Traduzione Inglese di un testo letterario per il liceo linguistico

Seconda prova lingua straniera liceo linguistico: la traduzione di inglese per il liceo linguistico

Traduzione Inglese di un testo letterario per il liceo linguistico

TRACCIA LINGUA STRANIERA LICEO LINGUISTICO: LA TRADUZIONE DI INGLESE PER LA MATURITA'. La prova consiste nel comporre un tema in lingua straniera. In alternativa i maturandi possono affrontare la comprensione e produzione di un testo nella lingua straniera di riferimento. La prova ha una durata massima di 6 ore, e gli studenti non possono lasciare l’istituto prima che ne siano trascorse tre. Ecco la traccia proposta dal Miur:

Soluzione “Comprensione del testo”: Liceo Linguistico – Lingua Inglese, Ralph Ellison – “Invisible Man”

Answers:

1) The protagonist’s main problem is that he feels invisible to other people’s eyes. He’s a normal man with a normal life, but to him it looks like he’s unnoticed by the rest of the World wherever he goes, whatever he does.

2) He doesn’t complain about being invisible, he thinks sometimes it can also be an advantage to be unseen by the others. At the same time, he asks himself if he really exists in this World. He questions his own existence, trying to convince himself that he is real and not just a phantom, making everything possible to be noticed, with poor results.

3) One night, as he was walking on a dark and empty street, he bumped into a man, who called him an insulting name.

4) The man was a tall blond one, with blue eyes and he was wearing a coat.

5) The protagonist asks the tall blond man to apologize for insulting him, but the other man didn’t reply.

6) The man didn’t saw the protagonist. As it is said in the text, while the protagonist was thinking of slitting the man’s throat with his knife, “it occurred to me that the man had not seen me, actually; that he, as far as he knew, was in the midst of a walking nightmare!”

7) The protagonist’s aggression could be explained by the fact that the only time someone’s get in contact with him, it’s just to curse and insult him. The protagonist reached such a level on dissociation from reality, given by the invisibility to other’s eyes, that he first feels angry and in the middle of a “frenzy”, just as if it was not him to act but the phantom. But as the rage and violence stop, he feels “unnerved”, “both disgusted and ashamed” for a second, before feeling mused, as he was freed by the fear of being a phantom, of not being real.

8) The protagonist tells us that he was acting that way in the middle of a frenzy,“because he still uttered insults though his lips were frothy with blood”. He felt like he was not really him butting the man’s chin or kicking his body, since after he realizes that the man didn’t saw him, he felt “like a drunken man myself, wavering about on weakened legs”.



LA TRADUZIONE DI INGLESE- Io sono un uomo invisibile. No, non sono un fantasma come quelli che perseguitavano Edgar Allan Poe; né sono uno dei vostri ectoplasmi di film Hollywoodiani. Io sono un uomo di sostanza, di carne e ossa, fibre e liquidi - e potrei anche dire di possedere una mente.Io sono invisibile, devi capire, semplicemente perché la gente rifiuta di vedermi. Come le teste senza corpo che si vedono a volte in baracconi da circo, è come se fossi stato circondato da specchi di vetro duro e che distorce. Quando gli altri mi si avvicinano vedono solo ciò che mi circonda, loro stessi, o proiezioni della loro immaginazione - insomma, qualunque cosa ed azione tranne me.

Né è la mia invisibilità dovuta ad un incidente biochimico che ha colpito il mio epidermide. Tale invisibilità a cui mi riferisco si verifica a causa di una disposizione particolare degli occhi di coloro con cui vengo a contatto. E’ una questione della costituzione dei loro occhi interiori, quegli occhi con cui si guarda la realtà attraverso gli occhi fisici. Non mi lamento, né sto protestando. Talvolta è vantaggioso il non esser visti, anche se è più spesso una sorta di logoramento dei nervi. Anche allora, si è perennemente in collisione con quelli di scarsa visione. O ancora, spesso dubiti se esisti veramente. Ti chiedi se non sei semplicemente un fantasma nella mente di altre persone. Per fare un esempio, tipo una figura in un incubo che il dormiente cerca con tutte le sue forze per distruggere. E’ quando ti senti in questo modo che, a causa del risentimento, si inizia a spingere via le persone. E permettimi di rivelarti che la pensi così la maggior parte del tempo. Ti struggi dalle necessità di convincere te stesso che esisti veramente nel mondo reale, che sei una parte di tutto il suono e l'angoscia, e tiri in fuori i pugni, e maledici e imprechi per farti riconoscere. E, ahimè, (questo metodo) è raramente un successo.

Una sera per caso mi sono imbattuto in un uomo, e forse a causa della penombra mi ha visto e mi ha chiamato con un appellativo offensivo. Balzai su di lui, lo afferrai per il bavero del cappotto e gli imposi di scusarsi. Era un uomo alto e biondo, e non appena il mio viso si trovò vicino al suo mi guardò con insolenza attraverso gli occhi azzurri e mi maledisse, il suo respiro caldo sul mio volto mentre si dimenava. Strattonai violentemente il suo mento verso il basso sul mio cranio, sbattendolo come avevo visto fare agli Indiani occidentali, e sentii la sua carne lacerarsi e il sangue sgorgare, e urlai, “Scusati! Scusati!" Ma lui continuava a maledire e lottare, e io lo sbattei più volte fino a quando si accasciò pesantemente, in ginocchio, sanguinando copiosamente. Lo presi a calci ripetutamente, in preda a una frenesia perché ancora pronunciava insulti nonostante le sue labbra fossero spumose di sangue. Oh sì, l'ho preso a calci! E nella mia furia tirai fuori il mio coltello e mi preparai a tagliargli la gola, proprio in quel luogo, sotto la luce del lampione nella strada deserta, tenendolo per il bavero con una mano, e aprendo (dalla custodia) il coltello con i denti - quando mi venne in mente che l'uomo non aveva visto me in realtà; che lui, per quanto ne sapeva, era nel bel mezzo di un incubo vivente! E quindi fermai la lama, tagliando l'aria mentre lo spinsi via, facendolo cadere di nuovo in strada. Lo fissai con durezza come le luci di una vettura che sferzano l'oscurità. Giaceva lì, gemendo sull'asfalto; un uomo quasi ucciso da un fantasma. Mi innervosiva. Ero ugualmente disgustato e pieno di vergogna. Io stesso ero come un ubriaco, vagando esitante sulle mie gambe indebolite. Poi mi sentii divertito.

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