Modello Cognitivista

La memoria, lo sviluppo cognitivo, la percezione, la soluzione dei problemi, l'apprendimento...sono caratteristiche della psicologia cognitiva

Modello Cognitivista

Secondo il modello cognitivista, successo al comportamentismo, la mente umana funziona come un elaboratore di informazioni che provengono sia dall’interno che dall’esterno dell’organismo: più precisamente sono i processi cognitivi che vengono esaminati ed analizzati in quanto funzioni organizzative.
La concezione dell’uomo da parte di questa teoria sembra far intravedere un essere passivo di fronte all’ambiente: c’è un segnale in entrata detto input che viene elaborato cognitivamente attraverso una serie di eventi che portano all’emissione di una risposta detta output.
Tale modello non possiede una propria concezione dell’uomo, ovvero a rigore non dà alcuna spiegazione o interpretazione del comportamento umano.
La psicologia cognitiva è un capo molto vasto che comprende vari settori come la percezione, attenzione, soluzione dei problemi, memoria, apprendimento, sviluppo cognitivo e linguaggio.

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Chomsky fece notare come il rinforzo e l’imitazione non fossero sufficienti a spiegare un apprendimento così complesso qual è quello della lingua.
Per spiegare la rapidità dell’apprendimento egli pensò che non si potesse fare a meno di ipotizzare negli esseri umani l’esistenza di una specie di elaboratore del linguaggio, un sistema innato predisposto per registrare ed elaborare i dati linguistici.
Negli anni settanta nasce l’esigenza di un nuovo approccio psicologico che prese il nome di cognitivismo: considera l’individuo come un elaboratore di informazioni che provengono sia dall’interno che dall’esterno dell’organismo.
La psicologia cognitiva è un capo molto vasto che comprende vari settori come la percezione, attenzione, soluzione dei problemi, memoria, apprendimento, sviluppo cognitivo e linguaggio.

Neisser sostiene che tutto quel che sappiamo della realtà è stato mediato non solo dagli organi di senso, ma da sistemi complessi che interpretano continuamente l’informazione fornita dai sensi. E’ a questo tipo di elaborazione interna che ci riferiamo quando si parla di "pensiero" o di "processi mentali". Questi eventi interni, naturalmente, non sono direttamente osservabili, ma devono essere inferiti, trattandosi di inferenze possibili.

Appaiono in questa ottica i limiti del comportamentismo: evidenziava solo l’importanza di connessioni semplici e dirette tra stimoli e risposte, chiamato anche psicologia S-R: stimolo-risposta, o – in modo più elaborato – S-O (organismo)-R.

Il modello cognitivista si avvale dell’apporto di molteplici influenze: da un comportamentismo liberalizzato alla teoria dell’informazione e dei sistemi, dalla neurofisiologia di Hebb all'etologia, dalla linguistica di Chomsky fino alla stessa teoria della Gestalt.

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