I Metodi Clinici

Approfondimento su uno dei metodi clinici: il metodo del colloqui clinico

I Metodi Clinici

I METODI CLINICI

- Introduzione - Il metodo del colloquio clinico - Il metodo psicoanalitico

Introduzione


Il "metodo clinico" nasce come alternativa diatriba contro la psicologia accademica, sperimentalista per definizione.
Esso utilizza il rapporto interpersonale come strumento euristico e si pone come obiettivo lo studio del comportamento, inteso nella sua globalità e non solo in circoscritti settori. Gli aspetti fondamentali dell’osservazione clinica sono due: il metodo del colloquio clinico e il metodo psicoanalitico

Il metodo del colloquio clinico 1/2

Il colloquio clinico è una tecnica di osservazione e di studio del comportamento umano: gli scopi più generali, che gli sono attribuiti, sono quelli di "raccogliere informazioni" ("colloquio diagnostico") e di "spiegare" ed "informare" ("colloquio terapeutico e di orientamento").

Le informazioni ricavabili dal colloquio clinico sono state schematizzate da Cook (1971) in tre categorie:

1. CONTENUTO
S'intendono comprese in tale denominazione le espressioni verbali (da un punto di vista strettamente linguistico, esse sono determinate da 2 fattori: la presenza di un codice comune e l’intenzione di comunicare attraverso quel codice) e le azioni del soggetto.
Partendo casomai dal problema che ha condotto il soggetto all’esame, e adattando al problema le caratteristiche del colloquio (approfondimenti, libertà di espressione…), si procede generalmente ad una vera e propria anamnesi biografica del soggetto stesso, che tenga conto di tutte le tappe dello sviluppo della sua personalità (composizione della famiglia d’origine e suo clima affettivo; eventi fondamentali dell’infanzia; salute fisica; stabilirsi delle prime relazioni extrafamiliari; esperienze in rapporto all’educazione scolastica; vita affettiva; relazioni sociali; vita professionale; utilizzazione del tempo libero; livello socio-economico raggiunto; rapporti in un eventuale nuovo ambito familiare).

2. CONTESTO
(nel quale viene messo in atto il comportamento del soggetto: il colloquio clinico è esso stesso un contesto).

3. ESPRESSIONI NON VERBALI
In tale denominazione, si comprendono:
- in base ad elementi "dinamici":
a. comportamento spaziale: vicinanza fisica, orientazione spaziale, postura
b. comportamento motorio-gestuale: gesti delle mani e gesti del capo
c. espressioni del volto
- in base ad elementi "statici": aspetto esteriore.
- vi possiamo far rientrare anche gli aspetti "paralinguistici" del comportamento verbale (Trager, 1958), che comprendono la qualità della voce e le vocalizzazioni.

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