Il 700 e l'800 per la Medicina

Quasi due secoli di cambiamento e miglioramenti nell'ambito della Medicina. Iniziative per migliorare le condizioni sanitarie dell'ammalato.

Il 700 e l'800 per la Medicina

I Progressi Della Medicina

Argomenti trattati:- Le origini - Ippocrate, Galeno e gli epigoni - Dal secolo VII al secolo XI - I secoli XII e XIII Dal sec. XII - L'umanesimo e il Rinascimento - Il Settecento - La prima metà dell' Ottocento - Pasteur, Koch e le grandi scoperte scientifiche - La medicina moderna


Il Settecento

La teoria fisiologica dell'irritabilità e della sensibilità, sviluppata verso la metà del sec. XVIII venne utilizzata da medici che riconducevano ugualmente tutte le malattie a un unico processo causale, il diminuire o l'accrescersi dello stato di tensione dell'organismo.

Per individuare più esattamente le malattie e per evitare di moltiplicarle all'infinito facendone una di ogni sintomo o gruppi di sintomi, era indispensabile collegare i sintomi alle alterazioni anatomiche che li accompagnavano.

Un passo decisivo in questo senso venne compiuto da G. Morgagni con la sua opera "De sedibus et causis morborum".
Ma occorreva anche compiere molte autopsie su ammalati deceduti e ciò fu reso possibile dalla diffusione degli ospedali e dal superamento, durante la Rivoluzione francese, della distinzione corporativa fra medici e chirurgi.

Durante il secolo dell'illuminismo molte furono le iniziative per migliorare le condizioni sanitarie pubbliche.
Infatti, negli agglomerati urbani sorti in Inghilterra a seguito del processo di industrializzazione, altissima era la mortalità infantile e crescente quella per tubercolosi.
Si riconobbero i vantaggi dell'igiene nelle abitazioni e nella pulizia individuale e pubblica, ma i progressi realizzati alla fine del sec. XVIII nell'assistenza sanitaria non colmarono il vuoto teorico delle contrapposte scuole di medicina e la crisi di incertezza che ne derivava.
Fondandosi sull'idea che l'unità fra tutte le forze si ritrova nella comune radice di una contrapposizione polare, i più mistici sostennero che il contrasto fra salute e malattia si riconduce a quello più profondo di bene e male.

Le incertezze della medicina del Settecento dovevano però essere superate in Francia, dove si fece strada l'idea che, come nella conoscenza i concetti dovevano essere ricondotti alle sensazioni, così nella medicina i sintomi avevano la loro origine negli organi. P. Louis giunse anzi con ricerche statistiche a mostrare la dubbia efficacia di alcuni tradizionali rimedi come il salasso.
Ne seguì uno scetticismo quasi completo in campo terapeutico condiviso anche in altri centri della medicina europea come Vienna dove J. Skoda aveva dato contributi importanti all'indagine clinica e si ponevano le basi della fisiologia di tipo fisico-chimico. Decisivi furono gli apporti della chimica organica allo studio dei processi nutritivi e metabolici specialmente per opera di J. Liebig.

La prima metà dell' Ottocento

L'introduzione del microscopio acromatico nella prima metà del sec. XIX permise lo sviluppo della teoria cellulare che R. Virchow applicò alla patologia: l'essenza della malattia veniva quindi individuata nell'alterazione delle cellule costitutive dell'organismo.
Il medico e giurista Edwin Chadwick, in un rapporto del 1842, rilevò che a Liverpool la vita media era di trentacinque anni per un “borghese” e di quindici per un operaio.
A fatica le pubbliche autorità si convinsero della necessità di un efficace sistema di fognature e di approvvigionamento idrico nelle città.

La lotta a favore del miglioramento di vita della classe operaia e dell'igiene nelle città doveva dimostrarsi la via giusta per combattere molte malattie di fronte alle quali l'umanità era stata sempre impotente.

La conferma venne dalle ricerche di microbiologia che portarono alla più grande rivoluzione teorico-pratica della medicina moderna.
L'idea che germi invisibili a occhio nudo fossero causa di malattia, già sostenuta da alcuni studiosi del sec. XVII, dopo l'introduzione del microscopio, fu ripresa nel sec. XIX da A. Bassi, il quale dimostrò che una malattia del baco da seta aveva una simile origine.

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