Microeconomia: caratteristiche ed elementi principali

L’economia studia le modalità in cui si realizza il tentativo dei singoli individui e delle comunità di risolvere il problema della scarsità. A causa della scarsità, infatti, in ogni società deve esistere un meccanismo che decida cosa produrre, come produrlo e a chi destinare il prodotto. Il mondo reale è troppo complicato perché lo si possa studiare in tutti i suoi dettagli; per questo gli economisti si servono di modelli, rappresentazioni della realtà, che fanno astrazione d tutti i dettagli non essenziali

Microeconomia: caratteristiche ed elementi principali

Tutte le società si trovano di fronte al problema della scarsità: non ci sono abbastanza risorsa per soddisfare tutti i bisogni e tutti i desideri di tutti i cittadini. L’economia studia le modalità in cui si realizza il tentativo dei singoli individui e delle comunità di risolvere il problema della scarsità. A causa della scarsità, infatti, in ogni società deve esistere un meccanismo che decida cosa produrre, come produrlo e a chi destinare il prodotto.

Il mondo reale è troppo complicato perché lo si possa studiare in tutti i suoi dettagli; per questo gli economisti si servono di modelli, rappresentazioni della realtà, che fanno astrazione d tutti i dettagli non essenziali. Nessun modello può essere “vero”, nel senso di riprodurre ogni aspetto della realtà; un buon modello deve essere verosimile e consentire di fare previsioni esatte. Gli economisti si servono di modelli sia nell’analisi positiva (che mira a descrivere la realtà), sia nell’analisi normativa (che porta a esprimere giudizi di valore sulla realtà).

Il modello del flusso circolare mostra i legami esistenti tra il settore delle famiglie e quello delle imprese. Le famiglie forniscono risorse produttive alle imprese; le imprese pagano le famiglie per poter utilizzare tali risorse; le famiglie usano il reddito versato loro dalle imprese per acquistare i beni e i servizi che queste producono. Le famiglie e le imprese “si incontrano” sia nei mercati dei prodotti, si in quelli delle risorse; il modello della domanda e dell’offerta spiega il funzionamento di entrambi questi tipi di mercato. Il prezzo e la quantità di equilibrio di ciascun bene (e di ciascuna risorsa) vengono determinati dall’intersezione tra la sua curva di domanda e la sua curva di offerta.

Per comprendere come gli individui compiono le loro scelte è necessario costruire un modello delle preferenze del consumatore. Questo modello presuppone che i consumatori siano in grado di stabilire un ordine di preferenza per tutte le possibili combinazioni di beni e che le loro preferenze siano coerenti. Nei casi in cui l’individuo si trova a scegliere tra due beni, le sue preferenze possono essere rappresentate graficamente mediante curve d’indifferenza. Le curve d’indifferenza sono uno strumento che si presta a molteplici usi; infatti possono essere impiegate per rappresentare le preferenze individuali nei confronti di diversi tipi di prodotti. Può trattarsi di beni complementari o sostituti, di prodotti il cui saggio marginale di sostituzione è crescente oppure decrescente e, infine, di “beni” o di “mali”. Le funzioni di utilità ordinale consentono di associare un valore numerico a ciascun paniere di beni; questi numeri non servono a misurare la soddisfazione che l’individuo ricava dal consumo di ciascun paniere, ma a stabilire un ordine di preferenza tra i diversi panieri.

Ipotizzando che (a) l’individuo non faccia il prezzo e (b) consumi una certa quantità di ciascun bene, il paniere di equilibrio è caratterizzato da un relazione molto semplice: il rapporto tra i prezzi dei due beni considerati risulta uguale al saggio marginale di sostituzione di tali beni. Se una qualsiasi delle precedenti ipotesi non viene rispettata, può darsi che il paniere di equilibrio non possa essere descritto in maniera così semplice. In ogni caso il procedimento per individuare la posizione di equilibrio è lo stesso: essa corrisponde al punto di tangenza tra il vincolo di bilancio e la curva d’indifferenza più lontana dall’origine.

Uno degli obiettivi della microeconomia è prevedere come cambierebbe il comportamento degli individui in caso di variazione delle condizioni in cui essi operano. Il metodo della statica comparata consente di fare questo tipo di previsioni. E’ sufficiente rappresentare le mutata condizioni economiche mediante un nuovo vincolo di bilancio e poi osservare come questo vincolo di bilancio influisca sulla scelta della combinazione ottimale da parte dell’individuo. E’ particolarmente importante stabilire come varia la quantità consumata di un bene quando il suo prezzo cambia, ceteris paribus. Rispondendo a questo interrogativo, infatti, si ottiene una curva di domanda individuale del bene.

