Laurea da 110 e lode? Meglio di no

Un recente articolo pubblicato su un importante settimanale nazionale trattava un fenomeno piuttosto frequente che, in quanto consulente aziendale, avevo rilevato anch'io da tempo: l'inutilità del 110 e Lode o meglio, in alcuni casi, il suo essere diventato un dato controproducente nel proprio curriculum vitae. Nell'articolo sono stati intervistati molti personaggi chiave che si occupano di assunzioni e colloqui, oltre che esperti, presidenti e c.e.o. aziendali

Laurea da 110 e lode? Meglio di no

Il punto chiave è lo slittamento della forbice di assunzioni: fino a qualche anno fa si dava un occhio di riguardo alla fascia 107/110 e lode, ora la fascia prediletta è 103/107 per via di alcune differenze che il mondo lavorativo attuale predilige rispetto al passato e che l’università, che dialoga pochissimo o per nulla con il mondo del lavoro, tuttora non coglie. Siccome tra gli intervistati c’era anche il sottoscritto, ho cercato di riassumere quelli che a mio avviso sono i “punti chiave” ai quali l’ottimo articolo di Lucia Scajola fa riferimento:



COMPETITIVITA’
Il sistema scolastico non premia la creatività, premia l’obbedienza e la precisione: due qualità eccelse, ma meno utili di quanto non fossero dieci anni fa; oggi sono la flessibilità, la capacità di gestire le proprie emozioni e di coltivare buoni rapporti interpersonali a fare la parte del leone tra le qualità premianti. Specie per figure manageriali e dirigenziali.

CREATIVITA’
Prendere 110elode oggi significa (in linea di massima) “giocare secondo le regole”, diventare degli “yes man”, mentre il mondo del lavoro odierno premia il pensiero laterale e l’autonomia decisionale, secondo cui le regole vanno infrante o decise autonomamente (pensate al Neo di Matrix: “non tentare di essere più veloce, convinciti di esserlo”); poiché il cambiamento oggi è una compagnia costante. Di fronte ad un bivio non c’è scelta, c’è dilemma: la soluzione è in mano a chi, abituato anche a sbagliare, non avrà paura di sperimentare una terza via… Una metafora della formazione racconta di un colloquio di lavoro alla IBM durante la cui prima domanda era: qual’ era il numero di targa del suo taxi? Naturalmente non contava la risposta ma la presenza di spirito nell’inventarla.

LEADERSHIP
Nel libro 30elodesenzastudiare esorto gli “intelligenti che non si applicano” a diventare “intelligenti (proprio) perché non si applicano”. Cioè a prendersi la responsabilità della propria condizione, senza aspettare che sia il giudizio (leggasi “voto”) di qualcuno a stabilire il proprio valore e definire le proprie potenzialità (non sono in grado di…, non sono portato a…). Come scrive Paul Arden, ex CEO di SAATCHI & SAATCHI “il miglior consiglio che mi abbiano mai dato sul lavoro arrivò dal mio capo: Stupiscimi!” Lo stesso esorta nel suo libro “Qualunque cosa pensi, pensa il contrario” a non fare l’università ma farsi vedere in giro (lo diceva anche Woody Allen) per laurearsi “alla scuola della vita”. Se ci pensi il mondo del lavoro odierno ha la tendenza a pagare la qualità del lavoro (provvigioni sempre più alte), non la quantità di ore lavorative (stipendi fissi sempre più bassi).

SPIRITO DI ADATTAMENTO
A dispetto di quanto detto il modo in cui le materie vengono insegnate è anacronistico: non cambia da decenni. Il mondo del lavoro non può permettersi la medesima stasi: circa ogni cinque anni (in alcuni casi tre) vengono riscritte le regole del gioco. Volete un esempio? Dieci anni fa non esistevano Telefonini, Portatili e E-Mail, prova a farne a meno oggi…

RESPONSABILITA’

Anche per questo gli “eroi” sono cambiati: una volta c’erano Magnum P.I. e Fonzie, figure “cool” ma “bravi ragazzi” mentre ora abbiamo il Dr.House, drogato, scorbutico ma che ci insegna ad aggirare regole e burocrazia per mantenere il focus sul risultato e non sulla procedura. Inoltre fa crescere la propria squadra responsabilizzando ogni membro, infischiandosene dei “ruoli” e riducendo al minimo la ricerca di approvazione. Ecco fatto, questi sono alcuni punti che ho individuato io, voi che ne pensate?

Fatemi sapere, ciao, Lorenzo!

Un consiglio in più