Adolescenza - II parte

Alla scoperta delle fasi principali dell'età adolescenziale: un percorso obbligato di crescita che regala consapevolezza, esperienza e nuove condotte di vita

Adolescenza - II parte
(a scuola, sul lavoro, nel tempo libero), l'adolescente rafforza ed estende le proprie relazioni con il gruppo di pari fino a rendere i rapporti più frequenti, più intensi, più significativi.
La riorganizzazione del sistema di sé, dunque, si verifica grazie a questa fitta rete di relazioni e di scambi in cui il soggetto, consapevole almeno in parte del cambiamento che lo concerne, verifica il proprio valore e riflette su se stesso

L'adolescenza si conclude quando l'individuo è in grado di stabilire rapporti stabili e significativi con se stesso, con i gruppi di riferimento più prossimi e con il proprio ambiente di vita più ampio. Questa assunzione, basata sul carattere attivo del rapporto sé-altri-mondo, indica che nel corso dell'adolescenza accadono avvenimenti che obbligano l'individuo a comportarsi e a definirsi in rapporto sia con l'ambiente in cui è inserito, sia con i gruppi di cui è membro, sia con le proprie trasformazioni. 

Ci sono molti modi diversi di vivere l'adolescenza e lo stesso soggetto che cresce è parte attiva, costruttiva, della propria evoluzione. Non ha quindi senso considerare l'adolescenza come una fase contrassegnata esclusivamente da ribellioni e da conflitti (sia intrapsichici, sia fra l'attore e il suo ambiente più prossimo) né vederla come un passaggio privo di sconvolgimenti dalle insicurezze dell'infanzia alle certezze dell'età adulta.

L'età adolescenziale può essere vista come la traversata di un grande fiume impetuoso, che vede da una parte chi ne ha già sperimentato la navigazione, dall'altra parte chi invece si affaccia a questa esperienza con le proprie paure e le proprie incertezze. Fra i due estremi ci sono gli innumerevoli tipi di “passaggi” che toccano alla gran massa dei viaggiatori: alcuni molto difficili, altri impegnativi ma sicuri, altri relativamente facili seppur faticosi.
Le metafore hanno sempre un valore limitato: in realtà anche chi traversa le tempeste adolescenziali senza troppi problemi non è alla fine del viaggio ma lo deve continuare in un paese nuovo, poco conosciuto, le cui mappe non sono sempre tracciate o aggiornate. Quella da noi scelta, tuttavia, permette di sottolineare due cose:

a) in tutte le adolescenze il protagonista deve affrontare una gran mole di difficoltà: capita ad alcuni che esse siano distribuite lungo il percorso e possano essere affrontate uno dopo l'altra in modo da permettere la buona riuscita dell'impresa; capita a molti altri invece che esse si presentino complesse a tal punto da rendere difficile, a volte quasi impossibile, la loro risoluzione;
b) nel percorso adolescenziale il protagonista non è mai del tutto solo: egli è sempre in compagnia di altri (genitori, insegnanti, coetanei, altre persone significative) che possono offrirgli una guida sicura e comprensiva, oppure richieste tali da svalorizzare il senso del suo impegno, o al limite dargli indicazioni frammentate e contraddittorie che aggiungono confusione alla mancanza di esperienza. Questo non vuol dire che in molte occasioni l'adolescente non si senta veramente solo e distante da tutti: in quei momenti egli avverte di non potersi fidare di nessuno, di dover dirigere da solo il proprio cammino. Tutti fanno, in momenti più o meno lunghi, questa esperienza: è augurabile che essa non sia quella più importante o, all'estremo, quella che segni tutta l'adolescenza. 

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