Seconda Prova: Liceo Classico
ESAMI DI STATO 2005: La versione e lo svolgimento di latino assegnata
TACITO, "Annales" 6,22
Le cose umane avvengono per volere del destino, per necessità o per caso?
Sed est in incerto iudicium mihi audienti haec
Ma è indubbio il parer mio, quando considero questi
ac talia ne res mortalium volvantur fato
e altri simili casi, se gli eventi umani siano governati dal destino
et necessitate immutabili an forte.Quippe reperies diversas
e da necessità immutabile oppure dal caso. Infatti troverai discordi
sapientissimos veterum quique aemulantur eorum
i più sapienti degli antichi e quelli che sono i conti nuatori delle loro
sectas, ac multis (Riferito agli Epicurei). insitam opinionem non curae
dottrine, e in molti radicata la convinzione che non (sono) a cuore
dis inizia nostri, non finem, non denique homines;
agli dei il principio nostro, non la fine non, in una parola, gli uomini;
ideo creberrime in bonos (E' usato in + acc . perché indica movimento ) esse tristia, apud deteriores
e (che) perciò molto spesso ai buoni toccano le sventure, ai cattivi
laeta. Contra alii putant quidam fatum ingruere (Inf. Pres. di ingruo, is, ingrŭi, ere .)
le gioie. Al contrario altri credono in verità che il destino incomba
rebus, sed non e vagis stellis, verum apud
sugli eventi, ma non (dipendono) dal corso delle stelle, bensì dalle
principia et nexus causarum naturalim; ac tamen nobis
cause prime e dalle conseguenze di cause naturali; tuttavia ci
relinquunt electionem vitae, ubi elegeris
lasciano la scelta della vita, ma quando tu abbia compiuto
quam certum ordinem imminentium ( Sott.: putant esse .) Neque mala
questa scelta è stabilito l'ordine delle cose che sovrastano. Né il male
vel bona, quae putet vulgus: multos, qui videantur conflictari
o il bene (è) ciò che pensa il volgo: molti, che sembrano lottare
adversis, beatos, at plerosque ( E' uguale a plurimos ), quamquam per magnas
con le avversità, (sono) felici, ma moltissimi, sebbene fra grandi
opes, miserrimos, si illi tolerent constanter gravem
ricchezze, assai infelici, se quelli sopportano con costanza l'avversa
fortunam hi utantur inconsulte prospera. Ceterum
fortuna questi si servono senza criterio della buona. Del resto
plurimis mortalium non eximitur quin primo ortu
a molti degli uomini non si toglie la convinzione che alla nascita
cuiusque destinentur ventura, sed quaedam cadere
di ciascuno sia stabilito il futuro, ma (che) alcune cose accadono
secus quam dicta sint fallaciis dicentium
diversamente da quanto è stato predetto per l'impostura di chi predice
ignara: ita corrumpi fidem artis, cuius et aetas
ciò che non sa: così si perde la fiducia in un'arte di cui sia l'età
antiqua et nostra tulerit (Congiunt. Obliquo ) clara documenta. Quippe memorabitur
antica sia la nostra ha prodotto illustri esempi. Infatti si ricorderà
in tempore, ne nunc abierim (Sta per abeam .) longius in-
a tempo e luogo, affinché ora non mi allontani un po' troppo dall'argo-
cepto imperium Neronis praedictum a filio eiusdem
mento, che l'impero di Nerone fu predetto dal figlio dello stesso
Thrasylli.
Trasillo
Note
Tacito è lo storico di Roma capitale del mondo civile, dei prìncipi e di chi vive intorno ai prìncipi, è straordinariamente attratto dal senso di un duplice mistero: il mistero che vive nel profondo del cuore dell'uomo e il mistero da cui l'uomo è circondato. Dal mistero dell'universo al mistero dell'uomo: tra questi due poli, tra queste due realtà oscure si muove Tacito. Il mondo nel quale vive non gli basta, non lo appaga: le vie che il suo mondo addita per raggiungere la conoscenza gli sembrano deludenti. Tacito va a fondo nella conoscenza, rompendo le barriere elevate dalla tradizione prevalente nella civiltà antica: a lui importa spostare in avanti e oltre i confini del noto e dell'esprimibile; perciò sia la natura che l'uomo con il loro mistero rappresentano il vero centro dei suoi interessi