)

Un consiglio in più