Il metodo della statica comparata consente di stabilire come cambia il comportamento di un consumatore quando variano le condizioni economiche a cui si trova di fronte. Come dimostra il nostro esempio relativo alle offerte di beneficenza, questo metodo si presta a molteplici applicazioni, soprattutto se si dà una definizione abbastanza flessibile del bene. Un’analisi di statica comparata rivela anche se, in seguito a un determinato cambiamento, le condizioni di un individuo sono migliorate o peggiorate: per saperlo è sufficiente vedere se si trova su una curva d’indifferenza più alta o più bassa rispetto a prima. L’esempio relativo ai trasferimenti in natura dimostra che si può utilizzare questo criterio, per valutare gli effetti di politiche alternative sul benessere dei cittadini.

Ci si pone il problema di individuare un semplice strumento numerico per riassumere i risultati delle analisi di statica comparata. La pendenza non serve a questo scopo perché il suo valore dipende dalle unità in cui sono misurate le variabili. L’elasticità, al contrario, tiene conto delle variazioni percentuali e quindi non dipende dalle unità di misura utilizzate. Le elasticità forniscono molte informazioni sul comportamento dei consumatori. L’elasticità della domanda al prezzo, per esempio, dive come cambia la spesa totale per l’acquisto di un certo bene al variare del suo prezzo. L’elasticità incrociata della domanda indica se due beni sono sostituti o complementari; infine, l’elasticità della domanda al reddito consente di sapere se un determinato bene sia inferiore o normale.

Una variazione di prezzo di un bene produce due effetti. Uno è l’effetto di reddito: il consumatore è più ricco se il prezzo diminuisce e più povero se il prezzo aumenta. L’altro è l’effetto di sostituzione: il consumatore tende ad acquistare una quantità maggiore del bene il cui prezzo relativo scende. La reazione a un cambiamento di prezzo può essere scomposta in un effetto di reddito e un effetto di sostituzione. Questa scomposizione, sintetizzata dall’equazione di Slutsky, aiuta a capire la possibilità che le curve di domanda siano decrescenti.

Le informazioni sul comportamento dei consumatori, in genere, sono fornite attraverso curve di domanda; sarebbe quindi utile poter usare le curve di domanda per misurare le variazioni del benessere individuale. Il principio fondamentale che consente di farlo è quello secondo cui ciascun punto della curva di domanda indica approssimativamente i valore incrementale che il consumatore attribuisce alla corrispondente unità del bene. Data questa premessa, si può calcolare il sovrappiù del consumatore, che è dato dalla differenza tra quanto il consumatore è disposto a pagare per un bene e quanto effettivamente gli costa. Geometricamente il sovrappiù del consumatore corrisponde, grosso modo, alla superficie compresa tra la curva di domanda e il prezzo di mercato del bene. Calcolando come varia il sovrappiù del consumatore in seguito a un aumento o a una diminuzione del prezzo, si può stabilire in che modo il cambiamento di prezzo influisca sul suo benessere.

Secondo la teoria economica, anche l’offerta di lavoro da parte di un individuo è il risultato di una scelta in condizioni di scarsità. Quindi, per studiare l’offerta di lavoro, si possono utilizzare gli strumenti impiegati sinora per analizzare le decisioni individuali. La teoria delle scelte aiuta a far luce su numerose questioni del mondo reale, legate all’offerta del lavoro. Essa spiega, per esempio, perché persone razionali possano scegliere di lavorare meno, quando il loro salario aumenta; perché i trasferimenti pubblici spesso riducono l’offerta di lavoro; e perché i lavori sgradevoli, ceteris paribus, siano meglio retribuiti rispetto a quelli più piacevoli. Inoltre il concetto di sovrappiù del produttore è valido strumento per stabilire come le variazioni del salario influiscano sul benessere dei lavoratori.

Risparmiare significa rinunciare a una certa quantità di consumo nel presente, in cambio di una quantità maggiore di consumo futuro. Quindi la decisione di risparmiare è un ulteriore esempio di scelta in condizioni di scarsità e per analizzarla si possono utilizzare gli strumenti usuali. Quest’analisi mette in evidenza il ruolo del tasso d’interesse nel determinare il prezzo del consumo presente, in termini di consumo futuro a cui si deve rinunciare. Una volta compreso che una variazione di prezzo, ci si rende conto che un aumento dei tassi d’interesse produce sia un effetto di reddito sia un effetto di sostituzione, cosicché l’impatto finale sul risparmio è incerto.

Molte transazioni danno origine a flussi monetari che hanno luogo in momenti diversi. Per calcolare il valore di queste transazioni, bisogna tener conto del fatto che somme riscosse (o pagate) in periodi diversi non possono essere confrontate così come sono. In particolare, un dollaro che si riceverà in futuro vale meno, ceteris paribus, di un dollaro disponibile subito. Ciò dipende dal fatto che un dollaro disponibile ora può essere investito al tasso d’interesse di mercato. Per poter confrontare somme presenti e future, è necessario calcolare il valore attuale del denaro che si riceverà in futuro, vale a dire la cifra massima che una persona sarebbe disposta a offrire oggi, in cambio del flusso di reddito futuro.

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