Il sogno americano nelle opere di Pavese

La guida sul mito americano: il sogno americano nelle opere di Pavese. Analisi dei romanzi Paesi tuoi e La luna e i falò

Il sogno americano nelle opere di Pavese
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IL SOGNO AMERICANO NELLE OPERE DI PAVESE: PAESI TUOI

Il sogno americano nelle opere di Cesare Pavese
Fonte: ansa

Paesi tuoi è considerato il più americano dei romanzi di Pavese, sia per quanto riguarda la storia, l'ambiente, i personaggi, che per il linguaggio, lontano da quello classico-letterario. I due personaggi principali, Berto e Talino, rappresentano rispettivamente l'uomo di città e quello di campagna e il romanzo è incentrato sul loro difficile rapporto di amicizia, che ha inizio dalla forzata convivenza nel carcere e prosegue con il loro trasferimento a casa di Talino nella campagna delle Langhe.

Qui viene messa in risalto la diversità del cittadino Berto rispetto alla gente del luogo descritta dall'autore stesso come rozza e segnata nel fisico e negli atteggiamenti dal duro lavoro. Berto registra una realtà a lui estranea, quella della campagna con i suoi riti primordiali e selvaggi, reagendovi con gesti e pensieri che s'ispirano ad una sobria virilità ma che lasciano trapelare anche il raccapriccio dell'uomo civile di fronte all'esplosione di forze oscure ed incontrollabili. La reazione che esprime il pensiero e l'emozione del soggetto assume talora l'andamento di un appena accennato monologo interiore. Si veda ad esempio l'espressione "meno male, era viva".

E' assente quindi l'autorità di un punto di vista superiore: ciò contribuisce a dare alla narrazione una assoluta immediatezza dovuta proprio alla mancanza di diaframmi ideologici, ci sono solo i fatti e le reazioni immediate del soggetto. Di qui lo stile "americano", che si qualifica proprio per il suo essere privo di mediazioni. In Paesi tuoi è presente quindi un tema ricorrente nei romanzi di Anderson soprattutto, ma anche di Faulkner, cioè l'opposizione tra città e campagna e il legame con il luogo dell'infanzia, della provenienza.
I due protagonisti inoltre ricordano molto Lenny e George del romanzo "Uomini e topi" di Steinbeck: ne riprendono la tematica del vagabondaggio e della goffaggine, anche se il Talino di Pavese ci appare più scaltro certamente del personaggio steinbeckiano.

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CESARE PAVESE: LA LUNA E I FALO'

Anche nel romanzo La luna e i falò ritroviamo singolari e certo non casuali analogie con temi e personaggi di romanzi americani, in particolare "Dark laughter" di S. Anderson. Il protagonista Anguilla torna ai luoghi dell'infanzia dopo lunghi anni di rottura con il passato trascorsi proprio negli Stati Uniti, dove sperimenta quella alienazione, quella solitudine magistralmente raccontate da Anderson. Si stabilisce, come Bruce Budley protagonista di Riso nero, nell'albergo del posto e da lì osserva la piazza principale del paese evocando, con un continuo gioco di slittamenti della mente, il passato, soprattutto i tempi dell'infanzia e dell'adolescenza.

Nel romanzo pavesiano i capitoli III e XI sono dedicati all'America: ci appare la grandezza, la vastità di questo paese, la libertà di cui si può godere ma che si paga spesso con la solitudine, con la povertà, con lo sradicamento.
L'America ci viene descritta dal protagonista come una terra in cui tutto è possibile: dall'incontro sessuale momentaneo all'amore vero, dall'improvviso arricchimento al delitto impunito.

Questi due capitoli sono stati considerati dai critici come la testimonianza della delusione di Pavese nei confonti dell'America, tesi avvalorata anche da altri articoli pubblicati dallo scrittore piemontese nel dopoguerra.

Eppure possiamo dire che anche in quest'ultima opera, il romanzo americano continua ad essere un modello per Pavese; Anguilla è molto simile ai personaggi sradicati dalla cultura americana: tutti quei ragazzi di Anderson che a un certo punto se ne vanno dal loro paese e così crescono e non trovano altrove che nuovi ricordi e nuova solitudine, tutto quel mondo opaco e commosso, rivela grande affinità con il mondo pavesiano in cui l'infanzia è tutto, il paese è il microcosmo del mondo, anche se lo si lascia, come avviene in Anderson, "perché non si può vivere in un luogo dove si è stati felici". Quella espressa in questi capitoli è dunque una delusione nei confronti dell'America o una delusione personale totale nei confronti del mondo?

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