Adolescenza: crescere per affacciarsi all'età adulta

Alla scoperta delle fasi principali dell'età adolescenziale: un percorso obbligato di crescita che regala consapevolezza, esperienza e nuove condotte di vita

Adolescenza: crescere per affacciarsi all'età adulta

L'adolescenza è quel periodo della vita umana, individuato solitamente tra i 10 e i 16 anni, durante il quale l'individuo acquisisce le competenze e i requisiti necessari per assumere le responsabilità di adulto. Nel processo di transizione verso l'età adulta entrano in gioco ed interagiscono fra loro fattori biologici, psicologici e sociali.
Anche se ha cominciato ad essere definita e studiata come fase specifica della vita soltanto nel momento in cui la rivoluzione industriale ha imposto l'esigenza di un periodo assai prolungato di preparazione alla vita adulta e anche se si presenta secondo modalità assai differenti da cultura a cultura, l'adolescenza è contrassegnata da alcuni fenomeni che possono essere considerati universali: inizia con la pubertà, ma non è il solo mutamento biologico connesso alla pubertà a provocare il momento adolescenziale.
Al cambiamento fisico si associano esperienze emozionali molto intense: per la rilevanza dei cambiamenti corporei e dell'assetto pulsionale che impongono la ricerca di nuovi equilibri nei rapporti con il mondo e con il proprio sé; per la precocità del cambiamento rispetto a quello dei coetanei (o coetanee) che lo fa giungere inaspettato, o per il suo ritardo che suscita in chi si aspetta di cambiare, ansie e incertezze in rapporto a chi è già cresciuto.

I cambiamenti fisici fanno sì che l'individuo sia trattato dalle persone con cui è abitualmente in contatto, e anche dagli estranei, in modalità diversa rispetto a quando era bambino. Le richieste che gli sono rivolte si modificano, da lui ci si aspetta da lui un comportamento da adulto ma contemporaneamente lo si continua a considerare non autonomo, non in grado di prendere da solo certe decisioni rilevanti per il suo destino (bere alcool o no, fumare o no, uscire la sera con i coetanei, scegliere l'orientamento scolastico...).
Di questo mutamento di relazioni l'adolescente è particolarmente consapevole: in rapporto ad esso modifica il proprio atteggiamento verso se stesso ed il mondo circostante. Il primo indice di questo cambiamento di atteggiamenti si manifesta nel fatto che l'adolescente non accetti più di essere totalmente dipendente dalla propria famiglia e dalle varie forme di sostegno sociale e affettivo che la famiglia gli ha fornito fino a quel momento.
In parallelo, altri cambiamenti nei confronti del mondo circostante sono attivati dall'aumentato numero di stimoli su cui l'adolescente si concentra, in rapporto ad un incremento del proprio interesse nei confronti dei sentimenti e stati d'animo, oltre che del mondo esterno.

L'acquisizione, anche parziale, di autonomia permette di intraprendere nuove attività e di adottare stili di vita diversi
, collegati a nuove modalità di mettersi in rapporto con gli altri. I cambiamenti che si verificano mettono in discussione il sistema di rappresentazioni e di schemi che hanno regolato sino a quel momento le relazioni dell'individuo con il proprio corpo, con altri individui e gruppi, con attività, oggetti ed istituzioni sociali.
Molte certezze consolidate sono così messe in discussione, anche perché immaginare il proprio futuro e prepararsi ad affrontarlo può risultare particolarmente difficile. L'adolescente può incontrare delle difficoltà nell'interpretazione della propria esperienza, tanto più che non vuole più applicare ad essa i metri di giudizio familiare. E in momenti critici di questo tipo, in cui è in atto una vera e propria riorganizzazione del sistema di sé, che la specificità di un sistema sociale offre alla persona la possibilità di trovare soluzioni adeguate.

Adolescenza - II parte

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