Traccia Maturità 2015: tema di attualità svolto su Malala

Prima prova svolta su Malala: lo svolgimento del tema di attualità per la Maturità 2015. Tutto sull’Esame di Stato

Traccia Maturità 2015: tema di attualità svolto su Malala

TRACCIA SVOLTA MATURITA’ 2015: TEMA DI ATTUALITA’ SVOLTO SU MALALA

Ecco lo svolgimento della traccia di prima prova della Maturità 2015 sul Malala. Qui do seguito potrai trovare il tema di attualità svolto valido per l’Esame di Stato della traccia della tipologia D: “Prendiamo in mano i nostri libri e le nostre penne ", dissi. "Sono le nostre armi più potenti. Un bambino un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo" [...] La pace in ogni casa, in ogni strada, in ogni villaggio, in ogni nazione - questo è il mio sogno. L'istruzione per ogni bambino e bambina del mondo. Sedermi a scuola e leggere i libri insieme a tutte le mie amiche è un mio diritto" Malala Yousafzai, Christina Lamb, Io sono Malala, Garzanti, Milano 2014.

Maturità 2015: le tracce svolte della prima prova

Tema di attualità svolto su Malala

PRIMA PROVA MATURITA’ 2015: TEMA DI ATTUALITA’ SU MALALA SVOLTO. Il diritto all’istruzione e all’educazione è stabilito e decretato in molti documenti internazionali, nonché legiferato in molti paesi del mondo. Nonostante ciò però, non bisogna pensare che tale diritto sia un fatto scontato. In non poche zone del globo infatti, soprattutto alle bambine non è consentito andare a scuola, con la conseguenza che queste vengono private del semplice e sacrosanto diritto d’imparare e d'apprendere.

Si pensi ad esempio che secondo un recente rapporto dell’Unesco, ammontano quasi a sessantamila i bambini ai quali l’istruzione non è ancora garantita. Fra questi vi è anche Malala Yousafzai, una ragazza pakistana. A questa triste e ingiusta realtà Malala si è coraggiosamente opposta mediante il suo blog, ove ha narrato la situazione nella quale vertevano lei e le sue coetanee pakistane.

Malala per aver voluto rivendicare il suo diritto ad imparare, nel 2012 ha subito un attentato e le hanno sparato alla testa; fortunatamente la ragazza è riuscita a salvarsi e, nel 2014 a soli diciassette anni, è stata insignita del premio Nobel per la Pace.
«Prendere in mano i nostri libri e le nostre penne» come dice Malala, noi lo facciamo quotidianamente; lo stiamo facendo anche ora durante l’esame di maturità. Vedere l’inchiostro che scorre sui nostri fogli e che aiuta a dar vita ad un qualunque pensiero libero è un fatto talmente di consuetudine che neppure ci si accorge della sua straordinaria potenza. Troppo spesso purtroppo non si dà peso al potenziale della cultura, all’incredibile e fortissimo impatto che questa ha sulle vite di ognuno.

L’importanza dell’istruzione l’avevano capita già gli antichi greci: ne è la dimostrazione il loro concetto di paideia, vale a dire la formazione educativa alla base del loro ordinamento giuridico, considerata da essi fondamentale per l’esistenza della democrazia.
I greci non erravano nel considerare la cultura fortemente legata alla democrazia. Essa difatti insegna ad essere liberi, aiuta ad affinare lo spirito critico. Per questi motivi troppo spesso spaventa i potenti e i regimi di natura totalitaria che si stabiliscono in un paese: un cittadino acculturato infatti è, non di rado, un individuo che si ribella a situazioni che vanno a minare la dignità umana, con la conseguente perdita di autorità da parte di chi, fino a quel determinato momento, aveva gestito un paese.

La cultura pertanto, in determinati contesti, è considerata pericolosa e minacciosa, minatoria e inopportuna. E per questo è negata.
E’ per questo motivo che giustamente Malala afferma che i libri e le penne «sono le nostre armi più potenti». Se da una parte infatti si lotta con fucili, bombe e pistole, dall’altra si adotta la cultura come vaccino rispetto all’instillazione non consensuale del codice violento dei regimi.

Un'altra rimarchevole prerogativa della cultura è che i suoi effetti benefici non svaniscono nel tempo, ma continuano ad esistere e ad agire in chiunque abbia avuto la fortuna di poterla apprendere. Si badi bene che si è detto “fortuna”, e non è eccessivo definire come favoriti dalla sorte tutti coloro che, come noi, abbiano avuto la libertà di potersi sedere su un banco di scuola, di poter aprire un libro e sottolinearne le parole più esplicative.

Dobbiamo quindi scrivere tante parole, leggere molti libri per rispetto di chi invece questo non lo può fare. E ogni volta che uno studente si lamenta perché deve leggere un testo, dovrebbe invece sedersi e riflettere pensando a chi, come Malala, vorrebbe andare in biblioteca ed assaporare quel profumo di carta stampata che a noi risulta scontato.

La cultura pertanto non deve essere un privilegio di pochi, ma deve essere un diritto di tutti. Questo è il sogno di Malala Yousafzai «l’istruzione per ogni bambino e bambina del mondo»; e tutti, indistintamente dovremmo lottare per realizzarlo.

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