Riforma Gelmini: i nuovi istituti professionali
Dall'anno scolastico 2010/2011 gli istituti professionali italiani sono suddivisi in due settori e 6 indirizzi specifici ed offrono una formazione diretta non solo al mondo del lavoro, ma anche agli studi universitari
Con l'entrata in vigore della riforma della scuola del Ministro Gelmini, dall'anno scolastico 2010/2011, i nuovi istituti professionali sono divisi in due settori: "Servizi" ed "Industria ed Artigianato". Gli istituti professionali sono considerati come percorsi quinquennali che offrono una solida base di istruzione generale e tecnico professionale per acquisire la cultura del settore produttivo di riferimento in una visione sistemica. Nello specifico i nuovi istituti offrono più saperi e competenze coerenti con le esigenze formative delle filiere di riferimento (produzione di beni e/o servizi); più capacità di rispondere alle richieste di personalizzazione dei prodotti e dei servizi; più competenze nell'uso di tecnologie e metodologie innovative in contesti applicativi.
Si distinguono dagli istituti tecnici perché sono strettamente legati a filiere produttive di rilevanza nazionale. Gli istituti professionali si caratterizzano infatti per un tipo di istruzione che consente agli studenti di sviluppare i saperi e le competenze necessari per rispondere alle esigenze formative del settore produttivo di riferimento. Gli istituti professionali durano 5 anni e sono suddivisi in due bienni e un quinto anno, al termine del quale gli studenti conseguono il diploma di istruzione professionale, utile anche ai fini della continuazione degli studi in qualsiasi facoltà universitaria. Il quinto anno è inoltre finalizzato ad un migliore raccordo tra scuola e istruzione superiore e alla preparazione all’inserimento nella vita lavorativa. Sono previste 1056 ore annuali, pari a circa 32 ore settimanali.
L'organizzazione didattica degli istituti professionali passa da 5 settori e 27 indirizzi a 2 settori e 6 indirizzi:
- Settore dei servizi:
Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale;
Servizi socio-sanitari;
Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera;
Servizi commerciali;
- Settore industria e artigianato:
Produzioni industriali e artigianali;
Manutenzione e assistenza tecnica.
I laboratori e le tecnologie applicate assumono un ruolo centrale nella didattica. L’orario scende a 32 ore settimanali, della durata di 60 minuti. Gli istituti professionali potranno rilasciare qualifiche al terzo anno e diplomi professionali al quarto anno, sulla base di specifici accordi stipulati dal MIUR con le singole Regioni. I nuovi istituti professionali costituiranno un punto di incontro tra il sistema di istruzione e il sistema di istruzione e formazione professionale. Gli istituti professionali per il settore industria ed artigianato, in particolare, saranno dotati di un Ufficio tecnico con il compito di sostenere la migliore organizzazione e funzionalità dei laboratori a fini didattici e il loro adeguamento alle esigenze dell’innovazione tecnologica e della sicurezza delle persone e dell’ambiente.
Dopo il completamento degli studi secondari anche i diplomati degli istituti professionali avranno ulteriori opportunità oltre all’inserimento nel mondo del lavoro e all’iscrizione all’università:
– iscrizione a percorsi brevi di 800/1000 ore per conseguire una specializzazione tecnica superiore (IFTS) per rispondere ai fabbisogni formativi del territorio;
– iscrizione a percorsi biennali per conseguire un diploma di tecnico superiore nelle aree tecnologiche più avanzate presso gli Istituti Tecnici Superiori (ITS), in via di costituzione.
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