Maturità 2016, traccia svolta saggio breve socio economico sul PIL

Ecco la traccia svolta del saggio breve sul PIL per la maturità 2016. Leggi lo svolgimento della saggio di ambito socio economico

Maturità 2016, traccia svolta saggio breve socio economico sul PIL

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TRACCIA SVOLTA SAGGIO BREVE SUL PIL MATURITA’ 2016

“Crescita, sviluppo e progresso sociale. E’ il PIL misura di tutto?” è questo l’argomento scelto dal Miur per la traccia del saggio breve socio economico della maturità 2016. Come supporto per lo svolgimento il Ministero ha fornito agli studenti la definizione di Prodotto Interno Lordo tratta dall’Enciclopedia dei Ragazzi 2006 – Treccani online e un estratto da un discorso dell’ex senatore statunitense Robert Kennedy nel 1968. Di seguito trovate la traccia svolta del saggio breve sul PIL preparata dal nostri tutor.

SAGGIO BREVE SUL PIL MATURITA’ 2016, SVOLGIMENTO

PIL: acronimo della salute di un paese, valore di tutto quello che produce. Giudicare un paese dal suo PIL si può perché misura tutto, ma qualcosa mancherà sempre. Mancherà sempre “ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta”, come nel 1968 disse Robert Kennedy, ex-senatore statunitense. Il prodotto interno lordo è un valore piuttosto grossolano e approssimativo perché può valutare il livello di salute di un paese, ma non il benessere dei cittadini. Non tiene conto dei sorrisi e dei pianti, dei successi e dei sacrifici che riempiono la vita di ogni uomo. “Non comprende la bellezza della nostra poesia, la solidità dei valori famigliari o l'intelligenza del nostro dibattere” continua Kennedy, pensando alla meraviglia delle parole che sfuggono a questo calcolo, alle menti brillanti che ne vengono escluse. Molto si dibatte per capire se il PIL sia un numero significativo o meno. I numeri possono davvero misurare la qualità della vita di un paese? Se il PIL cresce vuol dire che la situazione sta migliorando? Secondo l’economista Gartner che scrive su Internazionale, se il PIL cresce non vuol dire che ogni cosa va bene perché una cifra non può racchiudere il grande peso economico di una nazione. Forse bisognerebbe smettere di identificare la felicità con dei numeri e liberarsi dall’ossessione del potere e della ricchezza. Non c’è un necessario legame di causa ed effetto tra PIL e felicità. C’è tuttavia un tentativo, a tratti ironico, di calcolare uno standard di vita sulla falsariga del prodotto interno lordo: è quella che si definisce Felicità Interna Lorda. Questa iniziativa è sostenuta fortemente dal Dalai Lama, convinto che ci sia la necessità di un sistema economico che aiuti a perseguire la vera felicità.
Il Pil “cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari”, si basa quindi anche su valori negativi, intrisi di sangue e cenere, lontani da ogni benessere reale se non meramente quello economico. Possono essere, nel caso americano, le armi a gonfiare un indicatore che dovrebbe rappresentare la buona qualità di un paese? Sembra quasi un paradosso eppure “comprende il fucile di Whitman e il coltello di Speck, ed i programmi televisivi che esaltano la violenza al fine di vendere giocattoli ai nostri bambini”. Kennedy parla dell’America, del suo paese, ma le cose non cambiano altrove perché la natura dell’uomo è la stessa in qualsiasi parte del mondo.
Calcolare la felicità e il benessere attraverso un numero che in realtà non li prende in considerazione è indicativo di una società che mira di fatto ad un potere che andrà in mano a pochi eletti i quali rappresentano l’emblema di una borghesia ancora attiva. Che fine fanno i restanti cittadini, i comuni operai che contribuiscono alla crescita del PIL? Si può quindi parlare di crescita, sviluppo e progresso sociale? L’impressione è quella di un concetto fittizio di cui solo pochi testano il vero significato.

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